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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Aquila - Chieti - Teramo - Campobasso
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 379

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   (30 l'arie Quarta — Italia Meridionale
   Mandamento di PRATOLA PELIGNA (comprende 5 Comuni, popol. 17.589 ab.). — Territorio in gran parte nella vallata di Solmona, fertile e producente molti cereali, viti, frutta ed erbaggi.
   Pratola Peligna (9000 ab.). — A 347 metri sul mare e a 8 chilometri da Solmona, sulla sponda sinistra del Sagittario, affluente del l'escara, e costruito parte in colle e parte nella valle sottostante. La cosi detta I'iana di Valva, che dalla confluenza del Sagittario coll'Aterno si stende sino al monte San Cosino, rende piacevole in parte il suo territorio, intieramente alluvionale. Itinoniato è il suo santuario della Madonna della Libera, la cui festa ricorre nella prima domenica di maggio, con grande affluenza di pellegrini
   Celilii storici. — Pratola era un feudo della Badia Morronese. Soppresse le servitù feudali, si venne ingrandendo a segno da diventare il borgo più popoloso della valle peligna. In antico appartenne al territorio corfiniese, come è attestato da lapidi e da altri oggetti rinvenuti fortuitamente nei lavori agrari. Nel Municipio si conservano alcune lapidi, una delle quali è in dialetto peligno. Prima che il reame di Napoli fosse annesso al Regno d'Italia chiamavasi semplicemente Pratola. A questo nome fu annesso l'addiettivo di Peligna, per la sua giacitura nel territorio degli antichi Peligni.
   Coli, elett. Popoli — Dioc. Solmona — V% T. e Str. ferr.
   Pentima (208(5 ab.). — All'altezza di 320 metri sul mare e a 4 chilometri da Pratola Peligna, ili territorio montuoso e fertile. Importante per la storia e per l'arte è in Pentium la basilica di San Pelino, antica cattedrale di Valva, la quale sorse sulle rovine di Corfinium, antichissima città principale dei Peligni, di cui tratteremo qui sotto.
   San Pelino, vescovo di Brindisi, subì il martirio a Roma sotto l'imperatore Giuliano Apostata e il suo discepolo Ciprio ne portò il cadavere a Corfinio. Narra la leggenda che, assediata Corfinio per ribellione dell'esercito di Valentiniano, San Pelino apparve ai comandanti imperiali annunziando loro la vittoria e la presa della città; il che avveratosi pienamente, i \incitori rizzarono al santo un tempio, detto di Valva, non si sa perchè, dotandolo con la terza parte del bottino. La donazione fu confermata da Valentiniano, il quale l'accrebbe con altri beni, permettendo nell'istesso tempo che la città di Corfinio fosse ricostruita in onore del martire. È leggenda, perchè gli storici provano che in questo periodo di tempo Valentiniano non ebbe che fare con Corfinio.
   La chiesa di San Pelino, esistente tuttora, è una basilica a tre navate deturpata dai l'istauri vandalici dei secoli successivi. Rimangono dell'antico un grande abside nella parte sud-est della crociera ed altri absidi secondari alle due estremità. Nella parete occidentale del braccio principale della croce è addossata una chiesetta dedicata a Sant'Alessandro papa; lungo il lato longitudinale corre una cornice ad archetti tondi poggianti su mensole e sopra la crociera ergesi una cupola ottagonale moderna.
   Come già abbiamo detto, l'interno della chiesa fu in parte rinnovato ; il prospetto nordico in quella vece è rimasto intiero nella sua antica bellezza; così il lato sud-ovest con finestre lunghe, affilate a sesto acuto che offrono semplici, è vero, ma vaghi ornati.
   L'abside principale, in pietra giallastra, offre un insieme nuovo, ardito, elegante e nell'istesso tempo bizzarro. Poggia sopra un alto zoccolo a semicerchio ed è diviso in quattro piani ili forma poligonale, ergendosi sino all'altezza dei muri del braccio trasversale. 11 piano inferiore non ha alcun ornamento; il secondo va ornato di ricca ed elegante cornice e di due finestre ad arco tondo con svelti colonnini ; nel terzo piano corre un portico formato da sette archi semicircolari, basati su colonnette che hanno per piedestallo animali simbolici : sfingi, leoni, uccelli, intagliati e scalpiti con arte squisita. Negli interstizi degli archi suddescritti il valente artefice scolpì uccelli dai lunghi colli intrecciati, mostri di forma leonina, festoni di fiori e altri simboli. L'ultimo piano ofìre una cornice ad archetti sopra mensole varianti 1 uno dall'altro e di