Stai consultando: 'La Patria. Geografia dell'Italia Provincie di Aquila - Chieti - Teramo - Campobasso', Gustavo Strafforello
Pagina (141/386) Pagina
Pagina (141/386)
La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Aquila - Chieti - Teramo - Campobasso
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 379
Mandamenti e Comuni del Circondario di Lanciano
135
Al tempo della famosa Guerra Sociale si stabili in Corfmio, ad imitazione di Roma, un sistema politico di governo composto ili un Senato di 500 notabili ; si elessero due consoli o imperatori, s'investirono vari magistrati del potere giudiziario e amministrativo ; si formò un gran Foro ed una Curia immensa; si accumularono somme ingenti di danaro e provvisto inesauribili da bocca e da guerra ; si compose insomma quanto occorreva per l'ormare la capitale di un nuovo impero.
Se la federazione sociale dei Peligni, dei Marsi, dei Vestini, dei Marrucini, dei Frentani, dei Sanniti, degli Irpini, dei Lucani e degli Apuli avesse conseguito l'effetto che si sperava, Corfmio avrebbe dettato legge a Roma, sarebbe divenuta la grande metropoli d'Italia e sarebbe giunta a quell'apice di potenza e di gran dezza a cui giunse Roma.
Quanto riuscisse spaventosa ai Romani la confederazione ostile di quei popoli non meno fieri che valorosi argomentasi dalle relazioni tramandateci dagli scrittori latini; ma Roma aveva forze tali da bilanciare quelle dei confederati. Dopo molti combattimenti sanguinosi i senatori romani avvisarono di evitare a tempo la tempesta che minacciava di distruggere la Repubblica, e, sacrificando il proprio orgogl io al la sai vezza co ni u n e, promulgarono la Lex Julia o Legge Giulia, la quale prometteva i diritti dei cittadini romani alle nazioni italiche che avessero stretto salda e durevole alleanza con Roma. Ciò fece subito porre giù le armi ad alcuni fra i suddetti alleati e il loro esempio sciolse la lega e fu la salvezza di Roma.
Corfinio, per la sua situazione fortificala, non solo fu il propugnacolo della libertà italica al tempo della Guerra Sociale, fu anche l'asilo della libertà romana quando Cesare voleva opprimere la sua patria. Allora Corfinio accolse non solo Pompeo e le sue legioni, ma ancora i senatori e i cavalieri romani i quali vi trovarono un rifugio sicuro. Cicerone fece dipendere da Corfinio la salvezza della Repubblica, là dove dice: Pentivo animi expectaliaue Corftniensi, in qua de salute Reijmblicae decernitur. Ma l'ordine di Cesare e il timor panico che erasi impadronito di Pompeo e ilei suoi capitani fecero sì che Corfinio, difesa da Domizio Enobarbo con beii trenta coorti (12.600 prodi guerrieri), si arreso (40 anni av. C.), dopo un assedio di soli sette giorni. Ma non fu presa con la forza e ne furono cagione la resa della vicina Solmona e la sollevazione dei Marsi che formavano parte del suo presidio.
D'allora in poi poco si sa di Corfinio; ma le iscrizioni attestano ch'essa continuò ad essere una florida città municipale sotto l'impero romano e la sua prosperità è dimostrata dal fatto che i suoi abitanti costruirono due. acquedotti per rifornirla d'acqua, ambedue tagliati in gran parte nella dura roccia ed uno attraverso una galleria lunga quasi cinque chilometri.
Fig. 37. — Pcntima : Pulpito della Basilica di San Pelino (da fotografia).