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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Aquila - Chieti - Teramo - Campobasso
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 379

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   (30
   l'arie Quarta — Italia Meridionale
   pulite. La principale è il corso Ma micino, il quale muovendo dal Giardino pubblico, al largo del Tozzo si biforca: un tratto, proseguendo per la via Pollione, arriva alla piazza Vittorio Emanuele, fiancheggiata dai palazzi del Tribunale, del Municipio e della Cattedrale; ed un altro tratto comunica con la via Arniense o piazza della Verdura.
   Belle e memorabili le chiese, che verremo descrivendo sulla scorta del Biadi, a far capo dalla Cattedrale.
   CHIESE
   Basilica di San Tommaso Apostolo. — Sopra la cripta, o chiesa sotterranea, prima che Pipino méttesse a sacco e a fuoco, come vedremo nei cenni storici, la città, sorgeva la basilica titillo S. Thomae, ristaurata nell'840 dal vescovo Teodorico, sì che, dopo un secolo e mezzo, potè accogliere i fedeli assaliti pressoché inermi dai Saraceni. La prima consacrazione della chiesa avvenne sotto il vescovato di Atto od Attone, uno dei più grandi vescovi della Chiesa teatina e, nel 1432, il vescovo Marino di Tocco allogò solennemente sotto l'aitar maggiore il corpo di San Giustino. L'arcivescovo Peruzzi ornò la cappella del santo con bei lavori in oro e con finissimi marmi e monsignor Colantonio Valignani fece dono alla chiesa di un calice d'oro di meravigliosa fattura, in cui veggonsi scolpite immagini di profeti e di santi fra lavori squisiti di niello; fece trascrivere molti libri dei classici scrittori, ornò il palazzo Vescovile aggiungendo una torre ed arricchì il prospetto della Cattedrale delle statue marmoree della Vergine, di San Tommaso Apostolo e del patrono San Giustino.
   Nel 1592 l'arcivescovo Matteo Samminiati t'istaurò la chiesa, quasi crollante per terremoto, l'ornò di un bel pulpito di legno di noce lavorato, di un battistero di porfido, che fece venir da Verona; aggiunse alla sagrestia un'aula canonicale e fece dono alla chiesa di rendite cospicue per acquisto di arredi sacri. Anche l'arcivescovo Nicolò Radulovich arricchì la metropolitana e l'arcivescovo Francesco Brancia la riedificò quasi per intiero, ornando di marmi preziosi l'altare maggiore. Fu finalmente ristaurata, abbellita e riconsacrata nel 1770 sotto l'arcivescovo Luigi Del Giudice.
   Passiamo ora alla descrizione della basilica, la quale è a tre navate con ampia crociera, su cui si aderge uno svelto cupolino, con atrio lungo ed elegante, allato al quale schiudesi la porta principale. Nove altari, oltre quelli nella cappella del Sacramento, adornano la basilica di stile purgato,, ina sovraccarico di ornati, di colori vivaci e di dorature che ne sciupano la semplicità e la bellezza. Dieci gradini la separano in due piani, vale a dire dividono la crociera con la maggior tribuna e l'elegante coro di noce scolpita con vaghi ornamenti e i tre cerchi e colonnati con altari. Appiè di questi gradini apresi il duplice accesso alla cripta summentovata. La tribuna ove è il coro, la navata di mezzo e le cappelle sono tutte dipinte con fatti allusivi alla vita di San Tommaso Apostolo e di San Giustino in mezzo a fregi, festoni, cartelli, rosoni e dorature, ornati mediocri e poco piacenti all'occhio del riguardante. Davanti l'aitar maggiore una lastra marmorea, a guisa di palliotto, reca scolpito in rilievo un episodio della vita di San Giustino. Il santo sta inginocchiato, davanti un libro aperto; belli i varii gruppi di personaggi, bellissima ed espressiva in sommo grado la Madonna col bambino lattante. E pregevole lavoro del secolo XVIII.
   Non ha gran tempo monsignor Ruffo Scilla (nominato alla sede di Chieti da papa Pio IX nel 1877), volendo emulare gli arcivescovi suoi predecessori, ricostruì la facciata del palazzo Arcivescovile ed abbellì la basilica. Fece togliere il bell'organo dalla parete di fronte sopra l'aitar maggiore, sostituendovi una pesante, ricchissima cornice dorata; fece dare una mano di bianco alla sagrestia, cancellando i dipinti che la fregiavano; fece l'istaurare la cappella del Sacramento, in cui veggonsi profusi marmi, dorature,.ecc.
   La suddetta cripta, o vecchia cattedrale, era molto importante, non solamente per gli ornati e i rabeschi, ma più ancora per le tombe e i ricordi epigrafici dei vescovi è degli arcivescovi della Chiesa teatina ; ma il Ruffo Scilla la fece rifare compiutamente