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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Aquila - Chieti - Teramo - Campobasso
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 379
Gli Osci
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patahilmeM un dialetto affine — non possiamo accertare, dacché tutti i monumenti esistenti della lingua sono di una data assai posteriore alla conquista salicilica. Fu probabilmente una tribù osca clic si stallili sulle montagne apenniniclie intorno a Ilenia (lìieti) e clic scese ili lassù nelle pianure del Lazio e costituì un elemento importante della nazione latina.
Il Niebulir ha osservato rettamente che « la lingua osca non è punto un mistero inesplicabile come l'etrusca. Se ci fosse pervenuto un sol libro di essa noi saremmo perfettamente in grado di decifrarla ». Anche coi mezzi ristretti che possediamo possiamo tradurre in gran parte le iscrizioni esistenti in questa lingua, poche e concise in gran parte quali sono ; e, quantunque il significato di molti vocaboli rimanga incerto o sconosciuto, noi possiamo arrivare a conclusioni distinte rispetto il carattere generale e le affinità di questa lingua.
L'osco era connesso strettamente al latino, non meramente come il latino al greco e. agli altri rami della grande famiglia indo-gcriiianica, come rampolli dallo stesso tronco originati, si, come dialetti, strettamente affini. Quest'affinità si può rintracciare nelle forme ed inflessioni grammaticali della lingua non meno che nel vocabolario delle singole panile. Il latino era però, in tutta probabilità, una lingua composita derivata da una combinazione di questo elemento osco con uno più strettamente all'ine al greco o di origine pclasgica, mentre l'osco rappresenta indubbiamente il linguaggio dell'Italia Centrale nella sua forma più pura.
Le poche notizie dei vocaboli osci che ci furono tramandate dagli scrittori latini, Vairone, testo, ecc., sono relativamente di poca importanza. La nostra conoscenza principale ili questa lingua deriva dalle iscrizioni esistenti dello quali le tre più importanti sono:
1° La Tabula Ranlina, tavoletta di bronzo rinvenuta nel 1790 in vicinanza di Bantia a Oppido Mameitina nella provineia di Iteggio di Calabria, circondario di l'almi, e clic si riferisce agli affari municipali di quella città.
Il Cjipinis Abellantts, cosiiletto perchè scoperto ad Abella (Avella, nella provincia e circondario ili Avellino) poco lungi ila Nola e contenente una convenzione od un accordo fra le due vicine città di Abella e di Nola.
3° Una tavola in bronzo trovata, non ha gran tempo, in vicinanza di Agitone, in provincia di Campobasso, circondario d'Isernia, contenente una dedica di vario offerte sacre.
É notevole che questi tre monumenti linguistici siensi rinvenuti m luoghi pressoché i più distanti fra di loro nel territorio osco.
Coll'aiuto delle molte iscrizioni minori, fra cui quella rinvenuta dal prof. De Nino presso Castel di Ieri e non ancora interamente decifrata dai dotti, noi possiamo fissare con sufficiente esattezza i limiti entro i quali parlatasi la lingua osca. Essi comprendono, oltre la Campania ed il Sannio, propriamente detto, il paese degli Irpini e dei Frentani e la parte settentrionale dell'Apulia. Non si i iiivermero iscrizioni in osco nella Lucania (tranne immediatamente sui suoi contini) o nel l'ruzio, quantunque sia probabile che in ambedue queste regioni i conquistatori salicilici introducessero la lingua osca od altra connessa strettamente ad essa; e lesto allenila chiaramente che ì Uni/i parlavano il greco e l'osco. Apprendiamo altresì con certezza che, non solamente il vernacolo, ma anche l'uso ufficiale della lingua osca perdurò nell Italia Centrale lungo tempo dopo la conquista romana. Poche invero, se pure alcuna, delle iscrizioni esistenti risalgono ad un periodo anteriore. Il poeta comico Titinio allude all'osco quale un dialetto sempre iu uso connine a' ili suoi verso il 170 av. C.
Le medaglie coniate dai Satinili e dai lnro alleati durante la Guerra Sociale (00-88 av. C.) recano iscrizioni oselle; ma è probabile che, dopo il termine ili quella guerra e l'ammissione generale degli Italici alla franchigia romana, il latino divenisse universale qual linguaggio ufficiale dell Italia. L'osco però dovette continuare ad esser parlato, non solamente nei più r iposti distretti alpestri, ma anche nelle città, nella Campania almeno, sino ad 1111 periodo assai posteriore, dacché noi troviamo in Pompei iscrizioni rozzamente scombiccherate 0 dipinte sui muri, le quali, dal loro carattere transitorio, mal puossi supporre esistessero da lungo tempo prima della distruzione di quella città nel 70 di C.
Non abbiamo prove che gli Osci possedessero una letteratura propriamente' detta; ma da essi, al ferino, 1 Romani derivarono i tratteliiincliti drammatici denominati Fubulue• Atellanue, una specie