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La Patria. Geografia dell'Italia
Sicilia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1893, pagine 684

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Palermo
   1-139
   sino alla sita morte nel 118G. La leggenda soggiunge clic nel 162-1' le sue reliquie rinvenute mitigarono la peste che infieriva in Palermo e che rincrudì quando si dubitò dell'autenticità di esse relìquie; solo quando cessò il dubbio e le reliquie furono portate in processione solenne la peste cessò intieramente. Codesta processione rinnovasi ogni anno in Palermo (11-15 luglio) con musica, illuminazione e fuochi d'artifizio la sera; le suddette reliquie che si conservano nel Duomo in una urna d'argento, sono portale in giro per la città in un con la statua, d'argento anch'essa, della Santa sopra un carro colossale tirato da 31 buoi. In questi ultimi anni però le processioni furono vietate per legge.
   Torre dei Diavoli. — Scendendo verso il letto del fiume Oreto, a sinistra, sorgono le nude mura di un antico edilìzio di bellissima architettura gotica, portante
   le armi dei Chiaramonti, e clic il volgo indica col nome di Torre dei Diavoli,
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   Da San Ciro per via Ricascasi va a Santa Maria di Gesit, convento (ora caserma) edificato nel 11-29; è rinomato per la sua magnifica situazione e il bel panorama che vi si gode dell'adiacente campagna e di Palermo. La cappella San Bernardino conserva ancora avanzi di freschi dipinti probabilmente verso il 1450 da Fra Lorenzo da Palermo.
   Dietro la chiesa San Ciro, sotto lo scosceso monte Griffone in alto, sclnudonsi nella roccia parecchie grotte, fra cui la Grotta dei Giganti, a quasi due chilometri dal mare a cui sovrasta G7 metri, alta G nielli e larga 3. Vi si rinvennero nelle hroccie ossa di due specie d'ippopotami (Major e Pentlandi) e di una specie antica di elefante (Elephas antiqum).
   A nord di S. Giorgio dei Genovesi si scende a piazza del Castello alla cui estremila orientale giace sulla spiaggia Castellammare distrutto in gran parte nel 1860. Piazza Castello forma il lato occidentale del porticciuolo La Cala, assai più vasto ancora nel secolo X, come quello che dividevasi alla sua estremità in due bacini, che addentravansi nella città a ovest e a est. Goll'innalzarsi incessante della costa si ristrinsero in un sol bacino di poco fondo ed accessibile soltanto alle piccole barche.
   jNoi dintorni dì Palermo va segnalala una colonna eretta sopra uno scoglio del mare, con sopra una statua della Madonna (fig. 49).
   A Belmontc (Mezzagno) vedesi un monumento eretto nel 1SS2 nel luogo presso Gihilrossa ove accampo Garibaldi coi suoi Mille prima della presa di Palermo il 2G maggio 18G0.
   Gen'ni storici. — Quantunque il nome di Panormo (Palermo) derivi, come abbiam visto, dal greco, essa non era una colonia greca, ma indubitatamente d'origine fenicia e par fosse uno dei primi stabilimenti di quell'antica gente mercantile in Sicilia. Quindi, quando la potenza delle colonie greche nell'isola costrinse i Fenici a concentrarsi nella sua porzione più occidentale, Panormo, in un con Motya (S. Pantaleo) e Solus (Solatilo) divenne una delle loro sedi principali (Tucid,, vi, 2). Non troviam menzione esplicita del nome fenicio della città. Per l'innanzi erano attribuite a Palermo le monete fenicie che portavano la leggenda Machanat; però questa parola, che significa un campo, come i Castra Romani, non si riferisce a Palermo. Secondo l'opinione che presentemente prevale, son da attribuire a Palermo le monete fenicie colla leggenda Ziz (fiore), che sarebbe perciò il nome semitico di Palermo: tanto più che si hanno delle monete che portano la leggenda: w (de'cittadini
   di Ziz). V
   Nulla sappiamo intorno all'istoria primitiva di alcune di codeste colonie fenicie in Sicilia o del modo onde furono staccate dalla dipendenza della madre patria e