Palermo
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Fontana del Garrafko. — Questa, leggiadra opera di scultura che trovasi ivi piazza Marina dirimpetto il palazzo delle Finanze, sorgeva prima in un punto recondito della via Argenteria. Abbellito da poco 31 piano della Marina, vi fu trasportata a ornamento. Consiste in un'idra a varie teste dalle quali scorrono le acque che precipitano in due ordini di fonti sostenuti, i quattro del primo, dalle code di quattro delfini, e quelli del secondo dalle loro teste. L'idra è sottoposta ad un'aquila sul dorso della quale signoreggia la statua dell'Abbondanza.
Questa fontana era stata collocata nell'antico locale nell'aprile del 16US da Paolo Amato, architetto del Senato, e venne detta dall'araba parola gara fio, che significa prender L'acqua alzatalo la mano.
Fontana Pretoria. — La piazza Pretoria è tutta occupata dalla magnifica fontana di marmo che è tra i più belli monumenti d'arte di Palermo e anche di Europa, e che certo risalterebbe viemaggiormente se sorgesse in locale più largo. E lavoro ilei due artisti fiorentini, Francesco Ganiiliìuni ed Angelo Yagherino, eseguito vtrso il 1552, a cui prese anche palle il rinomato frale Angelo da Monlorsoh.
Nel primo ordine codesta fontana è contornata da una balaustrata di marmo bianco che posa sopra tre gradini, e dai quattro aditi che vi sono lasciati si perviene iu un ripiano ove sono quattro peschiere; in ciascuna di esse si affacciano da sei nicchie altrettante teste colossali di animali diversi, e all'opposto, sull'orlo esteriore della balaustrata, quattro statue giacenti, ciascheduna in mezzo a due altre in piedi, versano dell'acqua in un'urna dinanzi. Nel secondo ordine è l'ampia conca del fonte con in mezzo quattro cavalli marini che portano sulla schic ua due arpie sostenenti un bacino in cui si bagnano quattro oche di inarmo, e dal centro del quale si levano quattro sirene dal corpo attorcigliato d'altrettanti delfìni e le quali alzano le braccia a sorreggere il secondo bacino ili mezzo a cui un gruppo di quattro genii con quattro piccoli delfìni serve di base All'ultima conca terminala dalla figura di un elegante putì ino che versa acqua largamente ila un cornucopia che ha tra le mani. Le acque vi scorrono da 50 zampilli; ventiquattro sono le teste animali e di mostri, e treniasette le statue di marmo bianco al naturale, adorne nella miglior parte d'iscrizioni in \ersi latini del celebre Antonio Veneziano, monrealcse, alludenti ai diversi numi che rappresentano.
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Nella via Principe Seordia ammirasi la statua del senatore e celebre industriale Florio (del 1875) non lungi dalla moderna gotica Chiesa Inglese.
Sui viali della villa Giulia le statue (o busti) del Bellini e del Rossini, del poela Meli, di Pietro Novelli il 1 lonrealese, di Giulio d'Alcamo, di Pacini, di Donizzelti, di Diogene, di Archimede, ecc. Nella stessa villa, verso il mare, trovasi un sepolcreto piantato di cipressi sparso di cenatali dei Siciliani più illustri.
Innanzi al bell'edilìzio della Stazione centrale sorge il monumento (statua equestre) a Vittorio Emanuele II; e tra non molto sorgerà, innanzi all'ingresso del giardino Inglese, la statua equestre di Giuseppe Garibaldi.
caserme
Caserma Trinità. — Già palazzo del conte 3latteo Saia fa ni, costruito nel 1330, comperato in seguilo dal Comune e trasformalo, nel 1432, da re Alfonso in Ospedale Grande, finché nel 1852 fu convertito in caserma. Nel muro meridionale della seconda corte è da vedere un celebre dipinto fantastico all'encausto rappresentante la Morte a cavallo che saetta poveri e ricchi, felici ed infelici. Si attribuisce, ma alcuni credono erroneamente, ad Antonio Crescenzio.
Caserma di San Giacomo. — La maggiore di tutte, in via Vittorio Emanuele.
Caserma dei RR. Carabinieri (tra Caserma San Giacomo e porta Nuova),