Taranto
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L'interno della chiesa, ad una sola navata a croce greca, è maestoso, con belle cappelle-Sopra le colonne degli archi a sesto acuto veggonsi ancora i capitelli antichi.
Catteduale di Sax Cataldo. — Fu edificata sid luogo ove fu scoperto il corpo di San Cataldo, intorno al 10.>0, dall'arcivescovo Drogo ne, successore di Etienne, che morì combattendo contro i Greci nella battaglia di Moutepeloso, Vuoisi che San Cataldo fosse un discepolo di San Patrizio e giungesse in Italia da Rapirne ili Irlanda nel 100; ma la data di questo arrivo è incertissima, varia essendo l'opinione dei numerosi suoi biografi.
La Cattedrale odierna era un'antica basilica che \ enne riedificata, stando ad ima iscrizione, nel 1588 sotto Sisto V, e sottoposta anche in seguito ad altri cambiamenti, ma sempre producente un'impressione grandiosa. La vòlta ò in legno a cassettoni, scolpita, dipinta, indorata con grandi immagini della Vergine e dì San Cataldo, che sorridono benignamente. Otto antiche colonne marmoree con bei capitelli e due semi-pilastri collegati da archi separano le tre navate; le navate laterali hanno l'altezza di questi archi.
La grande cappella di San Cataldo a destra del coro fu definita un'orgia di rococò. Fu costruita dall'arcivescovo Lelio Brancacci ed abbellita dai suoi successori Sarria e Pigliateli!, con marmi colorati e con la cupola dipinta da Paolo de Mattheis. Dieci nicchie con statue marmoree e dietro l'altare, in una nicchia crii porte d'argento, la statua velata dello stesso metallo ili San Cataldo, la quale sospingesi innanzi sulle ruote.
L'aitar maggiore, con quattro colonne e il ciborio, sono del 1652. Le porte e le finestre della chiesa sono ancora del medioevo. Nella navata laterale sinistra, all'ingresso pure dalla stessa parte, cappella del Fonte battesimale, con antica vasca tonda marmorea su teste donnesche e tabernacolo antico.
All'estremità della navata laterale destra liavvi la lapide di Filippo di Taranto, figliuolo di Carlo II d'Augii) e di sua moglie Caterina di Valois, col loro stemma principesco ed un'antica iscrizione (1).
Presso la Cattedrale sorge il gran palazzo dell'arcivescovo Jorio (1887), uomo coltissimo, già professore di teologia in Acerenza e Sessa Aurtinca, fondatore e direttore dell' Accademia di San Tommaso, autore
CASTELLO, GIARDINO PUBBLICO e MUSEO
Ad est, ove un angusto braccio d'acqua separa la città insulare dal continente, sorge l'antico castello (fig. 112), ornato di stemmi medievali, quello dell'imperatore tedesco inclusovi. Cinque grosse torri rotonde, collegato da mura, cingono le opere fortificatorie costruite nel X secolo e qui sclnudesi il gran canale suddescritto che mette nel Mare Piccolo.
Proseguendo di là del castello per la gran piazza nella strada a destra, che svol-gesi fra due ordini di maestosi fabbricati moderni, si arriva al bello ed ameno Giardino pubblico sulla piazza Vrchita, dal nome del celebre filosofo, uomo di Stato e generale di Taranto, che ritroveremo nei cenni storici.
A sinistra di questa piazza sta il nuovo Museo municipale, sotto la direzione del prof. Viola, dovizioso di vasi funerari! antichi, così dei tempi pre-ellenici come dei tempi della colonizzazione dorica. Vi si ammirano anche scolture, rilievi antichi, statuette, teste marmoree dell'antichità greca, gemme, lavori in avorio, oggetti in vetro, ecc.
(1) Xnn vuoisi però tacere che l'inglese H.UìG, nella Cilies of Southern Itoli) (voi. i, pag. 331), dà una smentite alle guide Baedeker, Gseil-Fell e Murray, affermando che Filippo di Taranto non è seppellito nella cattedrale di Taranto, ma in San Domenico Maggiore di Napoli,