Stai consultando: 'La Patria. Geografia dell'Italia Provincie di Aquila - Chieti - Teramo - Campobasso', Gustavo Strafforello
Pagina (234/386) Pagina
Pagina (234/386)
La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Aquila - Chieti - Teramo - Campobasso
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 379
228
Parte Quarta — Italia Meridionale
notevole per la vigorosa efficacia del colorito; e l'Ecce Agnus Dei, donato ultimamente alla chiesa di San Pietro della sua fcitti natale (1).
il Palmzi, malgrado la grave età, ha continuato ad applicare, alla ceramica l'attività del suo ingegno; e nel Museo artistico industriale di Napoli, affidato alle sue cure, si eseguirono pregevoli lavori (2). Questo venerando pittore, dopo hreve malattia, si è spento a Napoli il giorno Il settembre 1899. Solenni riuscirono i funebri onori.
Meola Palizzi. — Anch'egli fratello di Giuseppe e Filippo, restò in patria sino all'età di 22 anni esercitando il mestiere di armaiuolo; poscia si recò in Napoli ed entrò nell'officina del Mazza. Ma dotato, al pari dei germani, di ottime disposizioni per la pittura, prestò abbandonò il mestiere e si dedicò interamente all'arie.
Sprezzante delle regole convenzionali prese dalla natura i suoi modelli e, seguendo la maniera dei fratelli, divenne uno dei più grandi pittori della scuola napoletana.
Per efficacia e potenza di colorito Nicola Pa-lizzi non ebbe rivali, e avrebbe arricchito l'arte italiana ili molti capolavori se, sul più bello (lolla sua carriera, non fosse stato colpito da morte.
'JVn i suoi lavori vanno specialmente notati: I/c//? Sstmta dal terremulv del li aprile 1832, nn l'nemjtjio della provincia di Avellino, premiato all'Esposizione Napoletana del 1805; la (faccia al cignale, nel reale palazzo di Cnpodi molile; e, Dopo la tempesta, quadro di grandi proporzioni acquistalo dal re di Portogallo, il quale lo donò alla pinacoteca di Lisbona.
Nicola Palizzi era nato in Napoli il 20 febbraio 1820.
Francesco Paole l'ali zzi. — Ultimo fratello dei precedenti, nacque nel Vasto il 10 aprile 1825. Coltivò, nella scuola del Bonolis, la pittura storica e, premurato dal fratello Giuseppe, nel 1818 andò a raggiungerlo a Parigi, ove tentò con successo anche la pittura di genere.
Sopraggiunta però la guerra franco-prussiana ritornò a Napoli; ma dopo pochi mesi, colto da fiero malore, inori giovanissimo, mentre dava di sé le più belle speranze.
Di questo, infelice artista è degno ricordare: il Cieco di Gerico, nella chiesa di San Pietro nel Vasto; una Testa di diurna, presso la famiglia Ciccarone; una Santa Còrdnla ed un'Addolorala, dipinti nel 1855 pel convento di Santa Chiara in Lanciano.
Yalerico Lacceili. — Allievo dell'Accademia di Belle Arti in Yipoli, si segnalò per sveghatez'/a d ingegno; e nell'Esposizione Napoletana del 1855 ottenne un premio per la prospettiva ; e di poi, nella Promotrice, espose un quadretto di figura e bestiame, clic fu acquistato da Vittorio Emanuele II.
Incoraggiato da questi primi trionfi, abbandonò Napoli per stabilirsi a Roma e, nel 1872, da questa città passò a Parigi, dove rimase por circa sette mesi trattando la pittura di animali, e di là mandò alla Pro motrice di Napoli un soggetto di bestiame: Souvenu de l'ontuinebleaa, che fu subito venduto.
Tornato in Italia veniva premiato all'Esposizione di Vienna per i due quadri : il lUtorno dal lavoro, nn Pariisoli in pencolo; e poscia per i quadretti esposti al Salon di Parigi Pendant Voratje, Aprcs /' orage, la (Àimpagna romana, un A'noi'o Orfeo, gli in conferita la croce della Corona d'Italia, su proposta del Coppi il, allora ministro della pubblica istruzione.
Abbandonando per qualche tempo gli animali il faccetti dipinse la Tradita, una mezza li gora grande al vero, ed tuia Madre che scherza col bambino, lavoro esposto a Roma nelli sale del Popolo e premiato con medaglia d'argento (3).
Ma le aspirazioni dell artista vastese erano rivolte ad imi genere più importante di pittura, e arditamente si mise a trattare, un tema storico: la civiltà cristiana che pianta il suo vessillo sulle rovine del mondo pagano. Quattro anni impiegò il Laccetli intorno al suo gran quadro: Omisiu, imperati, che, esposto nell'Esposizione Internazionale di Roma nel 1882, fu poi acquistalo dalla provincia di Cliieti, che ne ornò la gran sala del Consiglio provinciale.
Da questo grande pitture vivente, che ha segnato una gloriosa pagina nella storia dell'arte italiana, altri capolavori si aspetta il \asto, che è orgogliosa di avergli dato i natali.
Giuseppe de' conti lìicci. — Nacque nel Vasto il 17 marzo 1844 da nobile ed antica famiglia vastese. Incominciò in Napoli gli studi letterari i filosofici, e fu uno dei più assidui discepoli del I Vera e del Settembrini. Dei progressi fatti dal Ricci nella carriera delle lettere fanno fede le molte poesie che andò allora dettando, e special mente un Inno di guerra, che, quantunque si abbia a ritenere come il primo parto del suo genio poetico, non è però il meno bello di tutti i , suoi componimenti in verso.
(t) Nel 1893 Filippo Palizzi donava allo Stato 337 fra quadri e slmili suoi i- dei suoi (rateili. Questi dipinti, die compendiano la sterili di-I l'innevamento artistico italiane, in nn i Pali/zi ebbero parte prinripaliì>siiuas si trovano ora raccolti in tuia sala della Galleria d'Arie Moderna in LìwBJ die prese il nome di Sala l'alimi
(2) Sono lavori del Museo artistico industriale di Napoli i pavimenti delle Logge di Raffaello nel palazzo Vaticano,
(3) G. Gozzoi.r, Gli artisti viventi, fase. V, pag. 100.