l'urlo Quarta — Italia Meridionale
Fig. 'JG. — Brindisi: Le due colmine terminali della Via \;>(•*
principe di Taranto, il quale, a dispetto di Alfonso re di Aragona, vi fece all'ondai e mi'enorme nave oneraria, carica di immani macigni, Carlo 111 Ferdinando I\ , Francesco I, Ferdinando II ed ultimo il Governo italiano lo hanno successivamente condotto a quell'alto grado ili importanza, clic ha ora e che audrà, non v'ò dubbio, crescendo ogni dì più.
Sopra un'eminenza in vicinanza del porto ergesi un'alta colonna di cipollino, con un ricco capitello ornato di teste di deità marittimo. Sopra uno zoccolo a fianco sorgeva un'altra colonna consimile, atterrata nel 115G da un terremoto e venduta nel 1003 ai Leccesi, die vi innalzarono in cima, come abbiamo visto, la statua di SanCOronzio. Una iscrizione incompiuta sulla colonna dice che questa fu rizzata nel secolo XI da un Lupa l'rotospata, governatore bisantino, il quale ricostruì la città distrutta nel secolo X dai Saraceni. Vogliono alcuni sorgesse colà una specie di porta trionfale, che segnava il te nume della regina delle strade militari romane, la famosa via Vppia, la quale, muovendo dalla via dei Sepolcri alle porte di I'ouia, metteva capo a Brindisi, ove schiudevasi la via marittima all'Asia ed all'Africa (fig. 'JG).
CASTELLO
Il castello, nella parte interna del secondo porto suddescritto, l'oggetto più cospicuo da tutti i punti della città, è fiancheggiato da enormi torri rotonde. Fu fondato da Federico II. il grande Ilolienstaufen, fu molto modificato sotto gli Angioini e Carlo \ lo fece rifabbricare. Marat lo convertì in prigione ed ora è casa di reclusione.