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Parte Quinta — Italia Insulare
della cappelli, intaglio in legno del 1500. Nel 1650 il Municipio di Palermo fece costruire La cappella Senatoria, dedicata all'Immacolata. Nell'antisagristia havvi la statua di San Giorgio, scolpita dal Gagini. Nel grandioso convento attiguo radunossi nel 1818 il Parlamento siciliano; ora vi sono stabilite due sezioni di Corte d'assise.
Chiesa ed Oratorio dì Santa Gita (via Val verde) (fig. 28). — Edificata nel 1586, con belle sculture del Gagini. Ammirevoli i bellissimi bassorilievi del secolo XVI in fondo al coro dietro l'altare maggiore. Nell'Oratoria, che è addossato alle spalle della chiesa, si ammirano i superbi stucchi del Serpotta, il quadro del Rosario di Carlo Marolti e la più grande e bella lastra d'agata che sia in Sicilia.
Oratorio della Congregazione di San Lorenzo (via dell'Immacolata). — Del 1564, con rilievi in 'stucco del Serpotta e la Presentazione al Tempio di Michelangelo Caravaggio all'altare maggiore. Sedili d'ebano incrostati di avorio e madreperla.
Oratorio del Rosario (via Bambinai). — Del 1578, con superbi stucchi di Giacomo Serpotta e la Madonna del Rosario del Van Dyck, da lui dipinta a 25 anni in Palermo, ed una delle migliori sue tele.
PALAZZI
Palazzo Beale (presso porta Nuova). — Molti hanno affermato che nel sito ove oggi si eleva il palazzo sorgesse una antica rocca nei tempi dei Romani; però di essa non si ha alcuna certezza. Nel IX secolo era lì il palazzo degli Emiri, che, secondo il costume mussulmano, era più presto una cittadella che un palazzo; distrutto e riedificato più tardi dal conte Ruggero, e ingrandito da Guglielmo I che vi aggiunse una seconda parte.
Il viceré Giovanni De Voga nel 1553 fe' abbattere una torre, detta rossa, costruita di mattoni, perchè impediva alla reggia la vista della città. Più tardi il viceré, duca di Macqueda, tolse alla parte centrale ogni vestigio di antica architettura, e vi fe' invece costruire il prospetto attuale con finèstre e balconi. Delle due torri, la Greca è interamente scomparsa sotto le moderne fabbriche; la Pisana esiste tuttavia, cioè quella di Santa Ninfa. Entrando si riesce in un atrio con quattro portici intorno, sostenuti da grosse colonne di macigni, cavate dalle montagne del Pellegrino, e per due scale si ascende ai due piani superiori. Nel secondo sono i reali appartamenti, tra i quali a sinistra è la sala detta del Parlamento, perchè quivi facevasi dai re di Sicilia, o da chi li rappresentava, l'apertura del Parlamento siciliano; ora è decorata di belli affreschi, dipinti dal Velasquez. All'ingresso degli appartamenti è la sala dei viceré, così detta dai loro ritratti clic l'adornano; quindi quella del trono, quella dell'udienza e altre ancora. — Del tempo dei Normanni non limane che la famosa Cappella Palatina (vedi pag. 95) e la bella Stanza di Ruggero.
Palazzo Arcivescovile (lato occidentale della piazza del Duomo). — Edificato nel 1460 ed ampliato in seguito, con sul portone lo stemma dell'arcivescovo Simone Bologna che lo fece edificare e un terrazzino marmoreo ornato di scolture di Vincenzo Gagini (1579).
Palazzo Municipale (piazza Pretoria). —Edificato nel 1463, ma rinnovato nello stile del secolo XVI dall'architetto Giuseppe Damiani. Sul muro della facciata principale si leggono le seguenti iscrizioni, che ricordano due avvenimenti storici importantissimi: Qui , Il 27 maggio 1860 , Giuseppe Garibaldi J Duce dei Mille e del popolo insorto , Dava l'ultimo crollo \ Alla tirannide dei Borboni hi Sicilia , Prodigioso trionfo , Per la libertà d'Italia \ Il sole del 31 marzo 1282 , E del 12 gennaio 1848 , Tornava a risplendere \ Sulla città combattente e vittoriosa. = A* 21 ottobre 1860 , Il popolo siciliano votò \ Volere \ Itcdia una e indivisibile \ Con Vittorio Emanuele , Re costituzionale \ E suoi legittimi disceìidenli \ Di 432,720 votanti , 432,035^infermarono.