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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Aquila - Chieti - Teramo - Campobasso
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 379
Mandamenti e Cornimi del Circondario di Vasto
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all'arte. Fu dipinto per ordine dell'abate Odorato U da Luca di Pallustro di Lanciano, die dipinse anche nel soccorpo della chiesa.
Nella stessa cripta, oltre ad alcuni bei freschi nelle due cappelle ai lati dell'aitar maggiore — uno dei quali rappresentante il Salvatore seduto in atteggiamento maestoso che alza la destra per benedire e regge con la sinistra il libro chiuso del Vangelo, bellissimi pel disegno e le forme classiche — ammirasi un bel sepolcro di tufo giallo, ornato di fogliami e altri fregi. Un loggiato elegante ed altre egregie opere scultorie adornavano anticamente la chiesa ed il chiostro, ma più non ne rimangono ora che scarsi avanzi del loggiato.
Sorgevano 111 San Giovanni in Venere i sepolcri di molti abati benedettini, fra i quali quello di Odorisio II. a cui papa Alessandro III confermò, nel 1IGG. gli immensi beni posseduti dal monastero, quelli segnatamente avuti in dono dal conte Trasmondo, figlio di Trasniondo duca e marchese. Questo Odorisio II fece costruire presso la foce del Sangro le saline che l'abate Giovanni diede poi, nel 13S3, in pegno alla terra di Paglieto. Crede il Pollidori che codeste saline giacessero un miglio circa lontano dal Sangro, nel già celebre porto di Venere, che più non olire al dì d'oggi che ruderi immensi.
All'Odorisio succede Odone od a costui Rinaldo, clic compì la porta maggiore della chiesa, facendola ornare di scolture e d'intagli. In una nicchia nell'architrave si vede San Benedetto con allato San Giovanni Battista, che ha ili mano un foglio su cui sta scritto: Vox clamantis in deserto, e San Giovanni Evangelista 111 atto di benedire con altra scritta in mano. Sopra, in una riquadratura, due uccelli, 0 pavoni, che stanno bevendo in un vaso. L'artista vi scolpì molti altri simboli e fatti desunti dalla vita dei santi e dei profeti, angeli, fregi, ornati che girano tutt'intorno all'arco della lunetta soprastante, bellissimi capitelli finamente intagliati, fiorami intrecciati a figure ed altri emblemi proprii della scoltura di quei tempi. Al sommo della porta vedesi scolpito il liedentore in mezzo alla Vergine ed al Battista.
< Tali scolture — conchiude il Hindi — sono davvero mirabili per magistero e per la grande perizia e finitezza con cui l'artista le condusse: conservano nelle forme la purezza dei classici modelli e si rendono per la storia dell'arte sommamente importanti, dimostrando falsa l'opinione non solo del Vasari e dei suoi seguaci, Baldinucci, Bellori, Paglioni, ma dello stesso Cavalcasene, intorno alla priorità artistica della Toscana sulle Provincie del Mezzogiorno. Le pitture e le scolture di San Giovanni in Venere ci forniscono sicura e splendida prova, 11011 solo dell'ingegno e della perizia dei nostri gloriosi antenati, ma delle classiche tradizioni conservate sempre fra noi >.
Nel 1352 San Giovanni in Venere fu invaso dal celebre Fra Morreale, il quale depredò il monastero, spogliò la chiesa, devastò le sue possessioni, imponendo grosse taglie; e, nel 1355, fu devastato dal conte Landò (un tedesco capitano di ventura), che entrò nell'Abruzzo con le sue masnade e lo pose a sacco. La chiesa e il monastero divennero in seguito una commenda; e, nel 1514, il cardinale di Bibiena, abate commendata rio di San Giovanni in Venere, confermò i possessi alla comunità di Torino di Sangro alle stesse condizioni dei suoi predecessori.
Cenni storici. — Torino di Sangro fu un feudo della famiglia De Stefanis.
Coli, elett. Lanciano — Dioc. Chieti — I'2, T. e Str. ferr.
Mandamento di SAN BUONO (comprende G Comuni, popol. 10.403 ab.). — Territorio in monte e in colle, attraversato dal fiume Treste, ferace di granaglie, olio, vino, frutta, foglia di gelso, ecc., con pascoli e bestiame.
San Buono (2741 ab.). — Siede a 520 metri di altezza sul livello del mare e a 32 chilometri da Vasto, in amena situazione, poco lungi dalla sponda sinistra del fiumi-cello Treste, affluente del Trigno, con parecchie belle case. Il territorio, molto accidentato, presenta monti e colli di una certa elevazione: vi si escava buona argilla che,