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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Aquila - Chieti - Teramo - Campobasso
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 379

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Lanciano
   170
   organi e pianoforti, oltre un gran ninnerò di uiolini e di frantoi per la fabbricazione dell'olio d'uliva, e di telai per tessere tele di lino e di canapa d'ogni qualità ed anche panni di lana, di cotone e di seta mista al cotone.
   BILANCIO
   Il bilancio preventivo del Comune di Lanciano, pel 1897, dava i seguenti risultati: Attivo
   Entrate ordinane....... L, 198.237
   » straordinarie.....» 15.440
   Differenza attiva dei residui ...» 32.4SG l'artite di giro e contabilità speciali » 45.126
   Totale L. 291.289
   L.
   Passivo
   Spese obbligatone ordinarie . .
   » ? straordinarie . . »
   » facoltative.......»
   Movimento di capitali.....»
   Partite di giro e contabilità speciali »
   125.786 52.122 43.585 24.670 45.126
   Totale L. 291.289
   CENNI STORICI
   Lanciano (l'antico Anxanum) fu certamente una delle più importanti e rinomate città dei F re ulani, ricordata sempre non solo dagli antichi scrittori Plinio, Strabene e Tolomeo, ma dai moderni ben anco, dal Biondo, dal Negri, dall'Alberti, dall'Olstenio, dal Mazze]la, dal Volterrano, dal Giovio, dal Peretta, dal Merula, dal Cieco da Forlì, dal Polidoro, dal Romanelli e filialmente dai moderni Teodoro Mommsen, Atto Yannucci e dal lancianese Luigi lienzetti.
   Secondo i patrii scrittori il primo nome di Lanciano fu Anxa, una delle più celebri città dei Frentani! Il Fella, il Polidoro ed il Negri la suppongono edificata nel quartiere di Lanciano Vecchio e riferiscono, per costante tradizione, che un orribile terremoto la rovinò, schiudendo fra due colli una valle detta Anzana e lasciò traccie di grandi spaccature nelle rupi squarciate m varie guise.
   Osserva il Romanelli ch'essa non poteva esser ristretta m uno spazio sì angusto, il quale non misura che trecento passi di lunghezza e meno assai di larghezza. Egli suppone perciò che, prima di quella orrenda catastrofe, una gran parte dell'uno e dell'altro colle doveva formare la sua pianta topografica ed adduce in prova, non pure i ruderi grandiosi di edilizi e i residui di acquidotti, sì anco i portici sotterranei, i pavimenti in musaico e in grossi mattoni, gli idoli, le statue, le iscrizioni romane, le lapidi sepolcrali, le monete consolari ed imperiali, ecc., tratte ili luce dalle alluvioni e, di quando in quando, dissotterrate dalla mano dell'uomo, segnatamente nel luogo detto il Castellare. Si è poi recentemente accertato, per scavi fortuiti, che nella parte della città a destra del vallone accavallato dal gran ponte, vi era una delle necropoli dell'antica Anxanum. A poca distanza da Lanciano nella contrada Cunicella, il prof. De Nino rinvenne un'altra necropoli di un vico o pago Anxanieuse, come può vedersi nelle Notizie dei Lincei, fascicolo di dicembre 1881.
   Venendo ora alla storia propriamente detta, si favoleggia che la città d'Anzano fosse fondata da Soli ino compagno di Enea, da quel medesimo che, secondo Ovidio e Silio Italico, pose le fondamenta di Solmona. Se ne adduce in prova, non solo il culto che, così nell'una come nell'altra, prestatasi a Felina, dea municipale, conforme ad una lapide votiva rinvenuta fra i ruderi di Lanciano Vecchio e commentata dal Muratori, ma anche un marino colà scavato e riferito dallo stesso, dal Febonio e da altri in cui è fatta menzione di una caccia in onore della dea Felina data da Lucio Vibio Severo, patronus civitatis Anxalium.Abbiamo (letto si favoleggia; giacche la dea Felina era adorata in moltissimi altri luoghi, e Soliino è un mito. Con più ragionevolezza è da seguire l'opinione, di altri storici, fra cui il Casella e 11 Cainarra, i quali affermano che quella città fu fondata dagli indigeni del luogo, che le diedero una propria amministrazione ammettendo poi genti estranee, che suppongonsi di stirpe osca o pelasgica.