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La Patria. Geografia dell'Italia
Sicilia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1893, pagine 684

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Parte Quinta — Italia Insulare
   bellezza e salubrità della posizione è uno dei preferiti luoghi di villeggiatura dei palermitani, in primavera specialmente. È uno dei principali emporii della Sicilia per gli olii e vini. A breve distanza stazione ferroviaria alla cui costruzione il Comune concorse con la somma di L. 30,000.
   Coli, elelt. Termini Imerese — Dioc. Palermo — P2 T. e Str. ferr. Caltanissetta-Palermo.
   Ficarazzi (2984 ab.). — Così detto dal vicino fiume, con la frazione già descritta dì Ficarazzelli, a 10 chilometri da Palermo, in territorio fertilissimo ove prospera la canna da zucchero; a destra sorge il colle Cannila, ove forse erano antichissime abitazioni fenicie, e, in seguito, un castello saraceno; quivi furono rinvenuti i due sarcofaghi fenìcii che ammiransi nel museo di Palermo e che credonsi del tempo dei Cartaginesi. Vi prospera ogni genere di vegetali.
   Coli, elett. Termini Imerese — Dioc. Palermo — P2 T. e Str. ferr. Caltanissetta-Palermo.
   Santa Flavia (3699 ab.). — A soli 7 minuti di ferrovia da Bagheria e a circa due chilometri dal mare, con una cupola cospicua per le sue tegole molticolori. Grano, cereali, uve, foraggi e frutta.
   Coli, elett. Termini Imerese — Dioc. Palermo — P-' T. e Str. ferr. Caltanissetta-Palermo.
   Una buona via pei pedoni conduce a destra, a traverso la ferrovia e una cancellata, davanti a una casa rossa a sinistra, colf iscrizione: Antichità di'Solunto ; di là, traversando un oliveto, si va alla montagna di Catalfano ed alle rovine di
   Solunto (Sohis).
   L'antica fortificata città fenicia Soloeis sorgeva sulla cresta della suddetta montagna con un superbo panorama dal golfo di Termini sino a Cefalù. Fu uno dei tre stabilimenti rimasti a quel popolo antichissimo per continuarvi i suoi commerci, quando fu coslretto ad abbandonare la costa orientale della Sicilia dall'immigrazione dei coloni greci dopo il 735 av. C.
   Al tempo di Dionisio (397 av. C.) Soloeis era alleata coi Cartaginesi, ma nella prima Guerra Punica si accostò ai Romani ; ruppe guerra a Tindari e ne fu conquistata; fu distrutta probabilmente dai Saraceni. Delle sue mura, che misuravano alcuni chilometri di circuito, scorgevansi ancora le traccio al tempo del Fazello, e ruderi abbondanti di pubblici e privati edilìzi attestavano la sua passata magnificenza.
   Nel 1826 la Commissione di Belle Arti in Palermo comprò il terreno dell'antica città e incominciò gli scavi dai quali si estrassero la statua colossale di Giove in tufo (ora nel Museo di Palermo), una Psiche, anch'essa in tufo, e due candelabri figurati.
   La montagna su cui sorgeva Solunto era accessibile principalmente da sud e da ovest; delle due strade antiche che conducevano, l'uria a Panormo e l'altra ad Imera, rimangono ancora gli avanzi del pari che un buon tratto della strada larga metri 6.35 e lastricata che metteva serpeggiando per la montagna acclive alla città; rimangono inoltre i fondamenti e in parte le mura dipinte e sporgenti di varie case alcuno delle quali furono rialzate dalla Commissione per le antichità sotto la direzione del prof. Cavallari. Dietro e intorno a codeste case veggonsi canaletti per l'acqua scavati nella pietra.
   Veggonsi inoltre ancora un edilizio a due piani con colonnato (il cosidetto Ginnasio), molti pavimenti in mosaico, ruderi di un tempio di Giove (figg. 50-51), ecc. Un oggetto interessante è una. tavola sacri li catoria incavata nella roccia sopra uno sprone staccato della montagna soprastante immediatamente al villaggio di Porti-cello. È da notare però che questi avanzi non appartengono, come comunemente si crede, all'antica città fenicia o greca, ma alla Solunto romana.
   Sul pendìo orientale della montagna, del pari che nella pianura alle sue falde, furono scoperti sepolcri contenenti vasi greci con figure.