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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Bari - Lecce - Potenza
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 396

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   l'arie Quiirlt» llalm Meridìi»lii«I    Antiche o fumoso coionio o città greche nel golfo di Turunto.
   Re si pone «la jiartc il tempio di Metaponto (clic descriveremo a suo Ijgign sotto questa aulica città) e quello di llera Lacinia presso Crotone, sono semplici ara r non più voi ine, che gli archeologi vanno a visitare lungo il litorale dell'antica Maglia Grecia nel gran golfo di Taranto, l'are che un castigo particolare siasi aggravato su tutte quelle città sì floride e famose, che rappresentarono per parecchi secoli una parte preponderante della grande civiltà ellenica, ma che, snervandosi in seguito nella mollezza e nella voluttà, finirono per divenire altrettanti focolari di intensa corruzione.
   La distruzione ha fatto scomparire le loro ultime vestigia dalla superfiee del suolo, tanto che per alcune fra esse, il cui nome va rinomato nella storia, non si sa determinare ove realmente sorgessero. Non pertanto, oltre il grande insegnamento filosofico che deriva da questa stessa distruzione, la descrizione dei luoghi delle città della Magna Grecia porge ancora un interesse di prim'ordiue. .Si vedrà da essa quanto fu grande, colto, raffinato, prode nelle armi ed inarrivabile nelle arti quell'estremo lembo d'Italia, prima, assai prima, della fondazione di Roma.
   I. - sin A RI
   Sibilìi, celeberrima città (Iella .Magna Grecia,, era situala sulla sponda oecirteilalé del golfo tarantino, a breve distanza dal lini re, fra i fiumi (Irati e Siliari, I,ultimo di qucMi lìuiuì. da cui derivò il nomo, era quello clic chiamasi ora il Cosale, il (piale si versa nel ( iati, in provincia di Cosenza, a circa 5 chilometri dalla sua foce, ma die nei tempi antichi correva Mqwiatd ed indipendente al mare, 'furio (Tinnii), clic sucredé, conic vcJjcu o, a Silari, fu fondata un po' più in alto, su di una collina ma sempre nel medesimo distretto, i iirono gli iiniuigi ariti achei. iic di< doro ai due fiumi, frammezzai quali costruirono la loro città, i nomi di Ciati e di Si bai j cli'cian quelli d'un fìntile c di una fonte della loro città natia.
   Sibari, a quel che sembra, fu la più aulica delle colonie greche in quella parte d'Italia, coinè quella clic fu fondala, al dire dì Scinuio Chio, al principio della lóa Olimpiade, 35 anni dopo hi fondazione di Moina (720 a\. C.). Gli immigranti, condotti da Is d'Elice, capitale religiosa della confederazione achei, venivano in gran parie dai dintorni di fiuta e di Ai gira nel l'A elica; ma ad essi andavan frammisti degli abitanti di Trczeue. Gli Achei però li soverchiarono da ultimo e li cariarono. 1 Sibariti in vero pare pretendessero ad un'origine nei tempi eroici, e Solino riferisce che il primo fondatore della città fu un figliuolo di Aiace Oileo; ina ciò <• evidentemente mera finzione e, storicamente parlando, Sibari era senza alcun dubbio una colonia aclica.
   Questa colonia doveva esser però una delle più numerose fra tutte quelle clic emigrarono dalla Grecia, dacché Sibari, quasi subito dopo la sua fondazione, era già una grande città e potè in breve inviar dal suo seno colonie importanti, come quella di Laos, all'imboccatura del fiume omonimo, che gìttasi nel golfo di Pollastro, dì Scidro, ora Sapri, e di .Metaponto. E il vero che Sibari aveva, contrariamente alle ali re città greche, per principio di concedere, senza difficoltà o formalità, la cittadinanza a tulli coloro che venivano a chiederla, ed ili tal modo una eoriente incessante di immigranti accrebbe rapidamente c straordinariamente la sua popolazione, senza sopraffare però la supremazia a chea.
   In grazia di questa polìtica, Sibari, anche dopo aver fondato alla sua volta una serie di colonie sparse sul litorale dei due mari, divenne, in un secolo, una città che annoverava, oltre gii schiavi, 300,1)00 liberi abitanti, dei quali 100,000 cittadini aitivi. Aveva un circuito di 50 stadii, vale a dire di oltre 9 chilometri. La Roma di Servio Tullio e dei Tarrpiinii non la sopravanzava gran fatto in estensione. Quanto alla ricchezza concomitante a questo sviluppo di popolazione basti il dire elio, nelle pampe solenni, le vie della città eran percorse da ben cinquemila cavalieri, negli abbigliamenti più sontuosi e sfarzosi.