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La Patria. Geografia dell'Italia
Sicilia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1893, pagine 684

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   l'alcriiio
   ed elevasi su tre gradini, e quello di Guglielmo II, di marmo. Nella scala dell'annesso Monastero sono due grandi dipinli, uno eseguito nel 1635 da Pietro Novelli, l'altro rimpetto è del Velasquez e rappresenta Guglielmo II che per la rivelazione della Beata Vergine cava i tesori celati da Guglielmo I suo padre.
   Monastero di San Martino. — Dal monastero di Monreale si può salire sulla vicina montagna, dove sorgono i resti di una antica fortezza saracena, detta il Castellacelo o Castel saraceno, e di 11 discendere, per sentieri ripidi, al Monastero di San Martino che dista 10 chilometri da Palermo, in una valle detta dagli antichi Gcmizia, ed oggi di San Martino dal nome della Badia. Esso, secondo una antichissima tradizione, fu fondato dal pontefice S. Gregorio Magno, e viene considerato come uno dei sei monasteri, che il detto Santo fondò in Sicilia nelle possessioni di sua madre Silvia. Fu d8rutto dai Saraceni e sulle rovine dell'antico, il B. Angelo Senisio con altri cinque monaci usciti dal monastero di S. Nicolò del Bosco vicino a Catania, nel 1340, vennero a riedificarlo. Da quel tempo in poi cominciò a crescere in beni e splendore. Il fabbricato è bello e simmetrico, e merita attenzione il prospetto principale, insieme con la scala nobile, opere del famoso architetto Venanzio Marvuglia. Nell'atrio si ammira la statua equestre di S. Martino, dello scultore Ignazio Marabiltì. Nel refettorio, un affresco del Novelli, rappresentante Daniele nella fossa dei Leoni. Nella chiesa il bellissimo Coro lavorato a rabeschi e figure e decorato da sei grandi quadri del napoletano Paolo de Matteis, allievo di Luca Giordano. Nella nave della chiesa il quadro rappresentante San Benedetto ed i principali fondatori di ordini, ò del Novelli; quello dei Ss. Ite Magi, viene attribuito allo Zoppo di Ganci; il San Giovanni, è del Paladino. Nel lato sinistro la Vergine e San Benedetto è pure del Novelli.
   Il monastero, prima della soppressione del 1S6G, possedeva ancora una ricca Biblioteca, ora distrutta, un Museo pregevole per diverse collezioni ed una discreta Pinacoteca. Tutti questi oggetti furono trasportati a Palermo, e divisi fra le duo Biblioteche ed il Museo. Il monastero è convertito adesso in colonia agricola.
   Baida. — Sì può tornare a Palermo per Bocca di falco e pel villaggio di Baida. Questo è di origine araba; Baida vuol dire bianco, e questo nome deriva forse dalle vicine cave di terra bianca. Questo villaggio abitato da Musulmani fu concesso, nel marzo 1177, da re Guglielmo II all'arcivescovo di Palermo, cessione riconfermata da Federico II. Esso passò poi ai Chiaramonte, i quali lo perdettero quando il figlio di Manfredi Andrea, fu decapitato come colpevole di tradimento e i suoi boni confiscati. Nella casa di delizie che ivi contigua avevano gli arcivescovi, e ch'era da mollo tempo rimasta in abbandono, il re Francesco I Borbone fondò poi un ospedale di informi, che tuttavia si mantiene a regie spese. Ammiratisi ancora nella chiesa una bellissima statua del Battista, che l'arcivescovo Patèrno fece scolpire dal Gagini Nell'interno del cenobio rimangono vestigia dell'antico chiostro con gli stemmi dei Chiaramonte, e vi appartenevano alcune colonne pregevoli por lo studio del carattere artistico di quel tempo, che trovatisi ora trasferite nella chiesa. Sulla montagna vicina si osservano infine vestigia dell'antico casale o villaggio di Baida e considerevoli avanzi di un vivaio.
   Monte Pellegrino (fig. 46). — Sorge ad un'altezza di 597 metri sul livello del mare, a 3 chilometri da Palermo, perfettamente isolato fra la pianura e il mare. E la Heirkta degli antichi, formato di massi irregolari di calcare bigio primitivo. Dalla parte della Conca d'Oro è in qualche punto alquanto acclive ma interamente scosceso dal lato del mare. Vi si sale per una via serpeggiante detta la Scala e vi si va da Palermo per porta San Giorgio lungo il porto, le Prigioni e il Casino Belmonte, splendida villa costruita da Giuseppe Ventimiglia. principe di Belmonte.
   Il monte Pellegrino è cinto ognintorno da precipizi e solo un displuvio od avvallamento naturale verso Palermo rese possibile la costruzione della suddetta strada.