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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Aquila - Chieti - Teramo - Campobasso
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 379
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l'arte Quarta — Italia Meridional!!
sogni nn figlio anche di nome Guglielmo; poscia si successero Giacomo del Guasto, Andrea de Solliaco, Giovanni de Solliaco, Russo de Solliaco, Enrico del Guasto Aymone, Ugone de Solliaco e Cautelino de Cantolenis (1).
Il capitano di ventura Raimondo Caldora, nel 1315, s'impadronì dì questa terra; ma ben presto la regina Giovanna I a lui la ritolse e l'assegnò a sua sorella Maria. Morì costei nel 130G e la detta terra tornò di regio Demanio.
Nel 1385 il sindaco liuzio di Alvappario (fig. 57), con supplica che accompagnò con l'offerta di GOU fiorini d'oro fiorentino di giusto peso, ottenne da re Carlo III di I)mazzo un diploma, col quale si ordinava che il castello del Guasto Gisone si unisse alla terra
del Guasto Ayinone(2) e che delle due Comunità se ne formasse una sola col nome di Guasto di Aymone (3).
Giacomo Caldera si rese padrone del Vasto Aymone nel 1422 ed a lui successe il tiglio Antonio, che fu destituito da Alfonso I d'Aragona nel 1412 (4).
Due anni dopo, lo stesso re Alfonso infeudò il Vasto ad Innico di Guevara, al quale successe Errico di Guevara nel 1450, e Innico D'Avalos nel 14G0.
Antonio Caldora, che militava per Giovanni di Calabria, figlio di Renato d'Angiò, contro Ferdinando I, s'impadronì del Vasto nel 14G3 (5). Ma, saputo che re Ferdinando di persona vi moveva l'assedio, presidiò fortemente questa città ; e, lasciatola sotto il comando del cognato Raniero di Ligné, con pochi dei suoi andò a rinchiudersi in Civitaluparella, castello inespugnabile.
Re Ferdinando intanto incominciò l'assedio, ina dovette presto toglierlo perchè dal castello e dai torrioni il regio esercito veniva fulminato da sessanta grossi pezzi d'artiglieria. Allontanatosi dal tiro dei cannoni, dispose ì suoi uomini in modo da formar blocco intorno alla città. In questo mentre il Caldora, per ignote vie sotterranee, si introdusse con altra gente nel Vasto, per incoraggiare ì cittadini alla difesa; ina i Vastesi, tormentati dalla fame, gli si ribellarono, lo fecero prigioniero ed aprirono le porte alle regie truppe.
Della signoria del Vasto re Ferdinando I investì Pietro di Guevara, il quale ne fu spogliato nel 11S5, per aver preso parte alla celebre Congiura dei Baroni (0).
Reintegrato nuovamente il Vasto nel regio Demanio vi restò sino al 1496, quando re Ferdinando li lo infeudò a Roderigo D'Avalos, che morì senza eredi e prima di prenderne possesso (7). Nell'anno seguente re Federigo di Aragona, in premio dei
(1) Rep. ter. Caroli 11 (Archivi» di Napoli).
(2) L. Marciiesani, Storia di Vasto, nota li.
(3) 11 12 novembre 1467 Notar Cola di Cenno Antonio trasporlo in pergamena questo diploma, che il Romanelli ed il De Benedictìs dissero diesi conservava nell'archivio della chiesa di San Pietro, l'ero, malgrado diligenti ricerche, non venne colà rinvenuto.
(4) Romanelli, Scoverte frentane, voi. I, pag. 2fi8.
(5Ì Di Costanzo, Istoria del Rei/no di Napoli, lib. 19, pag. 558. ((>) C. Ponzio, La Congiura dei Baroni. (7) Loi'ez. I)e Maro, Famiglia D'Avalos.
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fig. 57. — Vasto: Tomba del sindaco Buzio di Alvappario, clic si conserva ora nel Gabinetto archeologico.