Palermo
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lo difeso dei Borbonici. 11 21 ottobre Palermo votava l'annessione al regno d'Italia, od il 2 dicembre salutava Vittorio Emanuele II, suo re.
Dopo l'aggregazione di Palermo col rimanente della Sicilia al regno d'Italia la città fu abbellita e fuori delle mura atterrate dopo d ISfiO e convertite in hmdevards sorse a nord-ovest, a nord di \ia Cavour, un quartiere superbo di ville o palazzi ili cui dimorano ì ricchi possidenti e ! facoltosi mercanti.
La presa di Palermo per Garibaldi.
Merita qui una succinta narrazione come quella che iniziò la conquista gloriosa e stiamo quasi per dire miracolosa — del regno delle Due Sicilie (1).
- Vinti i Borbonici sotto il generale Laudi a Calafatimi, Garibaldi, col suo solilo ardimento, si accinse ad impadronirsi, con un colpo di mano, di Palermo.
Il 27 maggio 1S60 Garibaldi deliberò muovere contro Palermo partendo da Misil-meri perla strada che attraversa le montagne di Gibilrossa. il ponte dell'Ammiraglio o va diritto alla porla di Termini, e stabili il seguente ordine di marcia. Alla testa una piccola vanguardia di 32 uomini sotto il comando del maggiore Tuckery; un distaccamento di corpi franchi sotto gli ordini del La Maga; il battaglione di Nino Bixio coi carabinieri genovesi; Garibaldi col suo stato maggiore; il battaglione di Carini e il rimanente dei corpi franchi siciliani.
I Borbonici in Palermo e nelle adiacenze sommavano a circa 24,000 uomini, non compresi i 3600 sconfitti a Calafatimi, sotto il comando dei generali Lanza, Letizia, Salzano, Cataldo, Marra, ecc. ; e del colonnello Bonapane, sotto-capo di stato maggiore.
Garibaldi aveva fermo d'impadronirsi dell'avamposto del ponte dell'Ammiraglio senza trarre un colpo di fucile e di avanzarsi per tal modo sino alla porta di Termini senza dar l'allarme alla guarnigione di Palermo; ma questo disegno andò a vuoto per l'imprudenza dei corpi franchi siciliani, i quali, credendosi già padroni della città, misero, nella lor gioia irrefrenabile, un grido terribile di guerra scaricando alcuni persino ì fucili.
I Borbonici allora corsero a rinforzare la barricata con due cannoni a porta Termini, sì che fu bisogno prenderla d'assalto. 11 prode colonnello Nullo fu il primo garibaldino che penetrò in Palermo seguito dall'avanguardia e dai carabinieri genovesi. Tuckery fu ferito in una gamba e ne morì in seguito.
Erano le cinque e mezzo del mattino quando Garibaldi entrò in Palermo e fece la sua prima sosta in Mercato Vecchio, ove raccolse le sue schiere fortificandosi con barricate e donde si avanzò quindi verso il centro della città in direzione di piazza Bologni. Garibaldi pose colà il suo quartiere generale in un col Comitato generale d'insurrezione, presieduto da Gaetano La Loggia.
La sera del 27 maggio Palermo pressoché tutto era già in mano dei Garibaldini e degli abitanti insorti. 1 Borbonici tenevano fermo parte nel palazzo Reale a sud e parte a Castellammare a nord e nell'interno alcune caserme ed edifizi da loro ancora occupati mantenevano le comunicazioni fra questi punti principali.
Queste comunicazioni furono però tosto interrotte dai Garibaldini che si spinsero sino a porta Macqueda ed occuparono la piazza della cattedrale in vicinanza del palazzo Reale. Quando il generale Lanza si fu chiarito ch'essi erano oramai padroni della città e che i suoi soldati non reggevano in faccia ad essi, ordinò loro di rientrar nei quartieri e cominciò a bombardar la città dal castello di Castellammare, mentre la squadra apriva anch'essa il fuoco,
li bombardamento era diretto particolarmente contro la parte centrale di Palermo ove Garibaldi aveva posto il suo quartier generale e cagionò danni gravissimi senza
(1) Storia illustrata della Guerra (VItalia nel 1SG0-61, per G. Strafforello.
19 — I,a Patria, voi. V.