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Parte Quinta — Italia Insulare
S'entra nella grotta o chiesa per nn vestibolo coperto con colonne attorte che sorregge l'organo e segue la prima porzione aperta della chiesa (la navata per così dire) confinata a destra da roccie sporgenti e con tre cappelle a sinistra : s'entra quindi nella sacra grotta con un grande altare e baldacchino soprastante di legno con una statua della Madonna del Sozzi. Nella parete a destra rilievo dell'incoronazione della Santa, eletta protettrice di Palermo, per mano di Cristo, indi il suo cenotafio con iscrizione. Nella vòlta rocciosa doccioni di piombo raccolgono l'acqua sgocciante la quale, condotta in un serbatoio, si dà a bere ai divoti. Nella parete sinistra sotto stalattiti sta Vulture di Santa Rosalia, sotto un tettino di marmo sorretto da colonne. Sotto l'altare giace, illuminata, la statua marmorea della Santa, bel lavoro del fiorentino Gregorio Tedeschi, stupendamente descritta dal Goethe nel suo Viaggio in Italia,
— Dal peristilio sorretto da due colonne spirali e selciato di piccoli ciottoli — scrive ancora il precitato Gregorovius — scendesi nella grotta in cui cercò rifugio la Santa e soffrì il martirio. Dalla vòlta geme l'acqua continua in canaletti di latta. Il coro stendesi a destra e sinistra, ma la messa, nel verno, celebrasi, a cagione dell'umidore e del freddo, nell'attiguo convento. Sotto l'altare, il di cui baldacchino è sorretto da quattro colonne di pavonazzeto e nel luogo stesso ove la Santa subì, giusta la tradizione, il martirio, giace dietro un graticcio, la sua immagine marmorea maravigliosamente bella come la descrive il Goethe. Ella appoggia il capo sulla mano destra mentre la sinistra stringe una verga d'oro. La sua fronte è ornata di una ghirlanda di rose d'oro, e di pietre preziose ed a' suoi piedi scorgesi un teschio ed un libro di preci. Dietro ad essa sta un angelo con un giglio d'oro Le sue labbra sono semi-aperte, si che par che la dorma e l'inceito lume della lampada e le lamine d'oro che rivestono la parete accrescono l'illusione. Gregorio Tedeschi fu l'artista clic condusse la bèlla immagine la quale è però troppo carica di ornamenti. Ogni dito è coperto di anelli e, oltre i monili di perle e di corallo, rifulgono sopra il suo seno le croci degli ordini di Ferdinando e di Malta. L'odierna manìa delle croci non ha risparmiato nemmeno la Santa! —
Dal santuario un sentiero aspro anzichenò conduce ad un tempietto con la statua colossale di Santa Rosalia (senza testa), visibile a grande distanza ai naviganti; e dietro il convento un altro sentiero sassoso sale al telegrafo semaforico (507 metri) da cui si gode di una veduta unica al mondo.
A destra il promontorio Gallo che si avanza nel mare, indi il Billiemi con le sue cave di marmo, l'aspro Cuccio, il Caputo, su cui torreggia Monreale e il Moarda con Parco; a mezzodì d, Palermo, il Falcone e il Grifone, e qual chiusura della pianura opulenta, il monte di Bagheria e il Catalfano ; nell'estrema lontananza, le Madonie e Ustica. In una giornata di limpido cielo, con buona vista si può scorgere anche l'Etna : alcuni affermano di scoprire anche le Lipari e le coste della Calabria.
Il suddetto monte va anche rinomato per due fatti nell'istoria. Nella prima Guerra Punica il generale cartaginese Amilcare si pose, nel 247 av. C., a campo sul monte coi suoi soldati e le loro famiglie e rimanendo per ben tre anni in quella specie di fortezza naturale in comunicazione con la squadra, sfidando i Romani e facendo scorrerie per terra e per mare. Era il preludio alle battaglie strepitose del suo figliuolo Annibale; solo nel 244 av. C. abbandonò, non vinto, monte Pellegrino, ritirandosi a monte Erice, ora monte San Giuliano.
Maggior celebrità diede a monte Pellegrino la predetta Santa Rosalia, nipote di re Ruggero, nata nel 1130; fuggendo già sin da dodici anni i piaceri mondani, ella passò parecchi anni nella penitenza e nella preghiera in una spelonca del monte Quisquina, finché un angelo la trasportò sul monte Pellegrino ove dimorò