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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Aquila - Chieti - Teramo - Campobasso
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 379
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Parte Quarta — Italia Meridionale
dopo l'incendio, questo palazzo continuò ad essere splendida dimora dei D'Avalos, i quali vi ospitarono Vittoria Colonna, Maria d'Austria, regina d'Ungheria, e re Ferdinando II di Borbone. Oltre il ricchissimo museo e la pregevole pinacoteca, ivi si ammiravano pure la spada e la tenda di Francesco 1, gloriosi ricordi di Casa D'Avalos, dei quali facciamo qui brevemente la storia.
Carlo V, per dare un attestato di gratitudine ai suoi prodi generali Ferdinando Francesco D'Avalos ed Alfonso D'Avalos, marchese del Vasto, ai quali doveva la vittoria di Pavia (1), donò loro la spada ed il cappello di Francesco I e sette pezzi di superbi arazzi, lavorati a bella posta, nei quali fece ricamare, con maestria incredibile, tutta la storia dell'accennata battaglia. Le figure al naturale che vi si ammirano sono tanti ritratti, che esprimono i nominati re ed i loro generali, tra i quali Ferdinando Francesco ed Alfonso D'Avalos, come leggesi nelle sottoposte iscrizioni. L'imperatore vi impiegò ì più celebri artisti di quel tempo : Tiziano, che disegnò le figure ; il Tintoretto, che diresse gli ornati; e le donne fiamminghe, che ne eseguirono il lavoro. L'altezza comune di questi arazzi ò di palmi 10, varianti però nella larghezza; perche tre hanno palmi 35 ed i restanti 17 (2).
In questi ultimi tempi i tanti tesori artistici che nel palazzo si conservavano, furono dai marchesi trasportati in Napoli, e dell'antico splendore non rimane ora che il solo ricordo.
CASTELLO
Di questo splendido capolavoro di architettura mcdioevale (fìg. 51), la prima costruzione non rimonta più in là del secolo XIII, quando era signore del Vasto Guglielmo Scillata. 11 capitano di ventura Giacomo Caldora lo munì di GG pezzi d'artiglieria nel 1439, e v'innalzò nel mezzo una torre tanto alta che da essa scoprivasi buona parte degli Abruzzi e del Molise (3).
Nel 1464 Antonio Caldora, figlio di Giacomo e capitano per Giovanni d'Angiò, rinchiuso con i suoi in questo castello, sostenne un assedio di quaranta giorni contro le truppe (li re Ferdinando I; ma, tradito e fatto prigioniero, venne dichiarato decaduto dalla signoria del Vasto, che tornò terra di regio demanio. Fu allora che il popolo, il quale molto danno aveva sofferto in quell'assedio, per evitare in avvenire simili sciagure, smontò i cannoni e diroccò il castello coi baluardi sino al primo cordone (4). Sulle rovine di esso si accomodò poi un'abitazione pel governatore e per cessione di Innico D'Avalos, quinto marchese del Vasto, fu adibito per tribunale, carceri ed archivio.
Nel 1701,in cambio del Palazzina e di un credito di 1200 ducati, l'Università del Vasto tornò il castello a Cesare Michelangelo D'Avalos, nono marchese, che cominciò a ricostruirlo (5). Ma] dichiarato ribelle da re Filippo V, perchè partigiano di Casa d'Austria, fu costretto a doversi rifugiare a Vienna (6). Col ritorno vittorioso delle insegne austriache nel Napoletano, Cesare Michelangelo riacquistò i suoi feudi nel 1707; e per le prove di attaccamento ricevute da ogni classe di cittadini durante il suo esilio, si diede ad abbellire il Vasto innalzandovi nuovi edilizi, tra cui il castello, che fu ultimato il giorno 7 ottobre 1713.
(1) 25 febbraio 1525. Alfonso D'Avalos, marchese del Vasto e generale di Carlo V, prende d'assalto la città di Mirabello e decide in favore degli Spaglinoli la battaglia di Pavia in cui lo stesso re Francesco 1 è fatto prigioniero da Ferdinando Francesco D'Avalos (TAitcAf.Ni, Sit. e hai. di Napoli, lib. 3).
(2) Il giorno (> aprile 1871), a mezzo del conte Coello, ambasciatore ili Spagna a Roma Francesco D'Avalos, donava la tenda e la spada di Francesco 1 al re Alfonso XII.
(3) Viti , Memoria, ecc., pag. 31.
(4) G. Du Uknedic.tis, Memorie storiche di l'usto, pag. 42.
(5) « 23 giugno 1701 Principiò il sig. Marchese a racrmnndare il castello con farvi una bellissima torre « et altre muraglie, con cavarci! fosso intorno la fortezza, e con farci molte cose necessarie per dimorarci » (I). Maciano, Cronaca).
(ti) D. Maciano, Cronaca.