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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Aquila - Chieti - Teramo - Campobasso
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 379
Mandamenti e Comuni del Circondario di Lanciano
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Prima (lei decreto (li abolizione del 1867 Pescara era una fortezza o piazza d'anni con due caserme, un ospedale militare capace (li 300 infermi, due polveriere nel cuore della città ed una prigione capace di 500 carcerati. Le fortificazioni, ora distrutte, e l'annesso terreno militare sono ora passati al Demanio, chiuso l'ospedale, vuote le due polveriere e solo è rimasto con le caserme il carcere, alcunché migliorato.
La piccola fortezza di Pescara era rinchiusa in un pentagono che ergesi a cavaliere della strada provinciale e del fiutile. A destra di esso le fortificazioni racchiudenti la città con (lue piazze e un ampio campo per le manovre, si componevano di bastioni e di cortine protette da quattro tanaglie m un fosso asciutto, sulla cui controscarpa corre la strada coperta munita di traverse, e di ampii spalti con ciglio ed uscite senza palizzate. A sinistra del Pescara un'opera a corno, o testa di ponte, con rivellino a due mezzehme e dentro quest'opera un quartiere per la cavalleria (trasformato in carcere provinciale succursale) ed una gran piazza per gli esercizi militari.
La chiesa di San Clemente ha un bel portone con scolture del secolo XIII e in vicinanza della città, in un luogo detto il T$mpigw, scorgonsi- vestigia di un tempio ed una strada con sepolcri.
Il territorio di Pescara, feracissimo, produce nella pianura cereali ed ortaglie ili copia e nei colli ameni che lo cingono frutta saporite, olio e vino squisiti. Banca di Pescara, fabbriche di liquori, di acque gassose, di mobili, di paste alimentari, librerie, tipografie, ecc. Commercio di cabotaggio.
Cenni storici. — Da una Memoria dettata nel dicembre 1890 e firmata dall'allora sindaco di Pescara cav. Teofilo D'Annunzio, togliamo le seguenti notizie storiche:
Non v'ha scrittore di cose patrie, il quale non riconosca chcPcscara corrisponde ad Alerti uni dei tempi fiumani. Il Roselli, scrivendo De siili antiq. Alerai. l'attribuiva, secondo ha riferito Pietro Pollidoro, ad origine pelasgica ; vai dire ai popoli d'oriente immigrati in Italia circa 1G00 anni avanti l'era volgare ; senza però saperne addurre veruna dimostrazione. La origine vera è invece sconosciuta, e perciò appunto Àtenio èilu annoverarsi tra le più auliche città italiane.
La menzione piò remota che ne fu fatta si rapporta all'epoca della seconda Guerra Punica (anno 539 di Homo, 214 av. C.); durante la (piale, perchè Aterno ebbe a parteggiare eoi) Annibale, venne espugnata dal pretore Sempronio Tuditaiio. E se, tra gli effetti di ipiella espugnazione, furono umpl-ius septem milìia hominum capta, secondo la testimonianza dell'illustre storico padovano, si può fondatamente argomentare che non si trattava di una piccola città.
Oi essa più tardi scrisse Strabene, attcstando de vini ch'era situata sul mare, presso la foce d'un fiume navigabili', clic serviva di comune emporio tanto ai Vestini cui la città apparteneva, (pianto ai Peligni, ai Marni ciai ed ai Frentani.
Plinio poi ha parlato del porto di Ateruo coinè pertinenza dei Frentani. Anche Pomponio .Mela, contemporaneo di Claudio, ha fatto l'attribuzione della foce dell'Aterno ai Frcntani. Le. (piali aHerniazioiii di Plinio e di Mela, benché in fondo si possano armonizzare con quella di Strabone circa la comunione del navali' di Aterno ai Frentani ed agli altri popoli contennnii, sono state cagione di dubbio sulla reale pertinenza della città di Aterno ai Vestini; onde dagli eruditi si sono espresse disparate e contrarie opinioni. Non pertanto
rimane salda l'autorità di Strabene ; e la notizia da lui trasmessa, che l'antica Aterno fosse dei Vestini, si vedrà poco appresso confermata da elementi storiti di epoche posteriori
Del resto qualunque sia la regione cui Aterno appartenne, è sempre corto che fu città importante, sita nell'area stessa ora occupata Ila l'escara e dalla sua abolita fortezza, a cavaliere del liiniie omonimo, congiunta da un maestoso ponte, nobilitata da drcorosi edilizi pubblici e privati, eminentemente commerciale, come punto dliimesto di strade di prun'ordine c come emporio navale nel traffico dei Vestini, Piceni, Mar-rucini c Frentani, coll'lllirico, l'Epiro, l'Acaia ed altre parli dell'antica Grecia.
Degli edilizi si ha memoria in un'iscrizione raccolta dal l'ollidoro, di un tempio dedicato a Giove Aterno dai soldati Valerieusi di Augusto, della XX Legione denominata Vincitrice. E lo stesso Pollidoro riferisce inoltre, che nel sito detto Run
V Itinerario di Antonino e la Tavola Peutintjeritma dimostrano il numero delle strade consolari c militari che ila ogni parte convergevano ad Ateniu, tra cui le principali la Salava,, cosidetta dai Sabini clic per essa recavano il sale dal mare, la quale uscendo da Roma per la porta Collina scendeva per Antrodoco ed Ascoli al Tronto; la Flaminia da Medio-lano, per l'icenum, Bruilusium; la Claudia-Valeria nuova, continuazione della Valeria antica e quindi della Tiberina e