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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Aquila - Chieti - Teramo - Campobasso
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 379
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l'arie Quarta — Italia Meridionale
Fig, 27, — Solmona: Vedala dell'Acquedotto (da fotografia).
le loro sedi e vi stabilirono il loro governo. Solmona fu governata dai cosidetti gastaldi o castaidi, divenuti poi conti di Valva, i quali appartennero al ducato di Spoleto. Nel secolo Xll fu sede del giustizierato di Abruzzo e costituì, con quella di Molise, la quatta delle grandi Provincie in cui fu ripartito il reame. Qui si celebrava una delle sette grandi fiere del regno e Federico li, che predilesse Solmona per la resistenza opposta dai suoi abitanti all'esercito papale sotto il coniando di Giovanni di Brienne, vi fondò una cattedra di diritto canonico, divenuta poi celeberrima e soppressa, nel 1308, per gelosia dell'Università di Napoli.
Ebbe in seguito guerre accanite con gli abitanti dì Pescocostanzo e con gli Aquilani e fu dilaniata internamente dalle lotte fra le due potenti famiglie rivali dei Merlini e dei Quadrali, descritte dal Febonio nella Storia dei Marsi (pag. 256), e da altri.
Molto ebbe anche a soffrire per opera di Lodovico, re d'Ungheria, e nella lotta fra Carlo d'Angiò e Corredino fu guelfa e fedele al primo. Nel secolo XV sostenne gloriosamente l'assedio contro Caldera, Giovanni d'Angiò, Braccio da Montone e Jacopo Piccinino, che n'ebbe il titolo di principe. Ai mali provenienti da tante guerre e da tante discordie intestine si aggiunse un più terribile flagello, il terremoto che, negli anni 1703 e 1706, atterrò quasi per intiero la città.
Durante le guerre fra Lodovico d'Angiò e Carlo di Durazzo negli Abruzzi, Solmona rimase sempre fedele a Carlo, il quale ne fece la sua residenza prediletta. Fu forse in quel tempo che Solmona cominciò a battere moneta e continuò a batterla per volere di Ladislao, di Renato d'Angiò, di Carlo Vili, del Lautrec, ecc. L'ultima memoria della Zecca dì Solmona è del 1528, due anni dopo che Carlo V la diede in feudo, col titolo di principato, a Carlo Lannoy, viceré di Napoli.
Nel secolo XV fu aperta in Solmona una tipografia; sullo scorcio del secolo XVI vi fiorì l'Accademia detta degli Arditi e nel secolo XVII quella detta degli Agghiacciati. In tempi più recenti Solmona appartenne alla famiglia Corno e da ultimo ai Borghese.