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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Bari - Lecce - Potenza
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 396

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Antiche colonie e città greche nel golfo

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       Durante la guerra di Pi ito coi Romani, Eraclea fu la scena del primo conflitto tra i due ed il console romano Levino fu sconfitto compiutamente fra la città di Eraclea ed il fiume Siri, ora Sinni, nel 280 av. C. In pel tempo Eraclea fu alleala dei Tarunlini e dei Lucani contro Roma e fu, senza dubbio, con la mira di staccarla da questa alleanza clic i Romani poco appresso (nel 278 av. C.), concedettero agli Eraclensi un ti al lato di alleanza a condizioni così vantaggiose, clic, fu qualificato da Cicerone prope siiujnlare foedus. Eraclea conservò questa situazione privilegiata durante tulio il periodo della repubblica romana; e quindi, anche quando, nell'89 av. C., la te l'Iuutìn l'upiria conferì ai suoi abitanti, in comune con le altre città d'Italia, i diritti di cittadini romani, eglino stettero in forse se avessero ad accettarli.
       Non abbiamo notizia della parie presa da Eraclea nella Guerra Sociale; ma da una notizia incidentale di Cicerone, che lutto le pubbliche memorie ciucile erano state distrutte dal fuoco in quel periodo, ei parrebbe ch'essa avesse mollo solTerlo. Nella sua difesa di Archila (adottalo qnal cillailino ili Eraclea) Cicerone parla però di essa come di una città sempre florida ed importante e par che fosse una delle poche città greche nel mezzodì d'Italia che conlinuaroiio ad essere considerale sotlo il dominio romano.
       Il tempo e la circostanza dell'estinzione finale di Eraclea sono ignote allatto, ma la sua situazione si può sempre chiaramente ideatili atro ; e, quantunque non vi si veggano rovine nicrilcvoli ilei nome, cumuli di rottami e fondamenta di anlicjii edilìzi segnano il silo presso una masserìa della l'olicoro (di cui toccheremo due parole in line) a circa 5 chilometri dal mare ed a breve disianza dalla sponda destra dell'Agri. Monete in gran numero, bronzi ed altri avanzi di amichila furon raccolti sul luogo, a poca disianza dal quale furono rinvenute,, nel 1732, le famose tavole in bronzo, note comunemente. sotto il nome di Tnlmlm Heraelecnses, uno dei monumenti più interessanti dell'antichità che conservansi nel Musco nazionale di Napoli. Contengono una lunga iscrizione Ialina riguardarne i regolamenti municipali di Eraclea, ma clic non è altro in sostanza se non la copia di una legge più generale romana, la Lcx Julia Munieipalis, promulgata nel i.~> av. Gì da Cesare per regolare le istituzioni municipali delle città in tutla l'Italia. Questo documento curioso ed importante, una delle autorità principali per la legge municipale dell'Italia aulica, è incisu sopra due tavole di bronzo, sul cui rovescio è una lunga iscrizione greca assai più antica, ma di assai minore importanza ed interesse (I).
       Credesi generalmente clic Eraclea abbia dato i natali al celebralissimo pitlore Zeusi, autore, fra le altre cose, della famosa Elena, di Ercole fanciullo che strami , serpenti, ecc. ; ma è assai dubbio in quale delle molle città di questo nome ci nascesse.
       Tornando all'istoria di Eraclea soggiungeremo qui in fine, col Lenorniant, clic il sito della città antica ricevette il nome greco di Pohjehorion trasformalo poi in l'olieoro. Ma nel secolo XII, in cui un diploma di Boemondo II parla della fons Polieorii, codesti luoghi par fossero deserti, a cagione, non ha dubbio, delle devastazioni dei Saraceni. Dopo un lunghissimo abbandono, vennero, sullo scorcio del secolo X\ 1, nelle mani dei Gesnili, Son essi che costruirono allora il convento di l'olicoro, vasto edilìzio destili,ito ad accogliere nelle sue munì una comunità numerosa. Alla soppressione della Compagnia di Gesù la proprietà fu confiscata ed acquistata da un gran signore.
       Oggidì tutto l'ampio spazio, compreso fra le montagne e la marina in un senso ed i due fittati Agri e Sinni ffAtirii ed il Siris dell'antichità) nell'altro senso — vale a dire, la maggior parie del territorio dell'antica Siritide — forma mi sol dominio appartenente al principe di Genico. E un latifondo della superficie dì circa 140 chilometri quadrali, uno di quelli, dei quali fu dello a buon diritto: Latìfundia Italiani perdìderunl. L'antico convento suddetto è ora un castello in rovina, in cui abitano il fattore ed i suoi dipendenti.
       (1) La leg-ge latina fu pubblicata a più riprese dal Mi iutori (Inter., voi. Il, p. 582, ecc.) ed illustrata copiosamente con commentariì legali duDniKSEN (Berlino 1817-20) e dal Savigny (nei Vermischte Scliriflen, voi. m). Ambedue le iscrizioni, la latina e la greca, furouo pubblicate, con eruditissimi commentarli e disquisizioni su tutti i punti risguardanti Eraclea, da Mazzocchi, in 2 voi. in-folio (Napoli 1754-55).