Palermo 1-125
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Sullo stesso muro è ima campana, la quale anticamente serviva per chiamare il popolo a parlamento per le cose pubbliche. Nell'atrio, su di una fonte, scorgesi un antico gruppo in marino di nessuna importanza artistica rappresentante un uomo e una donna vestiti in abiti romani; gruppo forse de' tempi in cui la Sicilia era dominata dai Romani. A' piedi dello scalone è collocata, sopra una piccola colonna di porfido, una conca di marmo bianco, nella quale ù scolpito il genio di Palermo con attorno questa iscrizione; Panormus conca aurea, siios devorai, alintos nulrif. Per lo scalone, costruito nel 159:6, si sale nel piano di rappresentanza del palazzo, e tra le prime sale incontrasi quella cosi detta delle lapidi, dove sono iscrizioni che ricordano fatti e nomi più importanti nella storia del Comune. Nella sala del Consiglio al primo piano, statua greca di Anlinoo (o forse meglio di un giovine Bacco (Dionysos , ).
Palazzo Abbatelu (via Alloro). — Celebre edilizio del 1195, con iscrizione indicante che Francesco Abbatelli, grande siniscalco del Regno, fece edificare per se e per sua moglie Eleonora Solere di Barcellona il palazzo che legò, essendo morto senza discendenti, alle monache della Madonna della Pietà.
Palazzo Ajutamiciiisto (corso Garibaldi). — Costruito nel 1185 da Matteo Carnevale per Guglielmo Ajutainieristo, barone di Misilmeri, in istile di transizione dal gotico al Rinascimento. 11 bell'atrio interno è ben conservato. Secondo un'iscrizione presso la porta vecchia, albergarono in questo palazzo l'imperatore Carlo V (1535) e Don Giovanni d'Austria, il vincitore di Lepanto (1574).
Palazzo Valguauneua (dietro la Croce di Vespro). — In istile barocco, con una quantità di busti. È posseduto dal principe di Ganci.
Palazzo Settimo (via del Teatro Santa Cecilia). — Quivi abitò sino al 1849 il celebre Ruggero Settimo proclamato, nel 1818, dal Parlamento presidente del regno e padre della patria. Nel palazzo contiensi la Biblioteca Settimiana con preziosi manoscritti risguardanli la città di Palermo.
Palazzo delle Finanze (corso Vitt. Kmanue^e).H-Fu edificato nel 1578 dal viceré Marc'Antonio Colonna ad uso di dogana, ina nel 1595 vi furono invece collocati i Tribunali di giustizia nel piano superiore, e le carceri o Vicarìa nell'inferiore, che vi durarono fino al 1810, quando per ordine di Ferdinando il furono costruite le Grandi Prigioni fuori della città. In quell'occasione Fedifìzio fu rinnovato e vi fu aggiunto il portico.
Palazzo San Cataldo (piazza Marina), — Moderno, in buono stile gotico. Questo palazzo ha, nel vicolo Patagonia all'Alloro, altra facciata dell'antico palazzo in puro stile del Cinquecento.
Palazzo Forcella, ora Baccina (presso porta dei Greci). — Palazzo moderno in istile normanno con belle sale in stile normanno, saraceno e pompeiano.
Palazzo dei Principi di Cattolica (via Cintorinai e piazza Cattolica). — Grandioso edificio del secolo XV, ma intieramente trasformato e con bell'atrio ad archi; esso è ora proprietà del sacerdote Briuccia.
Palazzo Geraci (corso Vittorio Emanuele). — In istile del Rinascimento, ricostruito con disegno non men ricco che grandioso e con stucchi eleganti nel vestibolo dal Marvuglia nel 1790. La scultura nella porta di mezzo e nel grande terrazzino sono del Marabitti. Dal 1860 vi si trova il Nuovo Casino, ritrovo del mondo elegante.
Palazzo Riso (corso Vittorio Emanuele). —- Nobile ed elegante costruzione del Marvuglia (1790) con atrio rinomato e magnifica sala al primo piano.
Palazzo Ugo delle Favare (piazza Boìogni). — È costruito in pietra da taglio, ed il grande balcone centrale sopra il portone è guarnito dì colonne di marmo bianco delicatamente fregiate di rilievi, e vi sorgono accanto le due statue della Giustizia e della Fortezza. La fabbrica è coronata in cima da una balaustrata di pietra.