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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Aquila - Chieti - Teramo - Campobasso
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 379
Chieti
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a stucchi rilucenti e dorature ricchissime, ma di stile barocco e più dicevoli ad una sala da ballo che a quel luogo augusto. Le ligure a rilievo spiccano su fondo (l'oro; agli antichi stemmi dei vescovi furono sostituiti quelli dei patrizi chietini che contribuirono ad abbellire la chiesa ; ed alle __ ____
epigrafi riferite dal Niccolini, dall' Uglielli e dal Ra vizza, che porgevano testimonianza della vita e delle gesta generose di coloro che ressero la basilica teatina, l'epigrafe in lode dell'operato di monsignor Ruffo Scilla.
11 maggior pregio di questa cripta sta in due dipinti a fresco staccati dalle pareti: il Crocefisso e la Pietà. Cinque figure al vero comprende quest'ultimo affresco: la Vergine che stringe nelle braccia il suo divin Figlio estinto, a destra Maria Maddalena, a sinistra San Giovanni e Sant'Antonio con in mano il giglio a fianco alla Maddalena. Magnifico dipinto non punto inferiore a quello dello Spagnoletto nella Certosa di San Martino in Napoli, sì per la stupenda espressione dei volti e il bellissimo nudo del Cristo e sì per la sobrietà e la somma armonia del colorito. La Vergine giunge le mani in atto di dolorosa rassegnazione e contempla con affetto ineffabile il corpo esamino del suo divin Figlio; San Giovanni inginocchiato sorregge amorosamente con le mani la testa di Cristo. E un capolavoro del secolo XV collocato in un'elegantissima cappelletta.
Un'iscrizione in latino, con la data del 1885, tramanda alla posterità il nome di monsignor Rullo Scilla che fece abbellire la Cattedrale.
Il magnifico campanile, innalzato Fig. 38. — Clneti : Campanile della Cattedrale, nel 1335 da Mastro Bartolomeo di
Giacomo, fu condotto a termine, oltre a un secolo dopo, nel 1498, da Antonio da Lodi, per commissione del vescovo Giacomo di Baccio, nello stile cosidetto gotico (fig. 3S).
Nella Cattedrale conservanti molti quadri, oggetti di valore ed opere d'arte: santi d'argento, fra cui la prementovate bellissima statua di San Giustino, capolavoro di Nicola da Guardiagrele; un calice prezioso con lo stemma del vescovo Colantonio Valignani che lo fece eseguire. Vi sono anche due messali con pregevolissime miniature. Il primo scritto da Paolo Diacono, fu alluminato da Teodoro d'Ortona, valente alto-minatore del secolo XI, ignoto però nell'istoria dell'arte. E un codice di 33S carte con miniature su fondo d'oro contenenti figure allusive al sacrifizio della Messa. Il secondo