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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Aquila - Chieti - Teramo - Campobasso
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 379

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Mandamenti e Comuni del Circondario di Lanciarlo
   19.3
   Sant'Eusanio del Sangro (2233 ab.). — Giace a 190 metri d'altezza sul mare, in colle, alla destra del torrente Gogna, a 9 chilometri da Orsogna e poco lungi dalla valle del Sangro. 11 territorio, fertilissimo (argillo-calcareo), produce granaglie, olio, vino e frutta squisite. Deficienza di pascoli naturali per mancanza di terreni acquitrinosi. Gli abitanti emigrano su larga scala nell'America, ritornando in patria, dopo circa 3 o 4 anni, con un piccolo gruzzolo di denari.
   Cenni storici. — Fu già dell'abbazia di San Giovanni in Venere dei monaci Filippini, di Roma. Si ritiene che ivi fosse l'antico Carentum.
   Coli, elett. Lanciano — Dioc. Chieti — P1 a Lanciano, T, locale, Str. ferr. a San Vito Chietino.
   Mandamento di ORTONA (comprende 3 Comuni, popol. 19.477 ab.). — Territorio in piano e in colle in riva all'Adriatico, ferace di cereali, olio e vino in abbondanza 11 fiume Ariello, che sorge alle falde del colle San Martino, lo Interseca a lungo e lo danneggia con le piene.
   Ortona (12.606 ab.). — Siede a 24 chilometri da Lanciano, all'altezza di 63 inetri sul mare, a cavaliere di una amena e ridente collina presso la sponda del mare, circondata da belle campagne. Dal vasto orizzonte si vede la punta della Penna, le isole Tremiti ed i monti della già Marca d'Ancona. Salubre è l'atmosfera e mite il clima. Verso oriente le si stende allato una punta di terra che si addentra nell'Adriatico.
   Porto. — Il seno adiacente offre un bacino in cui i Frentani costruirono anticamente un porto per le navi mercantili e formarono un arsenale detto da Strattone navale, dando origine alle arti marinaresche, le quali ebbero un Collegio di fabbri lamini e naviculani, presieduto da un prefetto, secondo attestano le iscrizioni addotte dallo Spon e dal Pollidori. I Romani tennero una squadra in quel porto, ch'era vastissimo e gli abitanti posteriori aggiunsero un molo di scogli por prolungamento, il cui lato a mare rovinò in seguito, sì che il porto rimase esposto alla furia delle onde. Si pose riparo con un lungo muro, ma disadatto alla sicurezza delle navi. A grado a grado le colmate resero l'interno del porto povero d'acqua, prolungando la spiaggia lungo la quale traggonsi a riva ed a secco i piccoli legni
   11 porto odierno di Ortona fu incominciato nel 1500 con la costruzione di 30 metri di molo, prolungati gradatamente sino a 245 metri. Nel 1873 fu costruito un altro molo. T. Rosati, nel suo bel libro Le Coste d'Italia (Roma 1895), lo viene così descrivendo: < La traversìa è da nord-est a est. Nelle stagioni autunnali ed invernali si hanno forti venti da est a sud-est, che mettono in serio pericolo i legni che sono ormeggiati nel porto. Il fondo è formato di sabbia, fango e roccia. La profondità delle acque è di circa 4 metri all'imboccatura del porto e va diminuendo gradatamente tino ad incontrare la spiaggia. I bastimenti nel porto si ancorano in tre file (arnióne), l'ultima delle quali ha una profondità di circa 2 metri. Il porto è soggetto ad interrimenti, attribuiti alla poca lunghezza dei suoi moli ed alle correnti che vi trasportano le arene. A cagione del poco fondo di esso porto le grosse navi sono costrette a gittar l'ancora nella rada alla distanza di circa 2 chilometri Sulla testata del molo nord sorge un faro a luce fissa bianca, visibile, col tempo chiaro, a 6 miglia marine di distanza. Le navi degli Ortonesi sono dieci, tutte a vela dì 266 tonnellate complessive e la gente di mare si compone di 876 individui appartenenti alla prima categoria (naviganti) e 157 alla seconda >. Il numero delle navi aumenta sensibilmente di anno in anno.
   Chiese. — La cattedrale di Ortona, d'ampia e nobile costruzione (amplae et nohìlis structurae, come la definisce l'Ughelli), dopo l'incendio della città per opera di Goffredo, come vedremo, fu rifabbricata nel 1127 e dedicata alla B. Vergine (sacrata pie futi lutee domus almae Marine), come leggesi in una epigrafe che conservasi tuttora murata nella piccola cappella a sinistra delle navate laterali. Vi si venerano le reliquie dell'apostolo San Tommaso, che furonvi trasportate da Fdessa da Leone Ortense sotto
   25 — lift l'iltrin, voi. IV, parte 2.