Stai consultando: 'La Patria. Geografia dell'Italia Provincie di Aquila - Chieti - Teramo - Campobasso', Gustavo Strafforello

   

Pagina (255/386)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (255/386)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Aquila - Chieti - Teramo - Campobasso
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 379

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   Teramo 249
   MANDAMENTI E COMUNI DEL CIRCONDARIO DI TERAMO
   APPARTENENTI AI. DISTRETTO MILITARE DI TERAMO
   Mandamento di TERAMO (comprende 3 Comuni, con una popolazione di 25.275 abitanti). — Territorio assai ampio, in monti, colli e pianure con boschi e pascoli, oltre i colti feraci di granaglie, olio, vino, già rinomato nell'aliti-cliità, frutta di ogni sorta, canapa, ortaglie.
   Teramo (20.006 ab.). — Sorge a 265 metri di altezza sul livello del mare, sopra un altipiano fra la Vezzohi e il 'l'ordino che confluiscono sotto la città. Era cinta anticamente di mura che avevano uno sviluppo di 4 chilometri con sette porte, delle quali notevole è ancora la l'urta Madonna (fig. 60). Ila vie ampie e diritte in gran parte, fra cui la bellissima via dei Tribunali, fiancheggiate da case regolarmente costruite e in gran parte modernamente abbellite ; la piazza Vittorio Emanuele ed altre piazze di bell'aspetto. Possiede pure un grazioso Giardino pubblico e alcuni viali magnifici. Dall'alto delle sue colline si vede la lunga distesa dell'Adriatico.
   EDIFIZI SACRI
   L'antica cattedrale di Teramo dedicata alla Vergine fu, al dire del Dindi, distrutta quasi per intero dal conte Roberto di Bassavilla eccettuate due cappelle che formano ora la chiesetta di San Getulio, altrimenti detta Sant'Anna, appartenente ai signori Pompetti. Anche oggidì si mostra la base della vecchia torre in pietra di forme belle e grandiose, detta volgarmente, in un colle fabbriche attigue appartenenti alla chiesa vescovile, Casa di San Berardo, ed un interno in cui aniuiiransi vòlte a croce, che poggiavano sopra colonne con capitelli d'ordine jonico, alcuni avanzi pregevoli di dipinti a fresco ed un'iscrizione forse col nome dell'artista come quella che comincia
   Ego Johannes.....Questa chiesa, per cura del Ministero della pubblica istruzione, fu,
   nel 1898, scavata nell'interno fino all'antico piano.
   11 gran vescovo Guido, avvisando che la chiesa antica distrutta non poteva essere restaurata che con spese ingenti, deliberò di costruirne un'altra nuova di pianta, sacra anch'essa alla Vergine in un luogo pili centrale e più adatto al culto, in cui fu poi egli stesso seppellito nel 1170.
   Poche ed irrilevanti furono le variazioni architettoniche nella cattedrale e sotto i vescovi successori di Guido; non così sotto il vescovo Nicolò degli Arcioni, nobile romano, il quale diede opterà alacre ad illustrare la sua sede episcopale con insigni monumenti, principalmente con la fondazione dell'ospedale maggiore e la stupenda porta della cattedrale.
   Per ampliarla e renderla più maestosa la prolungò verso ponente e costruì dalle fondamenta tutta quella parte che sorge sopra l'attuale cappellone di San Bernardo sopra l'organo e la cupola che erge vasi in addietro sull'altar maggiore. 11 pavimento della nuova fabbrica ebbe un livello più alto di quello dell'antico, sì che per salirvi occorsero sei gradini. Nell'insieme la chiesa è alcunché storta per l'inclinazione a nord dei muri laterali, sia per errore del poco esperto architetto, sia per riguardi all'antico cimitero. L'Arcioni fece anche costruire la cappella della Natività, che servì poi di sepoltura ai vescovi. Ma il maggior monumento artistico di cui arricchì Teramo fu la facciata con la porta elegante, istoriata con bellissimi intagli. L'esecuzione fu atlidata a Diodato Romano, uno dei migliori artisti dei tempi suoi.
   Delle tre porte, alle quali si sale per dieci gradini marmorei che corrono lungo l'intiera facciata, quella di mezzo è a buon diritto annoverata fra i migliori monumenti
   32 — 1.11 Patri*, voi. IV, parte !!.