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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Bari - Lecce - Potenza
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 396

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   l'ai Ir Oliatili llalin Meridionale
   della guerra dichiarala, nel 2X2 av. C., «lai I(rimani a Taranto, come vedremo nei cenni storici intorno a questa città.
   Tniio cadde cosi intieramente alla condizione di un'alleata dipendente ila II ohi a e fu proietta da una gunriiigioiic romana. ÌN011 trovasi luen/.'nmc del sua iiuuic durante le guerre con Pirro o la prima Guerra l'unica, ma rs    E evidente clic Tu rio era giunta all'ultimo grado di decadenza; ina la grande feracità del suo territorio fece sì clic fosse preservata dalla rovina assoluta e nel 101 vi fu stabilita una colonia romana con diritti latini. Livio dire semplicemente clic la colonia fu inviata in Tini rimi in agruin; ma Slralionc ci dice clic alla nuova colonia fu posto il nome di Cu pi ri, per l'abbondanza e fertilità del suo territorio e ciò 6 confermato da Stefano Bizantino e dalle monete con suvvi il nome di Copili. Onesto nuovo nome non durò però a lungo e Torio continuò ad essere appellata coH'antico. Ebbe a soffrire nelle guerre servili e civili in causa della sua situazione strategica, die la rendeva una delle principali piazze fn'^ dell'Italia meridionale.
   Dopo al'kr.donata la vetta del Vesuvio, dopo sconfitto I\ Yarinio e C. Toranio e dopo avete saccheggiate, nel suo cammino, Nola, Niicerj, Cora e Metaponto, il famoso gladiatore ribelle Spartaco sorprese, nel 73 av. C., Copia e la trasformò nella sua piazza d'armi. Di là incitò alla ribellione gli schiavi delle contrade adiacenti, formò un esercito di quasi 100,000 combattenti e si mise in relazione coi pirati della Cilieia, che signoreggiavano allora il mare. Spartaco aveva fondato nella città fabbriche d'armi e un arsenale. Ne rimase padrone quasi due anni e non la sgombrò clie nel TI av. C., all'appressarsi di Crasso, per ritirarsi nel Kruzio.
   In seguito, nella sua lolla contro il triumvirato, Sesto Pompeo, signore del mare, raddnsse la sua squadra nel golfo di Taranto, sorprese Copia e la pose a sacco. Essa più non si riebbe c sotto l'impero vegetò e si spense a grado a grado. Nel secolo VI non era più, al dir di Proco pio, clic una borgata aperta e senza importanza.
   Era sede di un vescovo, soggiunge il Lenormant, che portava il (itolo di Thurianum Fpiscopus. Nel 11 secolo dcll'éra nostra aveva dato alla nuova religione di Cristo uno de' suoi capi, il pontefice San Telesforo, martire c successore di San Sisto. Salito alla sede pontificia nel I42 sotto Antonino l'io, Telesforo l'occupò per 11 anni e tic mesi e fu deposto, dopo il suo martirio, accanto al corpo di San Pietro nel Cimitero Vaticano. Gli si attribuiscono i precetti sul digiuno quadragesimale e la istituzione della messa di mezzanotte a Natale. .Ma ciò è seriamente impugnato. Giovanni, vescovo di Turio, prese parte al Sinodo romano del 490 sotto papa Simmaco ed il suo successore 'leofilo al Concilio ecumenico di Costantinopoli nel 080 e 081.
   La distruzione finale di Turio non ha lasciato ricordi nell'istoria; ma essa avvenne certamente al tempo delle invasioni saraccnichc. Le monde antiche di Turio sono bellissime; il loro numero e la loro varietà ci porgono un'idea dell'opulenza e della prosperità della città ben più alta di quella clic si raccoglie dalle relazioni degli antichi scrittori.
   Presso Terranova di Sibari (in provincia di Cosenza, circondario di Castrovillari) Irovansi le rovine informi dell'antica Turio greca e della successila Copia romana, e la cos'ideila Fontana del Fico, nome moderno dell'antica fonte Thuria che diede, come abbiamo visto, il nome alla città.
   11 Governo italiano, narra il Lenormant, fece eseguire nel febbraio e nel marzo del 1879, sotto la direzione intelligente dell'ing. Cavallari di Cosenza, degli scavi nella necropoli della Caccia di