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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Bari - Lecce - Potenza
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 396

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   l'arie Uiiarbi lluliii M'iriilion.'tl''
   Kiiffnno c:si;i; ti»,). BorgU all'altezza riI I£j iik-Iiì sul livello elei mare ed a 32 chilometri 'la (ìullipoli, in «ria purissima e in colle. Vi« poco ampio e ,wjw» regolati, ej)i(\sa ,iarroceIiinl(, collegiata, ex-convento, parecchie fase private a «sai bollo. Opera jìiaddft» Fii/Hr della Carità, fondata nel lfs>7, con un reddito amino di circa 1700 lire. Commercio dei prodotti agian locali pritioipaliiieìite con Gallipoli.
   Cenni storici. l'or la emisi ma u za del nome vogliono alcuni die Rullano vada debitore della sua fondazione alla famiglia Rullo. In tempi remoti fu ini fendo de,U famiglia Aiitoglietta, dalla quale pervenne ai Falconi e in seguito ai 1 ih marino, elio l'acquistarono da (ìiovauui l'errante per la somma di 73,000 ducati. Rinaldo Brancaccio, lo jì#mprò da ultimo por 00,UW ducati da Francesco Fìlouiariuo.
   Coli, cicli. Tricase — Dia® L'gcnlu — I'2 c T. locali, .Str. ferr. a Maglie.
   Specchia (2050 ab.). — A 130 metri d'altezza .sul livello del mare ed a 7 chilometri da Ruttano, con fertile territorio in collina, solcato da un piccolo torrente, lidia e salubre situazione in colle, con parrocchiale di architettura discreta; opera pia. Olio, vino e bestiame.
   Cenni storici. — Fu già un fendo degli \rtns, giunti con C'urlo I d'Angiò nel reame di Napoli L'ebbero quindi i Del Balzo, i l)i Capila, i Iìrucida ed i Traili.
   Coli, elett. Tricase — Dioc. Ugerito — l'2 e T. locali, Str. ferr. a Maglie.
   Supersano (1470 ab.). — All'altezza di 103 metri sul livello del mar® ed a \ chilometri da Rullano, con territorio in colle ed in piano, assai fertile e ben coltivato. Si compone di qualche casale e di alcune case disseminate in aria salubre.
   Coli, elett. Tricase — Dioc. lTgento — P2 e T. a Buffano, Slr. ferr. a Maglie.
   Mandamento di TRICASE (comprende 3 Comuni, popol. SO 15 al).). Territorio presso l'Adriatico assai fertile, in pianura e in collina; è un immenso uliveto, tranne pochi tratti seminativi; vi prosperano anche alberi forestali, noci, mandorli, aranci, peschi ed altri alberi da frutta; ortaglie, vino generoso e mare pescosissimo.
   Tricase (5SS0 ab.). — A (J7 metri di altezza sul livello ilei mare, a 12 chilometri da Gallipoli ed a 3 chilometri dal mare. Il litorale, si stende dalla torre del Mito alla torre di l'iggiano, e va distinto in tre sezioni: del l'orto, del Rio e della Serra di Poiane. In questa spiaggia schiudesi una piccola baia, dichiarata per la prima volta porto di 31 classe da Federico d'Aragona e inseguito da Carlo V e per ultimo dal Co verno italiano. La marina del l'orto e della Serra sono amene, abitate ed hanno vasche per bagni. Il canale Rio si addentra nel territorio di Tricase per una lunghezza di circa ÉOQ metri con una larghezza d'altri 200.
   Sullo scorcio del secolo passato, oltre la parrocchiale, Tricase aveva tre monasteri: dei Cappuccini, degli Scolopii e dei Domenicani. Dei suoi edifìci il più cospicuo è l'antico palazzo baronale. Notevole pure ò il palazzo Municipale con l'Asilo infantile, la Pretura e l'Amministrazione della carità pubblica. Le vie interne sono quasi tutte lastricate e recentemente fu costruita una strada che dalla marina del Porto conduce sulla strada provinciale a Lnciignaiio.
   Due opere pie; due fiere annuali e mercato settimanale nell'ampia piazza. Stabili-inenti per bagni di mare, stazione termo-pluviometrica, Società operaia. Legnami da costruzione, mulini, fabbriche d'olio d'uliva, di paste alimentari, di stoviglie comuni.
   Cenni storici. — Tricase vuoisi fosse colonizzato dai Romani al tempo di Marcello, il quale ridusse il Salento in provincia romana, e \i distrusse molte città e castella per punire i Salarimi della resistenza ostinata alle armi romane. Nei tempi feudali ebbe un palazzo baronale di piccole dimensioni e di forma circolare. Sotto i Della Rutta, già conti di Caserta, ovvero dei Del l'alzo, principi di Taranto, fu cinto di mura con bastioni, torri e due fosse, una a monte e l'altra a mare, quest'ultima tuttora