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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Aquila - Chieti - Teramo - Campobasso
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 379

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   (30 l'arie Quarta — Italia Meridionale
   della Nuinciitaiia, con provenienza da Ilenia per Tivoli e Corfinio. La Claudia, cos'i appellata dall'imperatore omonimo die la fece costruire nell ottavo anno gjj suo impero, era ili esse la più nubile. Per questa \ia, in vicinanza di Atomo, si trovarono influii sepolcri con eleganti iscrizioni, di cui alcune, per olii ue lia vaghezza, si possono leggere nel l'ollidoro e nel Romanelli.
   Ancora più interessanti sono le altre epigrafi rinvenute, le quali confermano la storica antichità ed importanza del porlo di Aterno. Vii a quella escavata nel 1737 e riprodotta dal Muratori e da altri, clic dimostra la rcslam-azioiie di detto parlo fatta compiere da Tiberio, imperatore dal Lì al 37 dell'era nuova; e dimostra pure, se allora fu rislauralo, ch'esso in quel tempo era già vecchio. L'epigrafe è la seguente:
   I.MP. TICEUIVS CAESAR DIVI AVU. F. AVGVSTVS PONT1FEX .1IAX1MV 5 Tlllll. POTEST XXX HESTITYIT.
   Tra le làpidi ritrovate nel summenzionato speco di Rampigiia, una ve n'era (i cui frammentisi vedono ancora nella vicina Castellammare Adriatico, incastonati sul muro di un cortile del coinm. De Riseti, questore della Camera dei deputati, cultore e ealdo amatore di cose patrie), la quale presentava in bassorilievo una barca senza remi e senza vela con lungo rostro e timone, cui sottostava un'iscrizione attestante ivi la presenza di un collegio d'Iside, forse istituite dagli Egiziani. Ed altra iscrizione, copiata nello stesso luogo dal P. Allegrauza, esprimeva il dolore di sconsolata vedova verso il inalilo (ilei collegio di Serapide ili Salona, metropoli allora dell'Illirico) morto per mare ed ivi sepolto.
   L'èra dell 'Impero romano, cui le ultime notizie dell'antica Aterno si riferiscono, venne ben toslo a precipitare, e successero lo lunghe accavaleantisi barbarie dei bassi tempi, dei quali ben poco la storia registra, quasi nulla delle vicende delle città minori.
   Cos'i, per alcuni secoli, nulla sul conto di Aterno si trova più scritto. Tuttavia non mancano elementi per congetturare, ch'essa, pure subendo gli effetti di quella sterminata radicale trasforinatrice rivoluzione del inondo, non ha, relativamente ai tempi perduta la sua importanza.
   Secondo Paolo Diacono, il imitata culo dell'antico nome in quello (li Pescara, usato nel linguaggio volgare, ebbe luogo al tempo della invasione barbarica longobarda. All'istesso tempo, e propriamente nel— l'anno 568, o giù di li, pare si verificasse l'uccisione del vescovo pescarese Cetteo, che ora è il santo patrono della città; nella quale si è vagamente mantenuta viva, colla tradizione parlata, la memoria di questo notevole avvenimento.
   Secondo i Bollandisli, mentre iu quei' epoca era generale la sottomissione ai Longobardi, Uri mi a rimase soggetta all'impero dei Greci, sotto la presidenza di un conte a nume Verdiano, il quale, al pari di Uni, duca della vicina città di Pescara, era stato
   investilo del comandi) dall'esarca di Ravenna. L'uno e l'altro si accordarono di sorprendere di notte la città di l'escara e ntorgliela ad l'mbolo, capo longobardo, clic si era impadronito dulia parte occidentale : ma, scoperta la congiura, furono respinti. Il vescovo credulo consapevole del disegno, perché attaccalo ai Greci come cristiani, fu dai Barbari invasori sommerso nel fiume ed annegalo.
   0 allora, o più tanfi, la sede vescovile venne trasferita in Atri, come si legge nella Geoijrajia Ecclesiastica di Auberlo Mirco di Bruxelles, pubblicata a Landra nel 1020; malgrado questo, rimase a Pescara una certa importanza di centro religioso, sapendosi clic nel 1095 era ancora decorata di tempii sontuosi (alcuni dei quali eretti per ordine di papi), (piali furono le chiese di San Gerusalemme, San Salvatore, Santi Lcgunziano e Domiziano, San Tommaso Apostolo e San Nicola fuori le mura. E pure nolo che tra i prelati abruzzesi che presero parte nel Concilio I.a-terano (anno 1179) vi fu l'abate pescaricnse Leonato, il quale ebbe posto fra i cardinali diaconi.
   A grado ancora più notevole pare fosse salila, in quel tomo di tempo, I importanza politica di Pescara; inquantocliè avrebbe dato il nome, come provincia, a buona parie dell'Abruzzo Ulteriore, il cui dominio era nella giurisdizione del monastero cassinese ; ma che Ruggiero normanno, primo re di Napoli, allora investito dal papa Innocenzo II, pretese a lui si appartenessi, ciniie dipendenza del principato di Capua. Quindi è che nel I LIO, dopo avere conquistato Troja e Bari, mandò il suo secondogenito Anfuso, ossia Alfonso, principe di Capua, con possente esercito di cavalli e di fanti, a conquistare la provincia di Pescara. Cinque anni dopo lo stesso Ruggiero ebbe a l'istaurare il porto, ed iu memoria vi fu apposta uua lapide, con la strilla:
   ROCERlVS DEI GUATI A IlEX FEC1T.
   Quantunque non si sappia precisamente quali lavori furono compiuti, sembra pur nondimeno che al lido del mare facesse fabbricare uno o due braccia ili muri di mattai colti e di opera iiuii volgare, anzi corrispondente alla magnificenza di lui.
   Sei 1153, succeduto a Ruggiero il suo primogenito Guglielmo, accadde che il cugino di costui, Ruberto Bassavilla, meglio conosciuto sotto la denominazione di Conte di Loreldlo, per vendetta di essere stalo deposto dal primato nel governo del reame, prese parte ad un Congresso, tra i legati dell'imperatore d Oriente, Manuele Comneiio, e quelli dell'imperatore d'Occidi'Ule, Federico Barbarossa, per lo scopo di riconquistare, al primo dei detli imperanti, d dominio dell'Italia. Egli stesso anzi, il Lorelello, indisse il con-venio in civilute Piscariae; onde il l'aleolugci, lino dei tre messi orientali, navibus decem Pisehariam adnavitjahil.
   È doloroso constatare, che l'ospitalità data allora a cesi eminenti personaggi, il cui storico ricordo giova a comprovare la floridezza e la rinomanza della città,