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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Bari - Lecce - Potenza
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 396

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Anliclie colonie e eitlii greche nel golfo di Taranto
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   Favella della Corto, ove ertesi atra torre fastnrìl'J nel medioevo con ruderi antichi. Fn aperta nn Berto mimerò di tombe già violale, ina l'iin[iresa principale fu l'esplorazione ilei maggior tumulo in cui il cadavere cremalo si decompose toslo all'incorrer dell'aria. Fra due cassette di legno incrostate di palmello eleganti, i vasi di terra dipinti e i gioielli raccolti fra le ceneri l'nron raccattale due sottilissime hi mi nette d'oro, le qifiili furono nceuralaincnle spiegale nel Museo di Napoli e Irovale coperto d'istruzioni greti» decifrale dal valente ellenista Comparclti, senatore del regno, che le illustrò nello scritto intilnlato. 1 lue epigrafi greche arcatelle comparale. Una di queste epigrafi non porge dillìcollà nella sua spiegazione. E mi addio metrico al defunto, importantissimo, come quello che, iOl) sitili circa av. C., afferma energicamente la vila dopo la morte e la beatitudine dei giusti, in altri termini, l'immortalità dell'anima e il paradiso (1).
   Nuovi scavi, diretti di bel nuovo dal suddetto ing. Cavallari al principio del 1880, addussero l'apertura di Ire altri tumuli dello stesso tempo, nei (piali furono rinvenute tre altre lamine d'oro con iscrizioni escatologiche consimili riguardanti la dottrina delle ultime cose. Il preludalo Comparelti uè trattò da pari suo in un'adunanza dell'Accademia dei Lincei a Unum.
   Trattone le lamine d'oro, clic furono inviate a Napoli, tutti gli oggetti rinvenuti negli scavi di furio l'orinano il nucleo di un piccolo museo del municipio di < !oi'igliauo, La collezione, cnniecché ancor ristretta, merita la visita del viaggiatore archeologo. Oltre di ciò eoiivien smonta® a (^origliano chi voglia visitare, i sili delle antiche famose città di Sibari e di Turili, Che abbinili descritte succilit;inienlc. Andiamocene ora ad una terza e non meno celebre città antica.
   III. - METAPONTO
   « Ritorno Oggi — scrive Paolo lìourget nelle sue argute Seiisati&ni ti'Italie — da Metaponto, o a dii meglio, dalla stazione ferroviaria di queslo nome. Non è che un sovvenir e li classico cliam perìere ruinue b qui implacabilmente vero. Metaponto ! Onesto nome evoca la memoria di Pitagora, che qui venne a morire, e quella eziandio della più ricca cultura simboleggiata dalla bella spica di monete infuse (2) eoniate sodo l'antica repubblica, spica di messi miracolose, così elegante, cosi larga, cosi carica di granelli.
   « In l'accia a quest'immagine lontana, ecco la realtà odierna : appena il treno ha lasciato Taranto incomincia a stendersi una pianura indelinila e deserta. K il regno della malaria e Metaponto più non esiste che per le nove lettere inscritte sulla stazione ferroviaria. Ma c una stazione importante, come quella che segna il punto di biforcazione pei viaggiatori provenienti da Napoli e elle vanno sia verso Reggio, sia verso Taranto e Brindisi ».
       Metaponto era situata nel golfo di Taranto, fra i fiumi Bradano e Basento. distante circa chilometri ~22 '/., da Eraclea e 38 '/.2 da Taranto. Storicamente parlando non v'ha dubbio che Metaponto era una città greca, fondata da una colonia acliea ; ma varie tradizioni le assegnavano una origino assai più antica. Strahonc attribuisce la sua fondazione ad un corpo di Piliani (di Pilo nel Peloponneso), porzione di quelli che avevano tenuto dietro a Nestore a Troja; laddove Giustino ci dice che fu l'ondata da Epeio, l'eroe che cosimi il famoso cavallo di legno, introdotto, pieno di armati, in
   (I) Ecco l'epigrafe : « Quando l'anima abbandona la luce del Sole, ella ha da far con Colui, il cui pensiero è diritto e giusto, che osserva tutte le cose e ne liei: conto. Addio! Soffrendo la morte, tu non hai realmente sofferto nulla. Uomo miserabile, tu diventi Dio. Tu sei come un capriolo che si tuffa nel latte. Addiu! Addio! tu che pigli la buona strada verso le sacre praterie ed i boschetti di Perseponc ».
   (2) Chiamavansi inaisi le antiche bellissime monete delle città della Magna Grecia, colla impressione rilevata in una faccia ed incavata nell'altra.