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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Aquila - Chieti - Teramo - Campobasso
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 379

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Parte Quarta — Italia Meridionale
   Ma la prova evidente, clic definitivamente associa essere stato il Uc l'arma del Vasto, si lui nel Libro iiuUrimoniale della Paroe.ehia di San Pietro, dove, al foglio '.!, si legge: tt A dì « 4 maggio 1 G0:ì. Io D. Giulio I'.osare de (irete goriis, Preposto di S. Pietro del Vasto, ho af-« lidato e sposato, con dargli la sacerdotal liete Dedizione della Messa, Pietro liglio di Paulo di « Puccio de Panna, et Aurelu liglin di Bar loti lomeo Giurra di Ortona, non essendoci stato « impedimento alcuno Canonico conforme al « Santo Concilio Tridentino, presenti Sfa: Tom-te «raso. Pelliccia, Pietro figlio d'Alfonso Stanti zianoj Sante di Fratenozze, Gin. Antonio Muti piane di Lanciano Sacristano et altri ».
   Ecco quindi provato, con seri documenti, clie nella dislida di feritóia, fra i tredici italiani che feti fiere fronte alla iattanza francese, vi fu il vagisse Miccio de l'arma.
   Virgilio Caprioli. — Archeologo c giureconsulto distintissimo del Secolo XM, introdusse nel 1598 la stampa nel Vasto, e vi pubblicò il suo Theulrum Juris Civilis Umversis, di cui si conserva la pagina 21 nel Gabinetto archeologico della stessa città (I). Delle tante sue opere sono giunte sino a noi una Dissertazione di T. Tiliilio Primitivo, trovata a Torremaggiore, ed un prezioso manoscritto consultato dal Polulori, intitolato: De IIi.itonii antiquitatibus.
   Ai co la Alfonso Vili. — Elegante poeta e distinto letterato del XVII secolo, di lui restano gli Scherzi delle Muse, un volumetto di versi pubblicato in Napoli nel 1044 ed i seguenti drammi sacri : II Cristo penante, La caduta di Simon Mano, La Croce di S. Pietro Apostolo, Il peccatore dolente, Dialoghi deijli Arcungioìì iwll'Assunta, Il Presepio (2) e La Maddalena penitente, che si conservano ora nella biblioteca del Gabinetto archeologico del Vasto.
   Ma l'opera più importante e che più di ogni altra contribni a tramandare ai posteri il suo nome è la Memoria deli'antichità di Vasto, pregevole lavoro pubblicato dal dottor Luigi Mar-chesani nel 1808, e che servi di base a lutti gli storici che del Vasto si occuparono.
   Pietro Cefalo. — Cantante valentissimo, dimorò per molto tempo nella Corte d'Inghilterra, e fu il favorito della regina Enrichetta, moglie di Carlo I. Ancora giovane, carico di onori e ric-
   chezze, tornò nel Vasto, sua patria, dove morì sulla line del 1073 (li).
   Giuseppe De lieiiedictis. — Nato nel Vasto il 2*2 agosto 10U7 e morto il 24 febbraio 1702, coltivò con amore le antichità patrie; e portatosi in Napoli sidiéa frugare instancabilmente quelle biblioteche per giovare alla storia del suo paese.
   Delle tante sue opere si ricordano: Le liisser-taìioni sulle iscrizioni lapidarie scolpite in tempo che la città il'Memo era Municipio e Colonia, una Dissertazione sul culto dì Giove Aminone non ristretto alla sola Libia, ina professalo pur nei nostri luoijhi eie Memorie istoriche del Vasto (A), che si conservano inedite nella Biblioteca del Gabinetto archeologico.
   Enrico Trivelli — 11 conte Enrico Trivelli, di antica famiglia vastese, ebbe ingegno non comune, e come poeta segui la maniera del ti nidi e del Filicaia col nome arcadico di Idalsio. Andato in [Ionia, fervido i]naie era d'ingegno, ma inconsiderato per età, si diede con amare satire a porre in ridicolo Madama Cenci ed il nipote di papa Clemente XII (5), per cui fu condannato a morte. Quando gli venne comunicata la fatale sentenza non si sgomentò, ma fattosi recare l'occorrente per scrivere improvvisò il suo testamento in versi, un vero capolavoro, ch'ora conservasi nella biblioteca del Gabinetto archeologico (0).
   La mattina del 23 febbraio 1737 il conteFairico Trivelli, condotto nella piazza di Ponte Sant'Angelo per essere decapitato, entrò nella Conforteria e colà slese una lunga Protesta nella quale, dichiarandosi innocente, così conchiudeva:
   «... dovendo ora partire da questo mondo vi-« sibile ed affrettarmi a quello dove domattina « comincerò a pensare con altri pensieri, umilio « ai piedi di Nostro Signore il seguente compo-« ri intento, ultimo lavoro del mio debolissimo et tt affaticato ingegno : a Sommo Padre e Pastai- Clemente in cui « S'alzò natura e fé le provo estreme... » (7). E così seguitando per 240 versi.
   Ma ciò non valse a risparmiargli l'estremo supplizio, e tra il compianto e le lagrime della folla egli venne decapitato (8).
   Amico ili monsignor Gali inni eGiovan Battista Vico, Enrico Trivelli godeva meritata l'ama di distinto letterato; e col suo ingegno l'avrebbe
   fi) Biblioteca del Gabinetto Archeologico del Vasto, Documenti patri), voi. \M1, fol. 92.
   (2) Questa egloga sacra fu la prima volta rappresentata nella chiesa di San Pietro il 17 gennaio 1623, festa di Sant'Antonio Abate.
   (3) G. Db: Benedigtis, Memorie storiche del Vasto, pag. 100.
   (4) L. Marchesato, Storia di Vasto, pag. 333.
   (5) B. M. Betti, Storia di Vasto, Documenti putrii, voi. XXI, fui. 108.
   (6) Documenti putrii, voi 11, fol. 152 e 159.
   (7) Manoscritto che conservasi nella Biblioteca del Gabinetto archeolosico del Vasto, Documenti putrii, voi. 11, fol. 152 e 159.
   (8) Abate Giiezzi. Diario, 1674 a 1739.