Taranto
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Fig. 111. — Taranto. Ponte (aperto) girante sul Canale clic unisce il Mar Grande col Mare Piccolo.
alcuno vestigia. Codesto ponte formava allora il fondo dal primo bacino che costituiva il gran porto di Taranto.
Il bacino più grande od orientale non prestasi ai bisogni dell'arsenale militare perchè non offre la profondità necessaria per far manovrar® senza pericolo le grosse navi; ha appena una profondità di 9 metri al massimo, laddove nel bacino più piccolo la profondità raggiunge già i 19 inetri, di guisa che la più colossale delle odierne corazzate \ i può manovrare facilmente e con piena sicurezza. Questo bacino, del resto, è sufficiente ad accogliere non solamente tutte le navi dell'armata italiana, ma anche quelle dell'Inghilterra e della Francia, con altre ancora. Ben fece perciò il Governo ad abbandonare il grande bacino alla piscicoltura, all'allevamento dei molluschi, dei crostacei, delle ostriche e di altri simili cosidetti fruiti di mare, di cui è sì grande la rinomanza ed il commercio in Taranto.
La pesca nel Mare Piccolo. — L'antica Taranto gareggiò con la famosa Tiro nel tinger delle lane in color di porpora, estratto da varie specie di murici del Mare Piccolo. La grande industria dell'ostreicultura e della niitilicultura a Taranto è quella stessa che, un po' prima della Guerra Sociale, un ricco romano, eli nome Sergio Orate, apprese a Brindisi ed impiantò nel lago Lucrino. Lunghe funi immergoiisi a festoni nell'acqua, le quali, a non lungo andare, caricatisi di molluschi rapidamente crescenti, sì che, tratte fuori, porgono immagine di neri, giganteschi rosarii o corone. Ad intervalli regolari le barche dei pescatori vanno ad alzar queste funi da cui si staccano i molluschi cresciuti a sufficienza e le funi ripiombansipoi nel Mare Piccolo ; il quale produce ben 93 varietà di pesce e 150 specie di crostacei e molluschi. I marmili si pescano nel giugno e nel