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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Aquila - Chieti - Teramo - Campobasso
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 379

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   C1U l'arte Quarta — Italia Meridionale
   ed un arco tondo aperto in seguito e per molte finestre divise da colonnini lavorati riccamente e sorretti da leoni; sul portone si vede lo stemma dei Melatino (un melo con motto) scolpito nel 1372 da Bartolomeo di Maestro Giocondo. In Cazzano (frazione di Teramo) si notano gli avanzi del grandioso castello dei Melatino.
   Nel fronte d'una casi fabbricata sullo stile di quella dei Melatino. tra due finestre si trova una lapide colla scritta: A In parlare agi me.sura (fig. G4). Il fatto die diede origine alla lapide ritiensi provenga da Giosia Acquaviva, signore di Teramo, che per ricondurre la pace fr a i Melatiniani e gli Antonellisti, fazioni teramane in lotta fra loro, convocò nella cittadella sua residenza parecchi fra questi ultimi per renderseli ligii. Alcuni del primo partito, ciò saputo, forte se ne risentirono. Giosia dissimulando le ire verso lui rivolte partì per San Flaviano per accordare definitivamente i dissidenti. Tredici Melatiniani furono da lui ricevuti, ma nel cuor della notte li fece partire, e sull'altura di Santa Maria dell'Arco furono per suo ordine tutti impiccati. Ciò saputo gli avversari e inorriditi allo spettacolo del supplizio dei loro nemici, un di loro fece scolpire ad imperitura memoria la lapide ove sono raffigurate due teste guardantisi colla lingua fuori della bocca e trapassata da un compasso.
   11 palazzo Prefettizio è un'elegantissima costruzione moderna e nel Teatro Comunale è notevole il sipario c.    Il bellissimo ponte sulla Vezzola con undici archi, incominciato nel giugno del 1833 su disegno di Carlo Forti, fu ultimato ili capo a quindici anni di lavoro. E un'opera d'arte veramente ammirevole (fig. 05).
   Fuori porta San Giorgio, poco distante dal Giardino pubblico, si erge il castello medioevale del pittore Gennaro Della Monica, fatto costruire a sue spese e sotto la sua direzione.
   ANTICHITÀ
   Gli antichi Pretuziani furono valentissimi nelle arti, segnatamente nella scoltura e nella fondita dei metalli. Ne porgono testimonianza torsi di statue, alti e bassorilievi, bellissimi gemetti ignudi; alcuni leoni, dei quali tre grandissimi di pietra indigena; idoli ed altri bronzi; molte monete; pavimenti ben congegnati in musaico e belle urne cinerarie, lucerne ed altri oggetti in creta, attestano ch'essi furono anche valentissimi nell'arte figulina. F'n bellissimo musaico con un artistico leone circondato da un liceo festone di fiori e di frutta e che costituisce il pavimento del tabi iman di una ricca dimora romana del secolo II dopo Cristo, fu scoperto nel 1891 e vedesi intatto sotto Fattuale palazzo Savini.
   In vicinanza della chiesa di Santa Caterina furono, nel 1804, scoperte fornaci da cuocer vetri e crete e ruderi immensi, colonne, capitelli, alcuni fregi di architrave con inetope in cui veggonsi figurati arnesi guerreschi e gesta militari. Dell'antico anfiteatro è facile ravvisare la curva e ricostruire il disegno nella curva formata dalle case della strada che conduce al largo di San Bartolomeo. Aveva l'ingresso principale verso il mercato poco lungi da quello del teatro ed in mezzo ad essi sorgeva un tempio di Giunone.
   Presso la Stazione ferroviaria, ove secondo le cronache antiche terminava il suburbio d' Interamnia, e precisamente nella contrada odierna detta Fonte della Regina, stavano le Terme, che, a fare argomento dagli scavi, dovevano abbondar di colonne, di statue e di fini ìnarmi. Sino allo scorso secolo serbaronsi in uno stato migliore assai dell'odierno in cui non veggonsi che scarsi e miseri residui a circa cento metri dalla sorgente che doveva recai l'acqua ai Bagni; vi si vedevano celle, pogginoli, canali, fornaci, e nel 1783 il signor Bernardino Delfico, facendo scavare in ciuci luogo, vi rinvenne tre bellissimi busti di marmo dei tempi di Diocleziano che ammiratisi ora nel Museo municipale.