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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Aquila - Chieti - Teramo - Campobasso
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 379

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   l'arie Quarta — Italia Meridionale
   Castel di Sangro (5728 ab.). • Sorge questa città a 810 metri sul mare e a 43 chilometri ila Solinomi, situato in gran parte sul pendìo di un colle roccioso che sovrasta, col suo castello fendale e con le ciclopiche mura, il paese sottoposto, lambito dal fiume Sangro che s'incurva dolcemente lungo la strada detta la limerà.
   Castel di Sangro è all'ingresso della valle del Sangro, circondata da monti di varia altezza, le conformazioni dei quali attestano quelle commozioni tectoniche che attraversarono la storia del loro sviluppo, commozioni che tuttora rivivono nei frequenti terremoti. Il piano di Castel di Sangro, come quelli di Cinque Miglia, di Solmona, ecc. erano nn tempo coperti di laghi permanenti, formanti bacini lacustri sul tipo del Fucino.
   Le esistenti costruzioni ,11 Castel di Sangro appartengono per la massima parte al medioevo, non essendo appariscenti quelli della Rinascenza per i frequenti terremoti che afflissero nel passato l'Abruzzo, il quale non è tuttora immune da forti scuotimenti che cagionano danni considerevoli. Ila però belle chiese, fra cui primeggiano quella di San Hocco, riedificata con eleganza nel 1338, quella di San Domenico e la chiesa madre, a croce greca, detta di Santa Maria dell'Assunta» Nel Comune vi sono fabbriche di tappeti ili lana, di candele di sego, di paste alimentari, di canapini, ecc. e nel territorio iìnvengonsi traccie di pozzolana vulcanica e cave di travertino.
   Castel di Sangro piglia il nome dal fiume Sangro (ili cui già abbiamo detto nella introduzione alla provincia d'Aquila), che scorre a fianco della sua estremità, anzi lo seinicirconda, il quale ha origine da due sorgenti del monte Turchie nel paese dei Marsi. Uopo un breve corso formerebbe un lago, se la natura non gli avesse schiuso un varco fra rocce a picco e balze profonde inaccessibili così agli uomini come agli animali. Grande è il numero dei rivi e dei torrenti che lo ingrossano e molte sono le contrade che bagna, finché mette foce nell'Adriatico in vicinanza di l-'ossacesia, ove 1 imperatore Adriano fece costruire un ponte ed ove aceaiiiparonsi, nel 1194, le schiere di Arrigo VI, in un con le compagnie dei Crociati, che muovevano alla volta di Terra Santa. Tutte le vicine contrade e il ricco monastero ili Santo Stefano furono messe più volte a sacco e devastate dalla loro licenza militare.
   Il corso intiero del Sangro (ili 95 chilometri, in un bacino di 1600 chilometri quadrati, come abbiamo visto) formava in addietro, nell'ampia sua foce, una isoletta, in cui furono costruiti alcuni mulini. Le sue acque vanno rinomate per la loro bassa temperatura; esse menano grosse e saporite trote, capitoni ed anguille.
   Acque minerali. — Scaturisce nel Comune, nella quantità di 140 litri ogni 24 ore, l'Acqua della Solfatara, solfurea, ferruginosa, fresca, che adoperasi in bevanda e per bagni.
   Cenni storici.-— Sul principio del medioevo ebbe il nome di Castel di Saro cangiato poi in Sangro, quando i conti della Marsica lo acquistarono nel secolo IX in un con altri luoghi degli Abruzzi e sul luogo dell'antica rocca, dove si scorgono tuttora avanzi di ciclopiche mura, costruirono un nuovo castello, dandogli il nome del fiume Sangro, che gli scorre vicino.
   Sotto i Longobardi ed i Franchi il territorio addiniandossi Comitato o Contado e, a detta del Gattola, nella Storia di Montecassim, doveva essere assai vasto e signoreggiato da nn conte della famiglia Burrella. Al tempo dei Normanni passò in dominio del principe di Capua, crebbe in popolazione e in ricchezza, e acquistò rinomanza per l'arte di lavorare il ferro che produceva lavori ricercati anche all'estero.
   Nelle guerre tra papa Gregorio IX e l'imperatore Federico II, ii cardinal Colonna coll'esercito longobardo e pontificio incendiò, nel 1229, il castello, che fu ristanrato da Federico al suo ritorno da Terra Santa e confermato alla famiglia che prese il titolo di conti di Castel di Sangro.
   Nel 1421 Castel di Sangro stava per Luigi d'Augiò, di che la regina Giovanna di Napoli mandò a porgli assedio il capitano Braccio, il quale non potè impadronirsene