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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Aquila - Chieti - Teramo - Campobasso
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 379

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Parte Quarta — Italia Meridionale
   componimento della vertenza durò soltanto quattordici anni, dacché re Alfonso l'annullò nel 1441, concedendo di bel nuovo la proprietà esclusiva del porto di Gualdo alla città di Lanciano.
   San Vito Chietino ebbe per ultimi feudatari i Caracciolo dei principi di Santobuono.
   Coli, elett. Lanciano — Uioc. Ciiieti e Lanciano — Ps, T., Str. ferr. e Scalo marittimo.
   Mandamento di PALENA (comprende 5 Comuni, popol. 10.084 ab.). — Territorio montuoso, ina variato e fertile, e mentre nella parte alta vi sono boschi folti ed estesi e pascoli bellissimi, nella parte bassa vi sono belle campagne, nelle quali prosperano la vite e l'ulivo. E bagnato dal fiume Aventino e da altri minori influenti del Sangro. Abbondano le sorgenti d'acqua potabile ed anche solfuree.
   Palena (4169 ab.). — Trovasi a 707 metri sul livello del mare ed a 5G chilometri da Lanciano. È situata in leggero pendìo, sulla falda meridionale della Majella, e propriamente in direzione del plinto di convergenza fra questa e l'altro monte Coccia (l'antico Palimia), alto più di 2000 metri, al quale si congiunge ancora verso ovest il monte Porrara. A sud-est avvi un'altra serie di piccoli monti, i Pizzi (anticamente Piconii), che danno un'idea del Resegone lombardo, di cui disse il Manzoni, essendo formati da tante creste aguzze, fra le quali si schiudono graziose vallicelle. Sicché Palena, ilei suo orizzonte, non ha sgombro clic il solo lato nord-est, dove per compenso le si offre un bel quadro (li svariato paese, terminante nelle cerulee onde del mare Adriatico, con in fondo i monti della Dalmazia. Il fiume Aventino, che sorge poco lontano, le scorre ai piedi, mettendo in moto parecchi mulini, un pastificio, il macchinario per l'illuminazione elettrica e diversi mulinelli per l'impasto della miscela di stagno, piombo e silice, adoperata per dar lo smalto alle stoviglie. Parecchi anni addietro con la forza del fiume si animavano diversi opifici per la fabbricazione dei panni di lana, molto apprezzati nell'antico reame di Napoli ; e quest'industria, ora completamente decaduta, costituiva la ricchezza di Palena non solo, ma anche dei paesi vicini. Vi si fabbricano tuttora cappelli di lana, colla forte e stoviglie, le quali, sebbene non molto fine, sono assai adoperate per la resistenza dello smalto e dell'argilla.
   Pelle sono le case di Palena, pulite e ben lastricate le strade, ottima la salubrità. E illuminata a luce elettrica, con settantaquattro lampade ad incandescenza e sei ad arco; ha otto fontane pubbliche abbondanti di acqua freschissima, quattro belle chiese, il teatro comunale e l'ospizio di mendicità. I negozi sono molti e ben forniti, nè difetta di caffè, alberghi o quant'altro occorra a rendere la vita comoda e ricercata dagli impiegati che vi restano e dai forestieri che vi giungono dalla stazione ferroviaria omonima, distante 9 chilometri dall'abitato. In alto e nel centro, edificato sulla roccia, sta l'antico castello con la torre, un vasto palazzo inedievico, in cui siedono oggi gli uffici della Pretura e del Registro, le Scuole elementari e le carceri.
   Cetmi storici. — Quantunque mancassero documenti autentici per provare chiaramente l'origine ili Palena, si ha ragione di credere che essa sia antichissima. Difatti l'Alberti, il Marmocchi, il Lupoli ed altri scrittori sono concordi nell'asserire che fra i Peligni esistesse una terra di nome Palenum, la quale era come una metropoli fra loro, tanto che Livio chiama ripetutamente Palenesi i Peligni, e così anche Dio doro Siculo allorché narra di una sconfitta da questi toccata contro i Romani nell'anno 412 di Roma. D'onde la scritta Unirersitas Pclignorum sul nastro intrecciato alle due pale dello stemma di Palena. Nè che l'odierna Palena sia proprio quell'antica Palenum di cui sopra, è a dubitare, giacendo essa ai piedi del monte Palleuio (ora monte Coccia o Porrara), a breve distanza dal tempio di Giove Palleuio (che sorgeva dov'è oggi il Comune di Campo di Giove) e da Forca Palena, mentovati dal Oliverio e dall'Olstenio.
   È certo intanto che nei tempi feudali Palena andò soggetta a varie vicende. Nel secolo XI la troviamo signoreggiata da un tal Matteo di Letto, che possedeva anche