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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Aquila - Chieti - Teramo - Campobasso
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 379
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Parte Quarta — Italia Meridionale
ornato di dipinti, di are pei sacrifizi, di latiboli o nascondigli per gli oracoli, di nicchie e di eaiuerclle per riposare e sotto steudevansi alcuni ambulacri sotterranei.
Di tutto ciò più non rimane vestigio, per avere il suddetto Trasmondo, marchese di Chieti, fatto edificare, nel secolo X, sulle sue basi la chiesa di San Giovanni in
Venere col monastero (a cui aggiunse ima ricca e copiosa biblioteca), adoperandovi le belle colonne di cipollino e di granito, i fini marmi e le ^^^ffijj^ffi^fy- Iji^tre corniciate. Della sua magni-
^ÉBl^^^È^ cini, T< Mstenio e il Romanelli. Ultimo
ìtifér HKf ^iirriPi^ i il liindi, nella sua opera eruditissima
W Monumenti Storici ed artistici degli
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j^-jJ- 'Ir ' '!f La chiesa, come si osserva tuttodì, è
feday ' a tre navate separate da pilastri a
jffl^B-_' ,'jr1 a tutto sesto: ogni navata termina
in un abside a cui si accede per quattordici gradini. Le pareti andavano ornate in addietro di bei freschi, di cui non sopravanzano che pochi residui gloriosi. Importante la cripta, che si conserva nel suo stato primitivo, con le colonne e i capitelli che
______________ sorreggono la vòlta a croce e le tre
_ ifèjjffiìj^^^ ~ ''•¦'¦ ' ¦ '7 absidi coi tre altari rivestiti di marmo
Ki„ 59 del secolo XII.
Torino di Sangro: Ciiiesa'di San Giovanni in Venere Nell'abside (li mozzo si vede Cristo
(da fotografia). in trono in mezzo ad una ghirlanda
di bellissimi angeli, con alla sna sinistra un libro aperto in cui si legge: Ego suiti lux mundi, via, veritas, vita. Da un lato San Giovanni Battista col motto: Ecce Agnus Dei, ecce qui tollit peccata mundi; dall'altro San Giovanni Evangelista.
Ma la composizione più bella e la meglio conservata e quella che rappresenta la Vergine seduta su ricca sedia con in braccio il Putto, circondata da San Nicolò di Bari in abito episcopale, che regge coll'una mano il pastorale e benedice coll'altra, e da San Michele Arcangelo, vestito di rosso, cinti i fianchi di candida stola, con ali di molteplici, smaglianti colori. Questa composizione non tenie rivali e sta degnamente in faccia dell'altra non meri bella e perfetta, Santa Maria de Flamine dell'Amalfitano, attestante la primazia sopra tutte le opere pittoriche di quel tempo e anteriori. È un tipo di una bellezza maravigliosa per l'ingenuità, la serenità, la dolcezza del volto, per l'atteggiamento pudico che commuove e rapisce.
Questo dipinto, eseguito un secolo prima della nascita di Guido da Siena, di Cimabne e di Giotto (creduto dal Vasari il primo ed unico ristanratore della pittura in Italia), mostra eccellenza, morbidezza e finezza di pennello, espressione insuperabile nei volti, grazia nelle movenze ed un fare classico, degno di tempi progrediti e più propizii