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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Aquila - Chieti - Teramo - Campobasso
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 379

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   l'arie Quarta — Italia Meridionale
   Domini illustri. — Si crede abbia dato i natali al celeberrimo pittore Antonio Solario, sopranominato lo Zingaro (1382-1455) c la tradizione popolare indica una casetta in cui vuoisi sia nato.
   Coli, elett. Ortona — Dioc. Chieti — P1 a Chieti, T. e Str. ferr. a Francavilla al Mare.
   Vacri (1G33 ab.). — All'altezza di 291 metri sul mare, a 9 chilometri a scirocco da Chieti ed a 15 a libeccio da Francavilla, sopra una scoscesa eminenza, in aria salubre e con esteso orizzonte. Territorio parte in collina e comprendente le due valli feraci del torrente Dentolo e del fiume Foro, il quale mette in moto lungo il suo corso varie fabbriche ed irriga tutta la pianura adiacente coltivata ad ortaglie, uliveti, frutteti, vigneti, granaglie e bestiame.
   Cenni storici. — Fu un feudo della famiglia Valignani.
   Uomini illustri. — Oriundo di Vacri fu il penalista Nicolò Nicolini, nato nel 1772, morto nel 1857.
   Coli, elett. Ortona — Dioc. Chieti — P1 e Str. ferr. a Chieti, T. a Bucchianico.
   Mandamento di GUARDIAGRELE (comprende 7 Comuni, popol. 19.G39 ab.). — Il territorio, in colle e in monte, produce granaglie, olio, vino, frutta, legumi e in alcune parti foglia di gelso. E bagnato dal fiume Foro e dai suoi influenti, e si estende anche su parte della Majella.
   Guardiagrele (8953 ab.). — Sorge a 577 metri di altezza, sopra un colle notabile per l'ampiezza dell'orizzonte e per la freddezza del clima quando spirano i venti della Majella, a circa 28 chilometri dall'Adriatico e a 31 a sud da Chieti. Vi si veggono buoni fabbricati lungo le vie ampie e diritte, e varie pregevoli opere antiche. La chiesa gotica di Santa Maria Maggiore ha le porte ornate da leoni e nel sopportico a sinistra di essa è notevole un grandioso e buon dipinto raffigurante San Cristoforo: di gran pregio è la croce cesellata e smaltata, opera degli orafi locali. Scuole ed opere pie. Banche e fabbriche di laterizi, di stoviglie, di paste alimentari, concerie, tintorie, molini, ecc.; commercio attivo dei prodotti locali, con fiere e mercati ebdomadari.
   Poco prima di giungere al paese, il prof. De Nino, notò una rarità mineralogica su d'un colle che è sparso di arenarie piriformi di varie dimensioni, e diede la notizia agli scienziati naturalisti nella Rassegna settimanale di Roma, diretta già da Sidney-Sonnino.
   Acque minerali. — A mezzodì e non molto lungi dal paese, nella regione detta della Torre o del Triplo, scaturisce un'acqua minerale molto salata, nella quale, secondo l'analisi del chimico Venceslao De Sanctis, contengonsi i bicarbonati di soda e di ferro, i cloruri di sodio, di calcio e di magnesio, l'jodio, la silice e materie organiche. Si prescrive per bevanda e per uso esterno nelle affezioni linfatico-ghiandolari, nelle erpeti, nelle lente flogosi, nella ritenzione di urina, nella litiasi, ecc. Pel molto sale comune che contiene quest'acqua adoperasi principalmente per condimento.
   Cenni storici. — Ignota è l'origine di Guardiagrele, ma essa risale al fermo a tempi remoti. Belisario la cinse di mura turrite e dopo di lui fu abbellita internamente da Narsete, quando giunsero in quelle regioni i Greci per muover guerra ai Goti. Sotto i Normanni continuò a governarsi a libero reggimento. Alcuni dei principi Orsini dominanti in Guardiagrele presero parte, nel 1423,alla ribellione del condottiereBraccio da Montone contro la regina Giovanna II, di che la città fu assediata da Francesco Sforza e, in capo a sei mesi, fu costretta a sottomettersi a quella regina ed a sborsarle un tributo annuo. Nel 145G fu data in dono a Marino d'Alagno, morto il quale, in capo a nove anni, tornò al Demanio. Nel 1521 Carlo V la diede a Guglielmo di Croy in cambio d'Isernia e stette in seguito sotto la tirannia di baroni, duchi e principi rapaci, finché Giovanni Caracciolo la vendè, in un coi paesi adiacenti, per 28.500 ducati a Lodovico de Pizzis. Per ultimo, abolito il feudalismo, tornò al Demanio.