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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Aquila - Chieti - Teramo - Campobasso
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 379

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Mandamenti e Comuni del Circondario di Penilo •iur.
   Morrò d'Oro (2700 ah.). — A 213 metri sul mare e a 3 chilometri da Notaresco, in colle e con territorio ferace segnatamente d'olio e di vino.
   Nel Comune di Morrò d'Oro sorge la celebre chiesa di Santa Maria di Propez-zano (tig. 68), la (piale ebbe origine antichissima e fu forse in prima un tempio pagana trasformato in seguito in basilica cristiana per l'apparizione della Vergine secondo una pia leggenda, probabilmente il 10 maggio del 715. Coll'andar del tempo divenne un'abbazia splendida e ricchissima ed ebbe la signoria feudale di due terzi del mandamento di Notaresco e il dominio spirituale di tutte le popolazioni circostanti. Nulla però si sa della sua storia dalla fondazione al 1396, nel (piale anno gli Acqua viva se ne appropriarono il patronato e parecchi fra i suoi abati divennero vescovi e cardinali.
   La facciata della chiesa, distinta in due corpi di fabbrica, è di stile semplice con cornicione ornato di un piccolo fregio in mattoni confinati e di un'elegante finestra tonda formata da più centri concentrici, con belle decorazioni in terracotta e di un effetto vaghissimo alla vista. Le sorgono a fianco una torre quadrata a uso di campanile a due piani ed un edilizio imponente che formano l'antico chiostro. Si sale alla chiesa per un ampio portico di tre archi a sesto acuto, sorretto da colonne con capitelli senza fregio : l'interno di questo portico od atrio era tutto dipinto a fresco con rappresentazioni di tre pellegrini dormenti sotto un albero di corniolo e dell'apparizione ad essi della Vergine secondo la suddetta leggenda. Di questi dipinti più non rimangono che i due pontefici Martino V e Bonifacio IX i quali recano in mano, scritti con caratteri gotici, i privilegi da loro concessi alla chiesa. La porta cosidetta Bantu, che schiudesi al pubblico nella festa del 10 maggio e dell'Ascensione di Cristo, è la meglio conservata e si compone di più archi a tutto sesto, basati sur un gruppo di quattro colonne con bellissimi capitelli, il tutto ornato (li fregi, meandri, fogliami squisitamente intagliati, festoni e rabeschi vaghissimi. È un monumento pregevole di arte della line del XIII o del principio del XIV secolo.
   Nell'interno la chiesa di Santa Maria di Propezzano è a tre navate con archi sorretti da pilastri a guisa di colonne: al pari della facciata esterna fu però restaurata in tempi posteriori e probabilmente quando i cardinali Acquaviva governavano l'abbazia col titolo di abati coiiunendatarii. Delle pitture che ornavano le pareti nulla or più rimane: e quelle che vi si veggono furono eseguite in varii tempi e da varie mani. Fra alcune rozze e triviali non è spregevole una Vergine con le mani giunti in orazione e la scritta: Ecce anelila Domini. Sulle pareti è ripetuto più volte lo stemma gentilizio degli Acquaviva, un leone azzurro in campo d'oro, stemma che vedesi anche in pietra nella facciata della chiesa. 11 gran quadro a olio dell'altare maggiore rappresentanti VAssunta, con un bel contorno di angeli, è una buona copia del rinomato di Bartolomeo Borghese che ammirasi nella chiesa del Monte di Pietà a Napoli.
   L'ampio chiostro, donato nel 1580 dal cardinale Ottavio Seniore in un con la chiesa, il campanile, le campane, ecc. a Fra Giovanni di Calaselo, provinciale degli Osservanti, fu abbellito da Sebastiano Majeski il quale vi dipinse la Creazione del mondo, VAnnuii'