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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Aquila - Chieti - Teramo - Campobasso
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 379

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Mandamenti e Cornimi del Circondario di Vasto
   41
   Eccone una strofa :
   Sorgiamo, o fratelli; — dall'Vlpi ai tre mari. Su, tutti frementi — snudiamo gli acciari; Su, tutti animosi — cornatilo sul Po.
   Sia line al servaggio — di Marco il Lione, Oppresso e non domo — dal fiero Tentone, Tremendo ruggito — dal petto mandò.
   A l'armi, o fratelli — giuriamo pugnar; Divampi la guerra — per terra e per mar.
   Compose ancora alcune bollissi ino ottave alla Polonia e uno splendido carme a Gabriele Rosselli, di cui fu calilo ammiratore; e nel 1803 pubblicò un opuscolo con cui invitava i suoi concittadini ad erigere un monumento al profugo Coli, elett. Vasto — Dice. Chieti —
   poeta vastese. Nei primi mesi del 1805 ila Napoli si trasferì a Firenze, dove, in qualità ili collaboratore del Diritto e della llifvma, si fece animi rare per maturità d'idee e per larga copia di erudizione.
   Arruolatosi nella spedizione garibaldina del 18G7 fece parte della colonna del Frigesy, e si batté eroicamente a Monterotondo, nella speranza di pcler di lì a pochi giorni porre il piede nella città eterna. Ma il 3 novembre, nella fatale giornata di .Mentana, fu una delle prime vittime degli chassepots.
   Povero martire: all'anima tua generosa pace, pace !
   Pl, T., Slr. ferr. e Scalo marittimo.
   Cupello (3285 ab.). — Siede a 261- metri di altezza sul livello del mare, a 6 chilometri a sud-ovest da Vasto e in territorio ferace di cereali, vino e frutta. Nulla in questo Comune che interessi il visitatore.
   Cenni storici. — Fu anticamente un feudo dei D'Avalos. Per emigrazione di Scliia-voni, nel 1464-, questo paese fu anche detto Cupello degli Schiavoni.
   Coli, elelt. Vasto — Dioc. Chieti — P2 locale, T. e Str. ferr. a Vasto.
   Moiiteodorisio (2400 ab.). — Pittoresco paesello su d'una fidentissima collina, a 315 metri sul mare, da cui dista 10 chilometri e a 8 da Vasto. Ila una bella chiesa parrocchiale con antichi dipinti e pregevoli stucchi; e in luogo d'una antica chiesuola si sta costruendo un santuario dedicato a Maria SS. delle Grazie, di stile Rinascimento, opera dell'ing. Benedetti di Vasto. Moiiteodorisio ebbe celebrati conventi, quali quelli di San Francesco d'Assisi, di cui non restano che spaziose colonne di granito egizio e la vicina chiesa, di stile ogivale, dichiarata, allo stato di rudere, monumento nazionale; quello dei Celestini, di cui non resta che una torre diruta, e quello di San Berardino, la cui chiesa, tra i ruderi di tutto il resto, pare sfidi lo spirito distruttore degli uomini e l'ali edaci del tempo.
   Il territorio è fertile e salubre; produce ottimo olio e vino, cereali e frutta, che si esportano con facilità per le diverse comode strade, che ili poco più di un'ora menano a Vasto, Casalbordino e stazioni. I suoi molti boschi, come prima abbondavano di pastorizia e di cacciagione, ora, ridotti a campi, abbondano d'ogni specie di ricolto.
   Cenni storici. — La tradizione e i molti cimelii rinvenuti, fanno fede che Moiiteodorisio sorse dai ruderi d'una illustre città frentana, della quale finora si ignora il nome. Fra i tanti segni dell'antica origine sono notevoli un'edicola bellissima in contrada Sant'Anna; l'urna di Acta, decenne figlia di Flavio Fortunato e.Flavia Vestilia; l'altra di Caio Figellio alla moglie Caia Lucia Talla e la lapide sepolcrale di Massidio I'roculo sul cenere di Crii the Valentinae, uxori iirfegrissimae.
   Moiiteodorisio fu capoluogo di famosa contea dai diciassette castelli e casali, capace di mettere in campo 10.000 combattenti iu tempi in cui il diritto della forza e quello della libertà lottavano tra loro disperatamente. Di quest'antica grandezza non restano che gli avanzi di mura reticolate, diversi torrioni e parte di un castello, che nel medioevo fu una delle più potenti rocche della regione. Ebbe anche molti e famosi conti, tra i quali notevoli Roberto di Loretella, normanno (1059), nipote di Roberto Guiscardo; Pandolfo del Sangro, figlio di Odorisio, che col nome del padre pare abbia rinnovato quello del paese. Moiiteodorisio ebbe parte luminosa negli avvenimenti svoltisi nel reame di Napoli da Giovanna I a Ferdinando il Cattolico e Carlo I. Nel 1340 Giovanna I donò Monteodorisio a Pietro Lalle Camponeschi di Aquila, viceré d'Abruzzo; nel 1351 re Luigi d'Angiò venne col suo esercito in Moiiteodorisio ; nel 1423 fu preso