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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Aquila - Chieti - Teramo - Campobasso
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 379

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   (30 l'arie Quarta — Italia Meridionale
   formando piccoli seni e menando barbi e anguille in gran copia. La più notevole chiesa di Gasoli è quella di Santa Reparata, che ha una soffitta artistica molto ammirata. Ivi si conserva un trittico del 1506, con pitture di Antonio di Francesco Plonio, le cui particolarità furono descritte dal prof. De Nino in una scheda che si conserva nello Archivio municipale del paese.
   In una pianura, discosta quasi 4 chilometri da Gasoli, verso est, scorgonsi vestigia di massiccie e lunghe mura di un acquidotto e pavimenti in musaico. Di quando in quando vi si rinvennero a caso o furonvi estratte negli scavi pietre con epigrafi, urne cinerarie, monete consolari corrose e rivestite di bella patina, appartenenti alcune alla gens Licinia, idoletti di bronzo, statuette di Ercoli e di gladiatori, mascheroni con in bocca festoni di fiori e cose simili.
   L'abate Romanelli, che ne tratta nelle sue Scoverte Frentane (voi, II, pag. 30), crede che ivi sorgesse la città Romulea (che abbiamo già descritto sotto Bisaccia, in provincia di Avellino, circondario di Sant'Angelo dei Lombardi), posta da Livio nel Sannio, presa, saccheggiata e distrutta dal console 1'. Decio nell'anno di Roma 457; ed adduce in prova che i Sanniti solevano spesso afforzarsi contro i Romani nelle città dei popoli finitimi coi quali erano confederati ed amici. Egli suppone per conseguenza che ciò avvenisse in Romulea, da lui situata nel paese dei Frentani. Asserisce infine che, nei primordi! del Cristianesimo, fu edificato sulle sue rovine nell'angolo estremo della suddetta pianuia verso Gasoli là dove correva l'acquedotto, il castello Laronia, il quale ne redo l'etimologia e la denominazione e del quale è fatta menzione in un registro dei feudatari fatto per ordine di Carlo 1 d'Angiò nel 1280 e in un diploma della regina Giovanna contenente i privilegi concessi alla sua Università ed ai suoi abitanti nel 1417. Di Romulea o, meglio, della contrada, trattò brevemente l'illustre archeologo di Gasoli, comm. De l'etra, direttore del Museo nazionale di Napoli. La stessa contrada, in ultimo, è stata di recente studiata anche dal prof. De Nino che vi ha rinvenute altre lapidi e fissati altri punti trascurati dai precedenti osservatori. La sua relazione è stata comunicata al Ministero per le Notizie degli scavi.
   Cenni storici. — Gasoli fu un feudo successivo di Giacomo Antonio Orsini, di Bartolomeo Alviano, condottiero dei Veneziani che assai contribuì all'esito della celebre battaglia di Malignano (1515), di Fabrizio Colonna, capitano di ventura, conestabile del reame di Napoli, di Gian Vincenzo Carafa, di Pirro Antonio Crìspano e per ultimo della famiglia D'Aquino.
   Coli, elett. Gessopalena — Dioc. Chieti — T2 e T. locali, Str. ferr. a Torino di Sangro.
   Aitino (2111 ab.). — Questo Comune si trova all'altezza di 371 metri sul mare, in vetta a un colle ameno, fra la sinistra del Sangro e la destra dell'Aventino, bagnato alle falde dal rio Secco che viene da sud e inette foce poco lungi nell'Aventino. Dista circa 4 chilometri da Gasoli e circa 23 dalla foce del Sangro nell'Adriatico ed è congiunto danna strada recente alle vie Peligna e. Freni aita. Su quest'ultima, in luogo ameno, è una locanda. L'abitato ha tre chiese, e in quelli della Madonna delle Grazie ammirasi un bel quadra della Vergine del 1355.
   11 territorio, per gran parte in colle, produce granaglie, olio, vino e, nelle pianure irrigate dal Sangro e dall'Aventino, prosperano gli agrumi e le frutta, le pesche principalmente, e le mele invernali.
   Cenni storici. — Fu un feudo della famiglia Annecchino; di Piego di Moccicao, che l'ebbe in dono nel 1534; di Alvaro de Grado, che se ne insignorì nel 1546; passò poi ai I'ortocarrero, ai fratelli Travoltini di Chieti e quindi ai Furia di Casoli. Francesco Antonio della Furia lo vendè a Luigi Paolucci, napoletano, e per ultimo appartenne ai D'Aquino, che presero il titolo di duchi di Casoli. Gli assalti dei briganti, nella notte del 22 marzo 1861 e in quella dell'I 1 luglio 1862, indussero alcune delle famiglie più