Stai consultando: 'La Patria. Geografia dell'Italia Provincie di Aquila - Chieti - Teramo - Campobasso', Gustavo Strafforello
Pagina (269/386) Pagina
Pagina (269/386)
La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Aquila - Chieti - Teramo - Campobasso
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 379
Mandamenti e Comuni del Circondario di Penilo
•iur.
nell'arte meccanica, di stipetteria e d'intaglio, di costruzione civile e pittura murale di figulina e di modellazione in terracotta.
Industria e commercio. — Molto attivi ambedue. La prima annovera fabbriche di paste alimentari, fornaci da calce e da laterizi, fabbriche di estratto di liquirizia, di olio di oliva, ecc. Grande il commercio d'olio, di vino, di granaglie principalmente. E a proposito di vini, lo storico Alitinoci narra che Annibale, dopo la battaglia del Trasimeno, accampatosi nel territorio di Atri, trovò tale abbondanza di vino, che potè servirsene non solo per tutto l'esercito, ma anche per lavare i cavalli malati di scabbia.
Grotte d'Atri, —- limoniate come monumenti dell'altissima antichità d'Atri sono le grotte nelle viscere di una collina discosta circa mezzo chilometro dalla città, che voglionsi congiunte sotterraneamente alla cattedrale. Credesi per alcuni fossero carceri, ma altri tengono, e con maggiore verosimiglianza, formassero una necropoli degli antichi abitatori d'origine etrusca. I)a recenti studi, fatti dagli archeologi, si è assodato che dette grotte non sono che grandiose conserve d'acqua di costruzione preromana.
Cenni storici. — Favolose (scrive il Dindi) sono le origini di Atri [Adria) e fra gli antichi e i moderni 11011 fuvvì archeologo che non toccasse delle origini di questa città, le quali smarriscono nella notte dei tempi. Ne trattarono, fra gli altri, Alessio Simmaco, Mazzocchi, il Bochard, l'Orlandi, l'abate Lanzi, il Sorriccliio e l'eruditissimo Serafini. Atri fu, al fermo, una delle più cospicue ed illustri città dell'Italia antica, come attestano ì monumenti di ogni fatta, le rozze e pesanti monete antichissime illustrate da Melchiorre Delfico e le epigrafi, pubblicate dal Muratori, dallo Zaccaria, da Nicolò Sorriccliio, dall'Alitinoti, dal Moninisen e recentemente dal compianto professore Gabriello Cherubini. Nò manca chi, sull'autorità di Plinio, di Strabene, fra gli antichi, e del predetto Mommsen fra i moderni, sostiene che il mare Adriatico derivò il nome da Adria, ora Atri.
Riandiamone rapidamente la storia antica e moderna. Situata a circa 8 chilometri dall'Adriatico, fra i fiumi Vomano e Piomba, distava 15 miglia romane da Custrum Novum (di cui tratteremo sotto Giulianova) e 14 da Teate (ora Chieti). Fu supposta con molta probabilità, di origine etnisca e colonia della assai più celebre città omonima situata nella Gallia Cisalpina, tra i fiumi Po ed Adige, quantunque non abbianvi prove storiche del fatto. Fu anche ammesso generalmente che vi fu fondata una colonia greca da Dionisio il Vecchio, quando tentò di stabilire la sua potenza sull'Adriatico verso il 3S5 av. C. ; ma questa asserzione fondasi sopra un'autorità assai dubbia e non trovasi nell'istoria alcuna traccia successiva.
La prima e certa notizia storica di Adria è la fondazione di una colonia romana verso il 282 av. C. Durante la prima parte della seconda Guerra Punica (217 av. C.) il suo territorio fu devastato da Annibale; ma, 11011 ostante questa calamità, Adria fu una delle diciotto colonie latine che nel 209 av. C. rimasero fedeli a Roma e disposte a continuare il loro contributo di uomini e di denaro.
Come apprendiamo dal Liber de Coloniis essa dovè ricevere una nuova colonia probabilmente sotto Augusto: onde la trovi ani qualificata Colonia così in Plinio come nelle iscrizioni. Una di queste le dà il titolo di Colonia Aelia Hadria, di che ei parrebbe ch'essa era stata ristabilita dall'imperatore Adriano, la cui famiglia era oriunda del luogo quantunque egli stesso fosse nato in Ispagna.
Il territorio d'Adria (ayer Adrianus), quantunque compreso successivamente nel Piceno, par formasse 111 origine un distretto separato ed indipendente a nord col Vomanus (Vomano) e a sud col Matrinns (La Piomba); alla foce di quest'ultimo fiume sorgeva una città di nome Matrinum che serviva di porta ad Adria, la quale, secondo l'Itinerario Antonuiiano\ era situata alla congiunzione delle vie Salaria eValeria, circostanza che contribuì probabilmente alla sua importanza ed alla sua floridezza sotto l'Impero romano.