I'nrl«' Oliarla — Italia Meriditrfiale
saponi, (lete; Agenzie e Case commerciali a inultissimi grandi negozi da olio <>»UtbiliuKaiti eunlngiri. Quasi tutti i mercanti locali eliminano (dio dai proprietari per commissione dei mercanti di Napoli e ili altre città italiane ed estere, a l.asti dire che ramina sua esportazione si fa ascendere a 70(10 tonnellate. Da vani anni ni (ina va fiorendo pure l'esportazione dei vini, dei quali s fauno grandi richieste da tutto le regioni d'Italia e dall'estero.
BILANCIO
11 bilancio preventivo del Comune di Gallipoli per il 1808 dava i seguenti risultati:
Attivo
Entrale ordinarie . . L 191,555.20
» straordinarie .... » 10,0-48.93
Partito di giro e contali, speciali » 84,855. 00
Totale !.. 292,459.28
Passivo
Spese obbligatorie ordinarie L. 149,345.75
» > straordinarie. » 23,308. 45
» facoltative...... • 25,807.50
Partite di giro e contali, speciali » 93,997. 58
Totale I,. 292,459.28
CENNI STORICI
La fondazione di Gallipoli fu attribuita da alcuni storici agli abitanti di un'altra antichissima città omonima in Sicilia, verso l'anno IÌG5 di Roma e 38® av. C,; secondo altri fu una colonia niessapic.a e, al dire di altri ancora, fu fondata dai Cretesi.
Checché ne sia, il suo nome di Calli poh s (beila citta) attesta sullicicntcnicnte la sua origine greca, confermata inoltre dal Mela, che la chiama Urbs Graju Calli polis; e noi apprendiamo da Dionisio clic fu fondata da un lacedemone di nome Leucippa, col consenso e coll'aìuto dei Tarantini, i (juali vi avevano ni addietro un piccolo stabilimento. Plinio ci dice che fu chiamata Anxa ai dì suoi, ma ci pare che non smettesse inai la sua denominazione greca, che serba ancora al dì d'oggi. La città antica occupava, non v'ò dubbio, il luogo stesso dell'odierna; ma noi 11011 troviamo alcuna menzione del suo porto.
Nel 450 dell'ira nostra fu saccheggiata dai Vandali. Oppose a lungo resistenza ai Normanni e fu fra le ultime delle città che ne riconobbero il dominio; Ruggero, tìglio, di Roberto, la cede quindi, con Taranto, al fratello Boemondo ed in tal modo ebbe origine quel principato.
Non volendo sottomettersi a Carlo d'Àngiò prestò ubbidienza a Pietro d'Aragona; ina l'Angioino v'inviò, nel 12SÌ-, un esercito che se ne impadronì e la distrusse si che i pochi abitanti scampati ripararono altrove. Diede loro permesso, nel V.ììl, di farvi ritorno il re Roberto, e sotto Giovanna I Gallipoli già poteva dirsi risorta. Ladislao e Giovanna II le accordarono privilegi. Soffrì assai per la peste nel 1429 e Panno seguente per imo sbarco di Turchi, i quali trassero in schiavitù molti suoi abitanti.
Nella guerra del 1484 fra Sisto IV e la Repubblica di Venezia da una parte e Ferdinando di Napoli dall'altra, una squadra veneziana assalì Gallipoli per costringere Ferdinando a richiamare le sue truppe dallo Stato romano. Sotto il coniando di Giacomo Marcello 60 navi veneziane gettarono rincora nella rada della città intimandole la resa. Avutone un rifiuto, i Veneziani sbarcarono e presero a batterne con l'artiglieria le mura. Diedero quindi l'assalto, il quale fu respinto, sotterrando le stesse donne ai morti e ai feriti, lanciando sassi in difetto d'armi, e versando dalle mura olio bollente sugli assalitori. La dimane (8 maggio), temendo i Veneziani che la città potesse ricevere soccorso da truppe inviate da Lecce e da altri luoghi, rinnovarono più furioso l'assalto, il quale durò cinque ore e di bel nuovo senza frutto. Ma il timore dell'arrivo dei rinforzi suddetti, la rabbia pel mal successo e le stesse perdite sofferte riaccesero il coraggio dei Veneziani, i quali rinnovarono il di seguente più furioso e più generale il terzo assalto, nel bollore del quale rimase ucciso da una scarica di colubrina