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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Bari - Lecce - Potenza
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 396

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Vanno rinomati fra gli storici ed i cronisti leccesi: Domenico (le Angelis (1075-1710), autore delle Vite dei letterali -mimimi (1710). — G. A. Ferrari (150G-S7), autore del-VApologia paradmsieu, ricca di notizie storiche sulla città e provincia di Lecce, ma piena di inesattezze e di errori. — Cesare Infantino, lo scrittore più esatto intorno agli edilizi sacri di Lecce, nei primordi del 1600; A. Coniger, A. Piecinni, G. Gino ed altri cronisti dal secolo X\ II al XIX.
   Fra i medici e i naturalisti ebbero grido: Giorgio Raglivi, professore di medicina a Ito ma, il quale contribuì ad abbattere le teorie umorali dei galenici. — Gaetano Stella e Pasquale Greco, Raffaele I)' \rpe, Giuseppe Leone, Emilio Penilo, ecc.
   Degli architetti ricorderemo: il prementovato G. Giacomo dell' \caia, Francesco, /ìinbalo, A. Carducci, G. Gino, ecc., clie introdussero lo stile barocco nelle chiese di Lecce e dei dintorni.
   Fra gli artisti più cospicui voglionsi annoverare: Matteo da Lecce (secolo XVI), che dipinse, emulo del Buonarroti» nella cappella Sistina in Roma; i pittori G Verrio (secolo XVII), A. Della Fiora ed Oronzio Tiso; gli scultori in pietra leccese fi. fardelli e C. Penna. Furono buoni compositori musicali G. Nardelli e D. Persone; e tra i viventi il Maccagnani, il Bertone, il Gnacci, Pietro De Simone.
   Fra i più prodi nelle anni registreremo; Leonardo Prato, che s'illustrò all'assedio di Iìodi (11-7'J) contro Maometto II, e fu molto lodato dal Bembo. — Oronzio .Massa, generalo d'artiglieria sotto la Repubblica Partenopea, fatto fucilare con altri patrioti dai Borboni nel 1700. — Luigi Scaranibone (1791-1856), valente architetto militare ed autore di varie spere strategiche.
   Dal secolo XIII al XVILI ilhistraronsi infine nelle anni, tanto in Terra d'Otranto quanto nel reame di Napoli, molti membri delle famiglie leccesi: Drimi, Falconi, Mon-teroni, Montefuscolo, Paladini, Maramonte, Imbelli, Sambiasi, Balio, .Musco, \dorili, Ventura, Persone, Saraceno, De Saneto Biasio, Capece, ecc.
   E qui ci sia concesso dilungarci alquanto intorno ad una delle figure principali di Lecce, voglia» dire il duca Sigismondo Castromediano, che alcuni dicono discendente dai Liniborgo, d'origine germanica, a cui Guglielmo il Malo aveva fatto dono di vasti territori nel I15G. Nato il 18 gennaio 1811 nel suo castello di Caballino presso Lecce, ove morì la notte del 20 agosto 1895, il duca fece i suoi studi a Lecce. Cospirò contro i Borboni e prese parte principalissinia ai moti leccesi del 184S ; v enne arrestato, processato e condannato come reo d'alto tradimento. La coscienza dì Ini era tanto tranquilla che fu visto dormire, allorché il tribunale stava per leggergli la sentenza, di morte. Risvegliatosi, s'accorse dì un giovane gendarme che accanto a lui piangeva: < Fa cuore, gli disse il Castromediano, e se domani dovrai vedermi morire, di' pure che oggi mi Irai risto dormire di buona coscienza >. Fu condannato a trent'anm di ferri e di carcere duro. Fu incatenato con un malfattore comune nelle galere di ìlonte-
   fusco e Montesarchio, compagno di Poerio, di Pironti, di Nisco.......In un momento di
   paura, davanti all'Europa, li governo borbonico volle liberarli e farti trasportare in America; come tutti sanno, riuscirono invece a farsi condurre ili Inghilterra. Dall'Inghilterra il Castromediano andò a Torino, dove collaborò alia redazione di quel famoso proclama, che,a nome degli esuli napoletani e siciliani.Poerio presentò a Vittorio Emanuele. N el 18G0, dopo la liberazione, corse a Napoli, e fa tra quelli che più si adoperarono per la pronta annessione. Poi riv ide la sua provincia natale, dove fu por parecchi anni l'autorità più influente del partito inodorato. Nella vita politica attiva non entrò che per poco, come deputato del Collegio di Campi Saientina (Vili Legislatura). Per la causa nazionale aveva dato tutto il suo, tanto che Silvio Spaventa, allorché fu segretario generale all'interno, poiché il Castromediano stentava la vita, gli fece assegnare 200 lire mensili sul fondo dei danneggiati politici; ma il duca, dopo due mesi, rum volle più accettare quel sussidio. Per parecchi anni diresse il Museo di Lecce, che