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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Aquila - Chieti - Teramo - Campobasso
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 379

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Provincia di Teramo 59
   La prima ha un percorso di circa 50 chilometri con le stazioni di Tortoreto-Nereto, Giulianova, Montepagano, Atri-Mu tignano, Silvi, Montesilvano e Castellammare Adriatico. La seconda, lunga circa 26 chilometri, ha le stazioni di Giulianova, Mosciano Sant'Angelo, Notaresco, Bellante-Ripattoue, ©nàtelialto-Ganzano e Teramo.
   Strade postuli. — 1° La litoranea parallela alla ferrovia; 2° la strada che congiunge Chieti, Teramo ed Ascoli, traversando la provincia da sud a nord e toccando i centri principali, fra gli altri renne e Civitella del Tronto; 3° la strada che da Aquila, per Molitorio al V'ornano, conduce a Teramo e, proseguendo poi per la valle del T'ordino, va a metter capo a Giulianova sull'Adriatico : essa strada attraversa da ovest a est la provincia. Numerose poi le strade secondarie fra i centri minori.
   Cenni storici. — La regione, circoscritta ad est dall'Adriatico, a sud dal Vomano, ad ovest da vai Chiarina e dai monti di Roseto, Pizzo di Moscio, l'izzo di Sevo e a nord dal fiume Vibrata, era, come abbiam visto nell'introduzione alla provincia, abitata, sotto i Romani, dal picciol popolo dei Pretuziani, poco noti nell'istoria. Avevano per capitale Praetutia, coll'aggiunto (V Inter a mula per significare la sua situazione in mezzo ai fiumi (Inter amnes). Fu sottomessa, nel secolo VI, dai Longobardi che l'unirono al ducato di Spoleto. Per vaghezza di novità o per leggi fonetiche, convertirono Praetutia in Aprutmm e denominarono Comitatus Apratinus il paese e Comes Aprutiì il suo dominatore; denominazioni ch'ebbero line sotto i Normanni, i quali tramutarono AMutium in Teramo derivandolo da Interamnia ed appropriarono ad Apratium l'estensione della regione circoscritta da loro fra il Tronto ed il Vomano.
   Altro cambiamento sotto gli Svevi. Federico il Grande, dopo aver sostituito al feudale il governo civile, ripartì le provincie di qua dal Faro in nove Giustizierati dando a ciascuno una denominazione particolare desunta o da regioni o da città. La demi uiinazione speciale del lustitiariatum Aprutiì apud Suìmonam indusse a credere che fossero assegnati per limiti agli Abruzzi il litorale dell'Adriatico e ì corsi dei fiumi Tronto, Velino e Trigno.
   Sotto gli Svevi e gli Angioini fu conservata la medesima divisione politica ed essendo il Justitiariatum Aprutiì il più vasto di tutti con 720 fra città e terre, Carlo I di Angiò credè conveniente dividerlo in due parti, vale a dire, in citra, a destra del Pescara, e in ultra a sinistra. Ei pare che YAprntium non comprendesse allora i contadi Auri-ternino, Valvense e Furconense, quantunque sotto la giurisdizione del suo Justiiiarius, giusta le osservazioni di Boezio da Rainaldo di l'oppleto, nel Muratori. Sotto il re Ladislao fu però ampliato col distretto aquilano.
   Verso il 1684, il viceré di Carlo IV di Spagna, marchese del Carpio, divise l'Abruzzo in tre provincie : di Chieti, di Aquila e di Teramo ed assegnò a ciascuna un'Udienza provinciale, composta di un preside, di un procuratore fiscale e di due uditori; sistema conservato sino alla circoscrizione del Regno, ordinata nel 1806 e confermata nel 1816 quando fu data la denominazione di Abruzzo Citeriore alla provincia eli Chieti, di Abruzzo Ulteriore 11 a quella d'Aquila e di Abruzzo Citeriore I a quella di Teramo, e fu stabilito 1111 nuovo ordine amministrativo, giudiziario e finanziario.