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Parte Quinta — Italia Insulare
raggiungere lo scopo sperato. Nelle prime 24 ore il solo Castello scagliò 2600 bombe sulla città devastandola, il che non impedì ai Garibaldini di avanzar del continuo e la sera, in mezzo ai guasti e alle rovine cagionati dalle bombe, tutti i quartieri della città caduti in loro potere furono illuminati in segno di allegrezza e di vittoria. 11 fuoco della squadra era cessato intieramente la mattina del 28 per la protesta dell'ammiraglio nglese Mundy. Il 29 i regii tentarono indarno rioccupare in parecchi punti le posizioni perdute e il general Lanza, vista la mala parata, si mostrò disposto ad accettare un armistìzio, che fu trattato a bordo del vascello Annibale del suddetto ammiraglio Mundy fra il generale Letizia e il comandante della piazza da una parte e Garibaldi e il generale Titrr dall'altra; e conchiuso poi il 31 al quartier generale di Garibaldi nel palazzo del pretore. Fra le altre condizioni vi era quella che la Ranca Reale fosse consegnata, contro ricevuta, al segretario di Stato, Francesco Grispi, il quale vi trovò circa 5 milioni e mezzo di ducati sonanli, dei quali 200,000 soltanto del Governo e il rimanente depositi dei particolari.
Al generale Letizia recatosi a Napoli con le proposte, Francesco II rispose che non voleva trattar coi ribelli e che si distruggesse piuttosto Palermo ; ma il Lanza capì che la partita era perduta e il 6 giugno stipulò con Garibaldi una convenzione pel ritiro dei soldati borbonici ; i quali, in numero di circa 20.000, salparono con bagagli e materiali giorno per giorno alla volta di Napoli, finché il 20 giugno Palermo era tutto in potere di Garibaldi il quale aveva trasportato il suo quartier generale nel palazzo Reale. —
Uomini illustri. — Grande è il loro numero nelle armi, nella politica, nell'amministrazione, nelle scienze, nelle lettere, nelle arti, ecc.
Nei secoli XII e XIII, al risorgere delle lettere, Palermo ebbe la gloria imperitura di aver dato i natali alla lingua italiana nella corte di Federico, ed ai poeti Inghilfredo, Buggeroni e Rainieri. Vi fiorì poi Carlo di Tocco illustre giureconsulto, e la celebre poetessa Nina Siciliana o la Nina di Dante da Maiano.
Nel secolo XIV vi fiorirono Ubertino de Marini chiaro caposcuola di giurisprudenza; i due legisti Ludovico Bonito e Guglielmo Pernia, col poeta laureato Antonio Beccadelli sopranominato il Panormita.
Nel secolo XV lo storico Pietro Danzano, morto nel 1492; il grande matematico Salvo Cassetta, legato del papa in Germania; Leonardo di Rartolommeo, nato nel 1450, versatìssimo in legge, e il P. Pietro Geremia, morto nel 1451, membro del Consiglio di Firenze, lllustraronsi nella pittura Antonio Crescenzio e Tommaso Vigilia.
Nel secolo XVI, fecondo d'ingegni, fiorirono Pietro Gravina, oratore e poeta; Santoro Vitali, Rartolommeo, Onofrio e Santoro Ronanno, poeti : le poetesse Laura e Marta Ronanno; Giovanni Vitali, poeta esimio, caro a Leone X; lo storico e poeta Anastasio Martino; l'oratore e filosofo Luigi Eredia; Mariano Valguarnera, storico ed erudito, nato nel 1504 e morto 34 anni dopo Le arti ebbero insigni cultori nel celebratissimo Antonio Gagini, scultore (nato nel 1180) e nei suoi figliuoli Vincenzo, Giacomo e Fazio e in Pietro Ruzzolone, sopranominato il Raffaello della Sicilia. Antonello Palermitano ed Antonio Spatafora furono anche essi pittori di grido, e pittore e poeta Francesco Potenzano incoronato a Palermo.
Nel secolo XVII son da ricordare: P, Silvio Bocconi, botanico, nato nel 1633, morto nel 1704; Nicolò Gervasi, botanico, morto nel 1681 ; il matematico Benedetto Castrone; l'archeologo Filippo Paruta; lo storico e numismatico Giovanni Amato: il poeta e storico Antonio Agraz; Bernardino Masbel, nato nel 1618, valente storico e legista; Domenico Caramella, matematico; Antonio Mongitore, celebre bibliografo, storico ed archeologo, nato nel 1G63, morto nel 1743; Antonio Grano, pittore; Gerardo Astorino, pittore, scultore ed architetto; Pietro del Po. pittore ed incisore; Giuseppe