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La Patria. Geografia dell'Italia
Sicilia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1893, pagine 684

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   l'alenno
   Giardino Garibaldi. — Trovasi in mezzo alla ridente piazza Marina, ift lina specie di foro circondato di edificii pubblici. Anticamente il mare lambiva il lalo orientale della piazza; nel 18G3 il Municipio vi fece costruire la villa GarilMtli, piccolo ma delizioso giardino pubblico quasi nel centro della città. Recentemente fumavi rizzati su colonne marmoree 1 busti di Rosolino Pilo (caduto nel 18G0 per la libertà della patria), di Raffaele di Benedetto (morto nel 1867 combattendo contro i papalini), di Giuseppe Mazzini (morto nel 1872) e del La Masa (morto nel 1882).
   Passeggiata del Fono Italico alla Marina. — Questa magnifica passeggiata si svolge da porla Felice sino al mare. Nelle belle giornate d'inverno, la folla attratta dal sorriso del cielo inondato dai raggi del sole, e le sere d'estate dall'aura fresca che vi spira, dalle note musicali che echeggiano da elegante teatrino che vi s'innalza nel centro, e dalla vivida luco di centinaia di fiamme, vi si riversa tutta a ricrearvisi. Nella primavera i due filari di alberi lungo le mura ne accrescono l'incanto colla vista e il profilino dei loro lori. È fiancheggiata a sinistra da banchina coverta di lastre di pietra che serve di riparo agli urti del mare su cui essa sorge, e di delizioso passeggio, il largo corso di mezzo è per le carrozze.
   La vista delle onde azzurre del golfo e dei promontori dalla simpatica tinta che con le loro belle forme la chiudono dai due lati, e l'aura fresca che vi si respira, amena la rendono ed incantevole a coloro stessi clic la visitano sempre, e molto più ai forestieri che non si stancano dal mirarla.
   Giardino Inglese. — Per via della Libertà, ornata di platani, si va al Giardino Inglese, ricco di palmeti, pineti, agrumeti, vasche d'acqua, fiori in abbondanza e belle vedute. A sinistra di chi entra veggonsi i busti di Garibaldi e di Nino Bixio, del Delisi.
   Le Mura dei Cattivi. — Passeggio sui baluardi, ornato di fiori e sedili marmorei e con panorama magnifico. Fu costruito nel 1S23, e chiamato Mitra dei coltivi pecchi vuoisi che in quei luoghi i vedovi mariti (che in linguaggio popolare diconsi cattiti) andassero a sospirare le defunte spose !
   istruzione
   L'Università (sia Macqueda). Già Casa dell'Ordine dei Teatini, convertita nel lòU5 ni Università. Il bell'edilìzio contiene ora un ricco Museo mineralogico (fra cui una compiuta collezione degli zolfi siciliani), geologico, paleontologico e zoologico (fra cui i pesci del mar di Sicilia). Vi si trovano inoltre una collezione di anatomia comparata, un gabinetto fisico, uno fisiologico, uno anatomico e due chimici. Nel vestibolo e nella sala posteriore stanno i busti dei professori più rinomati dell'Università, alcuni dei quali di valore artistico. Aggregata all'Università trovasi la Scuola d'applicazione degli ingegneri.
   L'Università di Palermo ha mantenuto onorevolmente il suo nome e il suo grado essendo tra le prime d'Italia; accresciuta successivamente di cattedre, vi sono accorsi a leggersi le scienze tali uomini illustri, dei quali la storia delle lettere italiane ricorda con patrio orgoglio i nomi. Il Gregorio vi insegnava ii diritto pubblico siciliano, il Sergio e il Balsamo la pubblica economia e l'agricoltura, lo Scinà la fisica sperimentale, mentre il Piazzi dettava astronomia nell'Osservatorio, supplito di poi da Nicolò Cacciatore, il Tineo la botanica, il Fodera e il Gorgone le scienze mediche. Sino a pochi anni or sono il prof. Gregorio Ugdulena, che tanta sapienza racchiudeva nella sua mente, insegnava le lingue orientali. Prima del 1848 v'insegnarono anche l'illustre Emerico Amari il diritto penale, e monsignor D'Acquisto la filosofia. Il poeta Meli vi fu professore di chimica.
   Nell'anno scolastico 1889-90 gli studenti inscritti alle varie facoltà erano 1224, più 64 uditori.