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La Patria. Geografia dell'Italia
Sicilia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1893, pagine 684

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   l'alenilo
   14-1
   
   
   zione N'azionale di Palermo (1S91-92).
   loro squadre; ma fu però presa ron non molta difficollà dai consoli roniani A. Atilio Calati no, e G. Cornelio Scipione nel 154 av. G. (Poi.in., i, 21, 21-, 3S; Zonah., vm, 14; 1 lion., xxin, 1S. p. 505).
   In seguilo divenne una delle principali stazioni navali dei Romani per tulio il rimanente della guerra e, per la stessa ragione, un punto della massima importanza per le loro operazioni strategiche, come attestano concordemente Diodoro e Polibio.
   Immediatamente sotto le mura di Panormo i Cartaginesi sotto Asdrubale furono sconfitti da L. Cecilio Metello nel 250 av. C., in una delle battaglie più decisive della suddetta prima Guerra Punica (I'oun., i, 10; Zonar., vm, 14; Onos., ìv, (J). A Panormo ancora i Romani dovettero sostenere una lunga lotta con Amilcare Parca il quale erasi impadronito, come già abbiamo detto, del \iciri monte isolalo lleirkta (monte Pellegrino), mantenendovisi per ben tre anni nonostante tutti gli sforzi dei Romani per {sloggiamelo. Essi furono perciò costretti a formare un campo Irince-rato davanti a Panormo alla distanza di soli cinque stadii dalle falde di monte Pellegrino (Polir., t, 50, 57).
   Dopo la conquista della Sicilia pei Romani, Panormo divenne una città municipale, ma godè di una condizione privilegiata, conservando la sua libertà nominale e l'immunità dalle gravezze ordinarie imposte alle altre città della provincia (Cicerone, Verr., tu. G). Cicerone la ricorda nelle Verrine come una città florida e popolosa ed una delle principali dell'isola fra le marittime e commerciali
   Nell'assetto delle faccende siciliane che par susseguisse alla guerra con Sesto
   i i