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l'arte Quarta — Itnli.i Meridionale
incidentalmente al tempo ili Siuindiride fver^u riHO-TiliO av. C.) il più riero e fastoso dei Sibariti clic aveva aspiralo alla mano tifila figlia di Clcisteiie tiiaiino di Sicionc coinè il periodo in cui Siluri toccò l'apice della grande/za. In un periodo posteriore pare fosse agitata da dissensioni politiche delle cui circostante abitiamo unsi conoscenza imperfetta.
l e due granili citta adiro dell'Italia meridionali', Sibari e Crotone, stavano a capo ili una federazione ili città meno importatili, le (piali formavano le loro colonie ; e fra le due esisti a più ripreso un'intima alleanza attcstata dalla coniazione di monete, clic recavano simultaneamente i nomi di Sibari e di Crotone. Se non clic ardeva fra di loro una sorda rivalità di ambizione e di amor proprio. Iu quell'alleanza, Sibari, come la pili grande e la più potente, pretendeva e-ercilarc l'egemonia; Crotone aveva, a prima giunta, ammessa questa pretensione, ma iu proporzione che ingrandiva, vi si mostrava inen disposta, e non tollerava che impazientemente l'orgoglio oltracotante di Sibari. Uopo che Pitagora l'ebbe scelta a sua residenza essa pretese naturalmente di essere a capo, alla sua volta, della confederazione, sopra la quale l'influenza morale del filosofo di Sanici era in quel momento onnipotente. Un conllilto iu simili condizioni era, a breve andare, inevitabile. Quindi a Sibari scoppiò primamente la reazione ultra democratica, clic doveva estendersi in breve alle altre città, e di cui Pitagora e i suoi discepoli furono da ultimo le vittime, come vedremo, nel circondario di Cotrone in provincia di Catanzaro. Ma Sibari aveva colmato siffattamente la misura della sua arroganza clic non trovò alcun alleato nella sua impresa contro i Pitagorici ; i Crotoniati insorsero in massa contro di essa, ma il partito, che cacciò in seguito il filosofo di Samo, non volle dichiararsi in suo favore ; ed essa peri vittima degli odii, clic aveva suscitati in una lotta in cui aveva tutti i torli.
Sembra che il governo di Sibari fosse in addietro nelle mani di una oligarchia, di cui formavano parte naturalmente uomini dello stampo dei precitati Smindiride ed Alcimene; ma il partito democratico, capitanato da un demagogo di nome Telvs, riusci a rovesciarlo, cacciando in esilio una porzione ragguardevole dei primarii cittadini. Telvs pare pervenisse in seguito al posto di despota o tiranno ili Sibari, ed i cittadini espulsi ripararono a Crotone, ma, non paghi della loro vittoria e di aver afferrato il potere, Telvs e i suoi partigiani intimarono ai Crotoniati di espellerli.
La quistione fu sottoposta alla deliberazione del Senato e Pitagora stesso, adducendo la santità del diritto di asilo, indusse la repubblica di Crotone a sfidar l'ira di Tclys piuttosto che ritirare la sua protezione ai rifugiati. Per evitare però una rottura, i Crotoniati inviarono a Sibari un'ambasciata composta di trenta cospicui cittadini, per veder modo di compor la vertenza. Gli inviati Sibariti, rispettati a Crotone anche nei loro eccessi, avevano potuto insultare impunemente Pitagora, quando prese a difendere i rifugiati ; quelli di Crotone furono sgozzati a Sibari senza neppur essere sentiti e Telvs fece gittate i loro cadaveri fuor delle mura della città.
Un grido di orrore e d'indignazione accolse in Crotone l'annunzio di si atroce misfatto e, spinti concordemente dalla sete di vendetta, i Crotoniati dichiararono a Sibari una guerra di estermiiiio. Hai canto loro i Sibariti raccolsero tutte le loro forze ed attesero i Crotoniati al valico del fiume Trncìs (ora Trionlo), sulla frontiera dei due territori!. Là fu combattuta la grande e memoranda battaglia. Se si deve prestar fede agli storici, i Sibariti sommavano a >0,000 combattenti ed a soli 100,000 i Crotoniati, però con ausiliarii preziosi iu un corpo d'emigranti spartani, approdati per un caso di navigazione, alle lor coste.
L'esercito di Crotone stava sotto il comando del celebre atleta .Milone, uno dei più caldi fautori di Pitagora, clic indossava una pelle di leone e impugnava una clava a somiglianza d' Ercole. La lotta fu breve e decisiva. La fastosa cavalleria sibaritica, più atta e più usa alle pompe, che alle battaglie, fu sgominata, comecché più numerosa, dalla crotoniata, la quale la rovesciò addosso alla fanteria tracndola nella sua rovina. L'immenso esercito di Sibari si sbandò come un gregge, riparando entro le mura della città.
Una sedizione popolare pose fine al governo ed alla vita del tiranno Telvs, ma ciò non appagò e non disarmò la vendetta dei Crotoniati, i quali posero l'assedio a Sibari clic, in capo a settanta giorni dal principio delle ostilità, fu costretta ad arrendersi a discrezione. 1 Crotoniati saziarono con furore inesorabile la loro vendetta. Tutti gli abitanti furono espulsi e costretti a ritirarsi a Imos fora Laino) ed a Sàdros (ora Sapri). Vuotata cosi la città fu data mano metodicamente alla demolizione delle sue