Stai consultando: 'La Patria. Geografia dell'Italia Provincie di Aquila - Chieti - Teramo - Campobasso', Gustavo Strafforello
Pagina (264/386) Pagina
Pagina (264/386)
La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Aquila - Chieti - Teramo - Campobasso
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 379
C1U
l'arte Quarta — Italia Meridionale
noi tennero a lungo nè vi lasciarono traccio. Al sopraggiungere dei Longobardi, l'Italia fu divisa in trentasei ducati e l'Abruzzo fu compreso nel ducato di Spoleto; Teramo divenne la sede del Contado e del Vescovato che ebbe principio nelPSSG. Nel luglio del 1057 Teramo ospitò papa \ ittore II il quale le concesse vaili privilegi, confermati ed ampliati da Anastasio IV.
« Nel 1077-78 Tigone di Malmozzetto, inviato da IJoberto Guiscardo il Normanno, s'insignorì di Teramo che, nella nuova conquista normanna, fu compresa nel ducato di Puglia. Ma i Normanni non la tennero che per 22 anni, dacché fu ricuperata all'Impero dal Guarnieri che governava in quel tempo il ducato di Spoleto e la Marca di Ferino e di Ancona. Teramo mutò poi per ben tra volte signoria; nel 1129, tornando sotto i Normanni; nel 1137, quando Lotario, rivale del re Ruggero, ne invase i possessi continentali e nel 11'ti, tornando di bel nuovo e durevolmente sotto il dominio di Ruggero, già re potente e glorioso della Sicilia, dell'Apulìa e della Calabria. La dinastia degli antichi conti fu spogliata di ogni autorità e il primo conte di stirpe normanna ricordato nell'istoria fu Roberto, gran giustiziere di Abruzzo, con residenza a Teramo.
< Sotto re Ruggero, al dire del Muzii, Teramo fu assediata da Roberto di Bassa-villa, conte di Loretello e, presa dopo lunga ed accanita resistenza, fu saccheggiata ed arsa. Il gran vescovo Guido ebbe poi licenza, da re Guglielmo I, di riedificarla. l\Iolte franchigie furono accordate alla città restaurata ed a' suoi abitanti dai re di Napoli, per intercessione di varii suoi vescovi. Se non che i malanni e le devastazioni ricominciarono con la morte dell'imperatore Federico IL Sotto papa Innocenzo IV, col pretesto che il reame era un feudo della Chiesa, gli Ascolani, aizzati dal legato, cardinale Capoccia, assaltarono Teramo, ne smantellarono le mura e ne portarono via le porte e gli ostaggi, commettendo molte altre barbarie e ruberie, come lasciò scritto il Marcucci, storico ascolano. Vescovi ed abitanti tutto posero in opera per ricondurre la città all'antica floridezza ; ma non venne lor fatto, sia per le guerre incessanti, sia pel nuovo assedio di Gualtieri signor di Bollante, caldo partigiano di Pietro di Aragona; sia inline perchè Carlo II d'Angiò, vedendo rifiorir la città, la sottopose, come tutte le altre città del regno, a tributo regolare da cui era andata sino allora esente. Rainaldo di Acquaviva fu l'ultimo vescovo clic godette della perfetta signoria di Teramo, ed a lui succederono Nicolò degli Arcioni (1317), Stefano da Teramo (1355) e Pietro de Valle (13GG) ; fu questo il periodo più splendido dell'istoria di Teramo, la quale fece acquisto di molti villaggi e castelli, ampliò il territorio, ottenne molti privilegi dai re di Napoli, segnatamente da Giovanna I, edificò molti conventi, molte chiese e superbi palazzi.
< Ma, come suol quasi sempre, non mancarono i guai, fra gli altri, la ribellione di Berardo da Teramo a capo di centocinquanta banditi; le scorrerie di Fra Morreale, del conte Landò, e di Annidano diMongardo; le guerre con gli abitanti di Campii nel 1301) e per ultimo il treinuoto del 1384.
i Calamità anche maggiori funestarono ili seguito la città, vogliamo dire, la scissura degli abitanti in due partiti accaniti clic trassero origine dalla inimicizia delle due potenti famiglie dei Melatini e dei Valle, mentre la casa potentissima degli Acquaviva metteva innanzi pretensioni al dominio di Teramo. Codesti partiti dilaniarono per ben 96 anni la città la quale, dal 153G al 1684, condivise la sorte di tutte le altre città del reame di Napoli, quella vale a dire di esser ridotta da stato autonomo alla misera condizione di provincia spaglinola.
« Nel 1684, mentre era viceré di Napoli il marchese del Carpio, Teramo divenne capoluogo di una nuova provincia staccata da quella di Abruzzo Citeriore (Chieti) e negli anni successivi fece progressi notevoli; il 24 maggio del 1776 fu restaurata la cattedrale, come abbia® visto, e compiuto ii bel cappellone ove furono trasportate solennemente, dal vescovo Sambiase, le reliquie dì San Berardo, nel 1788 fu fondata