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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Aquila - Chieti - Teramo - Campobasso
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 379
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l'arie Quarta — Italia Meridionale
Le notizie più certe incominciano quando i Romani la dichiararono in prima colonia e poi municipio e le diedero per governatore Avionio Giustiniano, che assunse, coi decurioni e coi collegiali, le redini del governo. Fu allora che prese il nome di Anxanum.
Gli stabilimenti religiosi, politici ed economici porgono testimonianza Sufficiente della civiltà e dell'opulenza della città a quei tempi. Frano sacri a Marte due tempii: uno nel sito della chiesa dell'Annunziata ed un secondo presso la parte orientale, ora detta Bagnava; un terzo tempio ad Apollo sorgeva nell'area della chiesa di Santa Maria Maggiore, come abbiamo visto; un quarto a Racco, nel sito dell'edilizio dei Rosati, accanto alla piazza odierna; un quinto a Giunone Lucina, nel sito della chiesa di Santa Lucia, come già abbiamo anche detto; un sesto a Cibele ed un settimo alla suddetta dea Felina in varii siti di Lanciano Vecchio.
11 governo componevasi di decurioni, che esercitavano i medesimi uffici dei senatori romani; di edili, che avevano cura degli edilizi, delle strade, degli spettacoli, della esattezza dei pesi e delle misure; di quatuorviri, che risolvevano 1 litigi e reggevano l'erario; di collegiali, che promuovevano il fiorire delle arti; e finalmente di patroni originarli, di tribuni e di cavalieri, che avevano qualità distinte.
L'acquidotto, il teatro, il portico, il bagno, il collegio dei Ilestiari, il pubblico macello, il foro ed il ponte costituivano le più grandiose opere economiche. L'acquidotto aveva principio dal fonte dei Marcianesi, poco lungi dalla città a sud, donde riceveva acqua limpida e fresca, che conduceva con dolce pendìo nella piazza di Marte in cui alimentava una fontana di elegante struttura ed un'altra più lungi, come rilevasi da un residuo d'antica muraglia con vòlta solida sotterrata nel largo detto dei Funai i e dagli avanzi sparsi lungo la strada dei Cappuccini.
11 teatro sorgeva dove è. ora il palazzo Arcivescovile con alcune case contigue e dei suoi ruderi diedero piena contezza i putrii storici sino al secolo XVI. Un grande porticato, a cui salivasi per varii gradini, serviva di pubblico passeggio e di ricovero durante la pioggia e il calore estivo. Danneggiato dal tempo e dalle intemperie, fu ricostruito a proprie spese da Q. Aurelio Mitrano.
È opinione comune che la fonte a est sotto Lanciano Vecchio somministrasse anticamente l'acqua ad un bagno pubblico e la porta, che vi conduceva, addiuiandavasi Balnearia. Nel pubblico Macello era un edifizio in cui gli edili sorvegliavano la vendita e la esattezza dei pesi e delle misure. Il collegio dei Ilestiarii, istituito nell'anno 755 di Roma e dedicato a G. Flavio Poro, aveva leggi separate concernenti i fabbricanti di cordami. Il Foro era addetto ed aperti alle assemblee generali che pubblicavano regolamenti igienici intorno alle annone, agli alimenti, ecc.: vi intervenivano anche gli abitanti dei paesi vicini che formavano corpo con Anxanum, il quale, secondo la leggenda, in un antico bronzo, era divenuto l'emporio dei Frentani sotto il consolato di L. Ario Pudente e di M. Gavio Ortito, vale a dire nel 1G5 dell'era nostra e sotto l'impero di Marco Aurelio e di Lucio Vero.
Anxanum era stata elevata a sì alto grado dalle celebri Nundine, o grandi fiere annuali, che celebravansi nel piano del colle orientale sul quale correvano lunghe e ampie vie, fiancheggiate da doppie file di magazzini ed a cui non si poteva accedere dalla città che per una vallicella profonda. Nel III secolo il Senato ed il popolo anza-nese ne agevolarono il passaggio costruendo il prementovate ponte di Diocleziano su cui sorge la cattedrale di Nostra Signora del Ponte. A grado a grado Anxanum divenne la prima città commerciale degli Abruzzi e centro del traffico di terraferma e d'oltremare. A maggior fama pervenne nel medioevo (piandogli abitanti diedero opera, con maggior lena, alle manifatture, alle arti, al commercio e fu allora che il suo nome antico di Anzano, Anelano, Danzano si tramutò nell'odierno di Lanciano.
Coll'andar degli anni fu costruito un Gineceo per le filatrici, le tessitrici e altre operaie povere, con accanto un ospedale ed un ospizio dei Lanari; si fabbricarono